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CCT: ISPRA E MINISTERO DELL'AMBIENTE SPOSANO LA TESI SOSTENUTA DALLA CONFEDERAZIONE CON L’ESPOSTO AL TRIBUNALE DELL’UE

CCT: ISPRA E MINISTERO DELL'AMBIENTE SPOSANO LA TESI SOSTENUTA DALLA CONFEDERAZIONE CON L’ESPOSTO AL TRIBUNALE DELL’UE

Con lettera prot. n. 1288 del 17 gennaio, inviata alla Regione Sardegna (che qui si pubblica), il Ministro Galletti, in ordine alla nota questione dei calendari venatori e della pretesa di vedere anticipata la chiusura della caccia alle specie migratorie (beccaccia, cesena, tordo bottaccio), dà notizia che l’ISPRA, dopo ben 15 anni dall’invio alla Commissione Europea dei primi dati Key Concepts italiani, palesemente incongrui rispetto agli altri Stati membri e mai adeguatamente aggiornati, evidenzia l’esigenza prioritaria di un’analisi scientifica della situazione su scala geo-politica “transnazionale” (addirittura appropriandosi di questo aggettivo da noi coniato).
Tale esigenza prioritaria di una verifica transnazionale dell’inizio della migrazione prenuziale a livello europeo dovrebbe concretizzarsi nella realizzazione di un atlante della migrazione degli uccelli, volta finalmente a chiarire in modo univoco ed omogeneo tutti i dettagli conoscitivi per la corretta applicazione dell’art. 7.4 della Direttiva 2009/147/CE a livello non solo italiano ma per ciascuno degli Stati membri UE.
Tale nuova prospettiva verrà considerata da ISPRA per il rilascio dei propri pareri già a partire dalla prossima stagione venatoria sulla base delle prime risultanze acquisite!
Come scrive il Ministro Galletti, si tratta di un approccio che egli condivide pienamente tanto da assicurare fin da adesso il proprio supporto personale e del suo Ministero in tutte le sedi sovranazionali ed internazionali per la concreta realizzazione dell’atlante europeo delle migrazioni affinché tale strumento possa rappresentare in futuro la base condivisa per la corretta applicazione della Direttiva Uccelli nella prospettiva di una gestione venatoria delle specie migratorie basata su valutazioni transnazionali.
Per la Confederazione Cacciatori Toscani è davvero un grande successo, dal momento che l’esigenza di un’istruttoria transnazionale e di un’applicazione congrua, omogenea e paritaria della Direttiva Uccelli, che non veda penalizzati i soli cacciatori italiani rispetto ai cacciatori degli altri Stati membri, è stata portata avanti con determinazione ormai da anni mediante interventi pubblici, istanze e formali atti di diffida rivolti non solo al Ministero dell’Ambiente ma anche alla Commissione Europea e, infine, persino con la coraggiosa proposizione dinanzi al Tribunale dell’Unione Europea di una vertenza, tuttora in fase istruttoria (causa T- 562/15), volta a sentir accertare l’erroneità dei Key Concepts italiani, la manifesta illogicità della pretesa di vedere chiusa in Italia al 20 gennaio la caccia alla beccaccia, alla cesena e al tordo bottaccio quando in Spagna, in Francia, in Grecia, in Croazia (tanto per citare qualche Paese) si chiude un mese dopo, nonché conseguentemente anche l’illegittimità della procedura EU-Pilot 6955/14/ENVI avviata dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia.
Controversia questa nella quale lo Stato italiano può e deve intervenire subito ad adiuvandum delle domande della CCT ora che trovano la piena condivisione dell’ISPRA: sarebbe davvero la dimostrazione che il Ministro Galletti, in maniera concreta, vuole dare effettivo seguito alla promessa, formalmente formulata nella sua lettera del 17 c.m., di assicurare fin d’ora il supporto suo personale e del proprio Dicastero per addivenire ad una seria, congrua e paritaria applicazione dell’art. 7.4 della Direttiva Uccelli in tutti gli Stati membri che presentano identità di caratteristiche geomorfologiche ed ambientali. 
Senza alcun spirito polemico non occorrevano certo 16 anni ad ISPRA per avvedersi, tanto per fare qualche esempio, che i turdidi dell’Isola del Giglio in gennaio sarebbero presi da irrefrenabile istinto di ritorno ai luoghi natii mentre invece i turdidi della Corsica in gennaio non avrebbero la stessa impellenza …. o che una beccaccia che i primi di gennaio si venga a trovare sul confine ligure, con una zampetta di qua ed una di là, per la metà italiana dovrebbe migrare subito e per la metà francese invece a fine febbraio …. e che dire poi della cesena la cui migrazione prenuziale ha inizio nella prima decade di febbraio proprio secondo quanto lo stesso ISPRA scrive nella propria “Guida per la stesura dei calendari venatori ai sensi della Legge n. 157/1992, così come modificata dalla Legge Comunitaria 2009, art. 42”.
Può solo esclamarsi: era ora! 
Ciò che peraltro nella lettera del Ministro Galletti del 17 c.m. “stona” è che, in attesa che l’ISPRA adegui i propri pareri fino dalla prossima stagione venatoria sulla base delle risultanze transnazionali in punto di inizio della migrazione prenuziale, le Regioni dovrebbero comunque garantire il pieno rispetto della Direttiva 2009/146/CE e dell’art. 18, comma 1 bis, della L. 157/1992, non mancando di sottolineare che nel caso la procedura EU-Pilot 6955/14/ENVI dovesse sfociare in un procedimento sanzionatorio in danno dello Stato italiano questi avrebbe diritto
di rivalersi nei confronti delle Regioni eventualmente responsabili della violazione del diritto europeo.
Dunque, se non si intenda male, le Regioni italiane dovrebbero ora anticipare la chiusura della caccia alla beccaccia, alla cesena ed al tordo bottaccio che l’art. 18, primo comma, L. 157/1992 consente fino al 31 di gennaio; data questa che evidentemente il Parlamento italiano ha riconosciuto essere conforme al dettato dell’art. 7.4 della Direttiva Uccelli. 
Sicché non è dato comprendere come potrebbe configurarsi una responsabilità delle Regioni che hanno predisposto i propri calendari venatori in conformità al disposto normativo vigente, in alcuni casi discostandosi motivatamente da pareri ISPRA che, alla luce dell’attuale “ravvedimento operoso”, non possono certo più pretendersi attendibili; casomai sarebbe configurabile la responsabilità dell’ISPRA proprio perché solo dopo 15 anni si è reso conto dell’incompletezza dei dati forniti alla Commissione Europea e della più che evidente necessità di aggiornarli e modificarli con una indefettibile comparazione dei dati provenienti dagli altri Stati membri riguardanti specie migratorie che, a differenza della fauna stanziale, interessano aree di diffusione e svernamento trasfrontaliere e dunque necessitano di un trattamento, sia in punto di conservazione sia in punto di prelievo venatorio, omogeneo quantomeno per quanto concerne gli Stati membri confinanti e frontistanti il bacino mediterraneo.
La CCT plaude quindi alla svolta dell’ISPRA, per certi versi “storica” dal momento che, forse per la prima volta, sono state integralmente condivise ed accolte le argomentazioni dell’associazionismo venatorio.


Confederazione Cacciatori Toscani
(Federaccia Arcicaccia Anuu)

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