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Toscana: la CCT commenta l'intesa Arci, Libera e Cia

Toscana: la CCT commenta l'intesa Arci, Libera e Cia

Riceviamo e pubblichiamo 

 

Arci Caccia, Libera Caccia e Cia hanno firmato un “Protocollo d’intesa” che li “impegna a lavorare insieme per una più giusta ed efficace gestione del territorio”: un segnale importante.
Finalmente il tema della necessità di unire le forze e di portare il confronto su temi essenziali per la sopravvivenza ed il recupero di credibilità del mondo venatorio hanno fatto proseliti. Tutto ciò che si muove in direzione di un superamento della frammentazione, dell’arroccamento su posizioni di mera difesa corporativa e della rimessa al centro dei temi della gestione non può che essere salutato come positivo.
Molte delle posizioni contenute nel protocollo d’intesa costituiscono una base per un confronto fattivo; si tratta in alcuni casi di temi che la Confederazione Cacciatori Toscani ha posto alla base della sua nascita e che avevano visto una inziale condivisione anche dell’Arci Caccia Toscana. L’Arci Caccia Toscana sceglie adesso la via di un patto con la Libera Caccia.
Libera caccia in libero territorio è stato a lungo lo slogan che riassumeva la mission di quella associazione: un approccio che si è articolato nel tempo in posizioni fortemente critiche nei confronti di una normativa che l’Arci Caccia avrebbe voluto ancora più cogente nel legare il cacciatore al territorio.
Non è l’unica apparente contraddizione (ma vogliamo credere sincera evoluzione) che segna l’accordo appena siglato: la “piena attuazione della legge obiettivo” viene posta come “obiettivo primario” del documento e questo mal si sposa con le tante assemblee, per molte delle quali la Libera Caccia ha rivendicato la paternità, che hanno preso di mira proprio quella legge.
Che resta per altro uno dei punti di maggiore criticità e di contenzioso con la Regione Toscana da parte della CCT. Un passaggio che forse richiede qualche spiegazione, ai tanti cacciatori mobilitati su quel tema ed anche alle altre associazioni venatorie ed agricole; e la CCT le chiederà. Peraltro l’Assessore regionale Remaschi, invitato ad assistere alla firma del patto, nell’intervento riportato dai comunicati, non ha fugato i tanti dubbi che su quella normativa continuano a pesare.
Il patto tra Arci Caccia e Libera Caccia toscane (con la benedizione dei rispettivi gruppi dirigenti nazionali, della CIA e della Regione) da una spiegazione politica vera della fuoriuscita dell’Arci Caccia dalla CCT e dalla Fenaveri, dettata dal desiderio di dar vita ad un polo alternativo ai processi unitari già in corso sul piano nazionale e regionale; la CCT resta convinta che l’ineludibile obiettivo dell’unità del mondo venatorio debba compiersi seguendo logiche inclusive e capaci di far sintesi organica delle diverse storie. Ecco perché i firmatari del protocollo sono attesi adesso alla prova dei fatti. Con interesse vero, senza demagogia.

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