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CIA Torino e il problema lupi

CIA Torino e il problema lupi

COMUNICATO STAMPA

 

PIANO LUPO: IL PIEMONTE NE SOSTENGA L’APPROVAZIONE AL TAVOLO NAZIONALE

La Cia-Agricoltori Italiani ha incontrato l’Assessore Valmaggia insieme ai pastori delle valli torinesi. Contestati i numeri ufficiali di Life WolfAlps, solo nella provincia di Torino attivi 17 branchi 

Torino, 21 febbraio. “Viviamo da reclusi a 2000 metri di altezza dove rumori e luci della città sono lontanissimi, ed abbiamo paura per i nostri bimbi, che sino a pochi anni fa giocavano sereni fuori dalle baite mentre ora non li possiamo più perdere di vista”. È la denuncia di oltre 120 pastori e margari del Torinese che nei giorni scorsi, arrabbiati per lo stop all’adozione di un “Piano nazionale per la conservazione e la gestione del lupo”, hanno preso carta e penna per scrivere una lettera aperta alla politica piemontese e alle associazioni di rappresentanza agricola raccontando il disagio della convivenza quotidiana con il canis lupus di chi  vive e lavora in alpeggio e portando un punto di vista che difficilmente trova spazio sui media e sui social network quando si dibatte a proposito di questo predatore.

“All’inizio pure noi speravamo che i lupi fossero elusivi, schivi, innocui come ci avevano sempre detto – continua la lettera in un altro passaggio – poi abbiamo capito che non era così (…) e la nostra vita molto velocemente si è trasformata in un incubo. Recinti elettrificati da spostare continuamente, feroci cani da guardiania che creano problemi con viandanti e turisti, e la necessità di essere sempre presenti vicino agli animali, perché altrimenti il lupo si divora il frutto delle tue fatiche”.

Questa mattina una delegazione della Cia – Agricoltori Italiani guidata dal presidente provinciale di Torino Roberto Barbero e dal direttore regionale Giovanni Cardone, insieme a una rappresentanza dei pastori e di amministratori locali delle Valli Pellice e Chisone, ha incontrato l’Assessore regionale Alberto Valmaggia, il quale nei giorni scorsi, in occasione dell’esame del Piano Lupo nel corso della Conferenza Stato-Regioni, aveva posizionato il Piemonte a fianco di altre Regioni italiane nella richiesta di fermarsi per effettuare ulteriori approfondimenti.

«All’Assessore Valmaggia abbiamo chiesto che il Piemonte si schieri immediatamente a favore dell’adozione del Piano nazionale del Ministero dell’Ambiente elaborato dall’Ispra, – ha spiegato Roberto Barbero – perché  ci pare un documento equilibrato in grado di rappresentare la sintesi tra le diverse sensibilità. Purtroppo la campagna di opinione lanciata dalle associazioni ambientaliste sta imbarazzando la politica, che non osa sottoscrivere un lavoro che ammette come misura estrema anche l’abbattimento controllato, al termine di un iter rigorosissimo. Poiché nei giorni scorsi il Presidente Chiamparino aveva trovato il tempo per ascoltare le ragioni delle associazioni ambientaliste che si battono per la difesa del lupo, abbiamo provato inutilmente per due settimane a portare alla sua attenzione anche la voce di pastori e margari, che con il lupo hanno maggiore consuetudine. Sono rammaricato non ci sia stata data la possibilità di organizzare questo confronto ma spero che l’incontro di oggi possa ugualmente essere utile per la Regione  in vista della nuova discussione su questo tema prevista nella Stato-Regioni del 23 febbraio».

Nell’incontro odierno la Cia – Agricoltori Italiani ha inoltre contestato i numeri ufficiali diffusi dal progetto Life WolfAlps, secondo il quale in Piemonte sarebbero attivi 21 branchi, di cui 7 in provincia di Torino e 14 in provincia di Cuneo, per un totale di 80 – 90 capi. Secondo i dati in possesso della Cia, nella sola  provincia di Torino da dicembre 2001 a oggi sono stati rinvenuti i corpi di 70 lupi morti (gli ultimi due esemplari questo fine settimana rispettivamente in frazione Signols di Oulx e sulla provinciale Frossasco - Pinerolo). In base alla disposizione dei ritrovamenti e agli avvistamenti si ritiene quindi che sul territorio torinese operino 17 branchi, per un totale di almeno 100 esemplari, senza contare gli animali in dispersione. Nel dettaglio la loro distribuzione: 2 branchi in Val Pellice, Val Germanasca e Valli Orco e Soana, 3 branchi  in Val Chisone e Valle di Lanzo, 5 branchi in Val Susa.

Durante l’incontro hanno preso  la parola anche gli allevatori e gli amministratori locali presenti:

«In questi anni abbiamo adottato tutte le precauzioni raccomandate per difendersi dal lupo – ha testimoniato Luca Charbonnier, allevatore di Bobbio Pelliceeppure le predazioni continuano ad aumentare perché l’animale ha modificato le sue abitudini di caccia, intensificando ad esempio gli attacchi durante il giorno».

«Abbiamo steso chilometri di reti elettrificate e introdotto i cani da guardiania – ha aggiunto Paolo Clapier, allevatore di Fenestrellema senza vedere risultati significativi mentre i cani possono creare problemi con i turisti per la loro aggressività».

«La nostra esperienza quotidiana testimonia che le statistiche attuali hanno una base numerica priva di senso – ha commentato Lilia Garnier, Sindaco di Villar Pellice – in montagna la selvaggina continua a diminuire e a scendere di quota. Speriamo che tutti accettino di prendersi qualche responsabilità prima che succeda qualche incidente irreparabile».

Per informazioni stampa:

Ufficio stampa Eurelab

Luca Sossella – 331 698 28 05 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

La Cia-Confederazione Italiana Agricoltori di Torino in breve

La Cia di Torino è la struttura territoriale provinciale della Confederazione Italiana Agricoltori, organizzazione laica e autonoma da partiti e governi che opera per il progresso dell'agricoltura e per la difesa dei redditi e la pari dignità degli agricoltori nella società. La Cia organizza gli imprenditori agricoli e tutti coloro che sono legati all'attività agricola da rapporti non transitori. Nel territorio della Città Metropolitana di Torino la Cia rappresenta 3000 aziende associate di cui 450 sono datrici di lavoro che occupano oltre 2000 lavoratori tra dipendenti a tempo indeterminato e stagionali. Complessivamente l’organizzazione dà servizi di tutela e rappresentanza al 25% dei coltivatori e al 35% dei datori di lavoro agricoli torinesi.

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