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Intervistata per il sito di Arci Caccia, Stefania Craxi dichiara: Viva la caccia, un modo produttivo di vivere e rispettare l’ambiente

Intervistata per il sito di Arci Caccia, Stefania Craxi dichiara: Viva la caccia, un modo produttivo di vivere e rispettare l’ambiente

Nella puntata dello scorso 12 Dicembre della trasmissione TV Uno Mattina, popolare contenitore mattutino della prima rete Rai, è andato in onda un altro tassello del grande castello mediatico che, l’avvicinarsi delle elezioni, sta regalando alla caccia. Una grande visibilità per il nostro mondo, a volte con risvolti positivi, a volte in termini negativi. Sicuramente corretta la puntata del programma condotto da Franco di Mare e Benedetta Rinaldi, che ha visto la partecipazione come ospiti del filosofo Leonardo Caffo e di Stefania Craxi, cacciatrice, il cui nome sicuramente non ha bisogno di ulteriori presentazioni. Decisamente lucido ed interessante, e ci saremmo stupiti del contrario, l’intervento della signora Craxi, per questo abbiamo pensato di rivolgerle alcune domande:

Buongiorno onorevole, partiamo dall’inizio, com’è cominciata in lei la passione della caccia?

Tutto è nato quando, molti anni fa, io e mio marito abbiamo acquistato un casale in Maremma, in Provincia di Grosseto. Subito mi sono sentita attratta da questa terra e volevo viverla fino in fondo, con tutte le sue sfaccettature e tradizioni. La caccia al cinghiale è fortemente radicata in questo territorio ed è stato quasi naturale avvicinarcisi. Quindi adesso sono una cacciatrice di cinghiali, regolarmente iscritta ad una squadra, la Giardino di Orbetello e devo dire che di questa caccia mi piace tutto. La caccia al cinghiale è una passionaccia, o cel’hai o non cel’hai, e ormai l’amo da tutti i punti di vista. Mi piace l’idea del confronto con l’animale, mi piacciono le canizze, mi piacciono i momenti conviviali, come il ritrovo la mattina o quello serale per “spezzare” gli animali. Mi piacciono addirittura i bisticci dei cacciatori per non parlare dei momenti dedicati alla buona tavola.

 

Parliamo della sua partecipazione ad UNO Mattina. Quanto è difficile confrontarsi con il mondo animalista? Quando, durante il dibattito, è stata usata l’espressione “persone non umane”, io sarei entrato in seria difficoltà.

Nel mondo animal-ambientalista regna un’aggressività che sarebbe degna di miglior cause. Io sono un’amante egli animali, in casa ho tre gatti ed quattro cani, tutti trovatelli, ma le persone sono persone e gli animali sono animali, questo concetto deve essere chiaro. Io sono estremamente rispettosa delle convinzioni altrui ma ritengo che bisogna rimanere all’interno di argini di concretezza. Il mio “avversario” durante la trasmissione (Per chi volesse vedere l’intervista integrale può trovarla sul sito di rayplay al link: http://www.raiplay.it/video/2017/12/Unomattina-f043036c-265c-47a7-8693-c8ca1fa982d7.html), uomo di grande cultura, ha espresso con chiarezza il suo punto di vista, basato su ragionamenti sicuramente profondi. Io, invece, sono abituata a formare il mio pensiero osservando il mondo che mi circonda e le persone che lo abitano. Quello della caccia è un istinto primordiale che è ancora vivo in molti di noi, o almeno in me lo è di sicuro. Avrò un lato ferino…

 

Parliamo della caccia in Italia. Lei ha fatto e fa ancora parte da moltissimi anni della vita politica del nostro paese. Cosa si sentirebbe di dire, sulla nostra passione, ai suoi colleghi politici che siedono oggi in parlamento o che verranno con la prossima legislatura?

Di sicuro, che la caccia in Italia è un’attività importante per 6-700000 persone. Che è strettamente normata e regolamentata, ci sono circa 300 specie protette e buona parte del territorio è, in un modo o nell’altro, già precluso alla caccia. La caccia è importante anche sotto il piano economico, ad essa sono legate attività e posti di lavoro. Penso agli introiti per il turismo, per chi produce e commercializza prodotti destinati ai cacciatori, ai nostri fucili e munizioni che sono un’eccellenza italiana che raggiunge ogni angolo del mondo. L’attività venatoria, nel nostro paese, ha un’estrazione popolare, viene praticata da operai e pensionati, certo non da principi e conti. Perché si vuole impedire ad un pensionato di praticare la propria attività preferita? Nuoce a qualcuno? Certamente no. Si tratta solo di livore ideologico, che come ho già detto, meriterebbe cause più degne. Io posso sentirmi urtata da un bambino che vive in condizioni di povertà, ma certamente non da un animale abbattuto in modo corretto e legittimo.

 

Nel mondo ambientalista, come è emerso anche nel corso della trasmissione, si fa molta confusione tra le armi sportive e da caccia e quelle da guerra. Lei che ne pensa?

La trovo una generalizzazione inaccettabile. I nostri artigiani producono vere e proprie opere d’arte, che fanno vanto all’Italia nel mondo, assicurando posti di lavoro e ricchezza per il nostro paese. Io sono contro la guerra, favorevole alla promozione del disarmo nucleare e convenzionale eppure non trovo niente di strano nell’essere una cacciatrice. Continuo a dire che tra abbattere un animale a caccia e nuocere ad una persona, c’è differenza. O almeno per me è così.

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