Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Conosciamo Paolo Pelle, Neo Presidente degli ATC Torino 1 e 2

Conosciamo Paolo Pelle, Neo Presidente degli ATC Torino 1 e 2

E' un militante dell'Arcicaccia il nuovo presidente degli Atc Torino 1 e 2. Paolo Pelle, torinese classe 1968, responsabile commerciale di una multinazionale del settore metalmeccanico, è un appassionato cacciatore cinofilo. I suoi primi propositi come responsabile dell'Atc? Creare una squadra efficiente che riesca a conciliare le richieste del mondo agricolo con le legittime aspirazioni dei cacciatori. Rendere trasparente la gestione dell'Ente e rilanciare le Zone di Ripopolamento e Cattura, in modo da ridare fiducia e soddisfazione ai cacciatori torinesi. Il giorno del suo insediamento ha voluti ribadire questi concetti in un discorso rivolto alla politica e ai suoi colleghi nominati a gestire l'Ambito torinese che alleghiamo mettendolo a disposizione di tutti gli appassionati.

DISCORSO DI INSEDIAMENTO PRESIDENTE PAOLO PELLE


Buonasera,
Dipendenti, vice presidente e consiglieri tutti, rivolgo a voi il mio più sincero saluto di benvenuto, a questo primo insediamento di comitato.
Con questa mia doverosa introduzione, intendo sensibilizzare l’attenzione di tutti voi rappresentanti di categoria, sulla situazione generale, che, a mio parere, si sta prospettando in futuro.
Quando ho preso la decisione di presentare la mia candidatura a questa presidenza, non ho fatto altro che pensare, oltre ad un milione di dubbi che mi attanagliavano, all’esaltante occasione che avremmo avuto noi tutti, per continuare ed eventualmente, perché no, implementare e migliorare, il lavoro fatto in questi anni, dai gestori che ci hanno preceduto.
Consapevole che avremo non poche difficoltà, alcune oggettive, altre sicuramente di natura ostruzionistica, sono stato immediatamente fortemente motivato, dalla inaspettata ma positiva reazione, che c’è stata da parte di una gran parte dei nostri utenti, alla notizia dell’avvenuto cambiamento.
Il merito va senza alcun dubbio, a chi ha operato bene prima di noi, ma anche, e soprattutto, di chi ha fatto meno bene, ed oggi, ci da la favorevole opportunità, di dare un segno tangibile di cambiamento.
Come voi tutti sapete, la situazione generale, non ci rende immuni da palesi fragilità, io penso che gli ATC debbano essere parte integrante di un sistema educativo generale, organizzato da tutte le componenti da noi rappresentate, e noi, abbiamo il dovere morale di far si che questo avvenga.
Oggi non possiamo rinunciare a riflettere, sullo stato attuale di tale sistema.
Nonostante gli ATC soffrano di una gravissima carenza di risorse economiche (1 es. ristorni x i danni da fauna selvatica), dobbiamo, a mio avviso, avere il coraggio di denunciare in modo sereno, il fatto che, nessuno dei governi che si sono susseguiti, hanno avuto il coraggio di invertire la rotta. Esistono aimè, ancora, dei vincoli poco chiari di turn over, gli stessi, che in questi ultimi dieci anni, in alcune realtà, hanno drasticamente abbassato, il numero degli utenti, ed in modo concreto, reso gli ATC, una realtà sempre meno solida.
Meno cacciatori significa meno capacità operativa e soprattutto meno introito economico, cosa che di riflesso, riversa immediatamente, delle concrete difficoltà sia gestionali che di bilancio, ed un serio peggioramento della qualità nella tutela dell’ambiente. Il punto forse più grave, secondo il mio modesto parere, è che sempre più giovani, rinunciano, per svariati motivi, ad intraprendere questa complessa, meravigliosa e radicata passione.
Dobbiamo seriamente pensare, che uno dei nostri primi obiettivi, deve essere un importante reclutamento di forze lavoro, e questo, non può far altro, in modo naturale, che aumentare il miglioramento del sistema.
Davanti a questa deleteria situazione, anziché, fin da piccoli, istruire i nostri figli ad un completo percorso didattico ricostruttivo, che poi possa permettere a loro di scegliere, vediamo spuntare in tutta Italia, sempre di più, regole restrittive nei confronti di questo meraviglioso mondo, che è quello venatorio.
In questo contesto, rimaniamo la regione con le maggiori limitazioni in materia.
Tutte queste situazioni, hanno soltanto l’effetto di distruggere definitivamente, l’imprinting naturale, di quello che noi come popolo Italiano, in fondo siamo veramente.
Tra le cause dell’abbandono al mondo venatorio, c’è sicuramente la situazione economica, delle nostre famiglie, occorre, secondo me, rimuovere velocemente, con tutti gli strumenti a noi concessi, tutti quegli ostacoli che impediscono l’accesso alle sapienze.
Il tutto viene accompagnato da politiche, che invece di risolvere i problemi, favoriscono la transizione, soltanto delle poltrone da occupare e non il raggiungimento di un’eventuale risoluzione.
Questa situazione, pone aimè gli ATC, in una posizione dove quest’ultimi, sono votati, per mancanza di fondi, a pensare soltanto all’aumento delle spese per gli utenti (vedi quota di partecipazione economica).
Il tutto condito da un sistema zoppicante, capace di creare la paradossale figura, tutta nostrana, dell’idoneo non beneficiario.
Queste sono soltanto alcune, delle miopie politiche, adottate da certi enti, che non riescono nemmeno a riscrivere alcune regole, già scritte male l’anno precedente mettendo in atto scriteriati modus operandi nell’immediato, senza avere la lungimiranza di pensare al domani.
Dobbiamo cambiare rotta nel più breve tempo possibile, perché in questo preciso momento storico, più di ogni altro, l’ATC deve avere un ruolo fondamentale per la nostra crescita, come società, nel contesto difficilissimo, di una delicata gestione territoriale.
Noi oggi, abbiamo la possibilità concreta di crescere, e non parlo soltanto di una crescita sul piano economico, qui c’è in gioco molto di più, la nostra cultura, la nostra crescita collettiva, la nostra capacità di stare a passo con i tempi, rivalorizzando la nostra storia, quello che noi eravamo.
Abbiamo la fortuna di avere un capitale umano di grandissimo valore, sicuramente tra i migliori d’Europa, se non il migliore, però, per il funzionamento del sistema, occorrono importanti cambiamenti, e come nel nostro caso specifico, spazi adeguati alle necessità.
Inoltre dobbiamo assolutamente scrollarci di dosso, tutte quelle obsolete idee di scissione, che hanno fatto male e distrutto il nostro mondo. Penso oltremodo, che valorizzare le meritocrazie, sia un atto dovuto da parte di tutti noi, dando nel miglior modo possibile, tutto il nostro supporto necessario, pensando ad un futuro migliore per i nostri figli.
La crescita culturale degli utenti, che non ha limiti d’età, deve tassativamente avvenire, attraverso l’assoluta e completa diffusione di conoscenza, requisito fondamentale per un sereno e costruttivo percorso insieme, per una società migliore, più coinvolta e consapevole di avere delle responsabilità.
Non dobbiamo mai dimenticarci, mai, che la qualità di un sistema gestionale che funziona, non dipende soltanto da una sola componente, ma con dimostrata realtà, da un’unione di forze comuni di lavoro e ed unità d’intenti da parte di tutti noi.
Gli ATC, devono poter liberamente usufruire, degli organi competenti preposti al controllo ispettivo, come parte integrante gestionale di un sistema, che faccia da collante e da tutore della TRASPARENZA, per tutte le necessità dei comitati di gestione.
Senza tutto questo, non possiamo pensare, di essere in grado, con coscienza, di poter affrontare le sfide, che il futuro ci pone davanti.
A partire proprio da stasera, dove iniziamo un percorso pieno di ostacoli, ostacoli forniti da barriere socio culturali, burocrazia, lotte interne di potere, miraggio economico, ma anche, nello stesso tempo, un percorso ricco di obiettivi, mete da raggiungere e progetti da realizzare, che inevitabilmente cambieranno, in modo definitivo, il nostro modo di gestire il territorio ed il modo di andare a caccia.
Come in tutte le trasformazioni di questo tipo, noi troveremo due strade davanti a noi, quella positiva, in termini di migliorato benessere individuale e collettivo, e soprattutto di miglioramento ambientale, e poi quella negativa di chi viene sopraffatto dal non progresso … ma non penso sia il nostro caso.
Dobbiamo fin da subito, nel nostro specifico caso, parlarci chiaro, guardandoci negli occhi, sinceramente, con l’ATC che faccia da locomotiva per una gestione oculata generale, di tutti e per tutti, senza false ipocrisie, che sposano soltanto la politica perversa e riduttiva del “solo per me” e che escluda la possibilità di rinnovarsi e crescere, in modo trasparente e produttivo per la collettività.
A questo punto, tutti noi, dobbiamo farci la più semplice delle domande:
Quale strada vogliamo prendere? Vogliamo un sistema sempre più diviso e senza giustizia sociale? O vogliamo darci la grande opportunità di crescere attraverso la collaborazione totale?
In una giornata così importante per il nostro ATC, vorrei concludere con una speranza di suggestione:
Signori consiglieri e collaboratori, mi rivolgo a tutti voi, in quanto motrice trainante dei lavori, cogliamo, tutti uniti, l’occasione che l’evoluzione gestionale ci sta offrendo per rilanciare un vero e proprio rinascimento dell’intero sistema operativo, e quindi dell’intera società che ci circonda. Un grande lavoro ci aspetta.
Finisco, auspicando e chiedendo a gran voce a tutto il consiglio, la piena fiducia e partecipazione, per una finalità comune, che deve obbligatoriamente passare attraverso la collaborazione intelligente, trasparente ed umile di tutti quanti noi. Buon lavoro a tutti.

Grazie di cuore, il presidente….. Paolo PELLE Caluso 06/03/2017

Torna su

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura