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CACCIA / EUROPARLAMENTARI INCONTRANO ASSOCIAZIONI VENATORIE. “EUROPA E GOVERNO ITALIANO LAVORINO PER RISOLVERE CONTRADDIZIONI REGOLE TRA PAESI. VALORIZZARE DATI SCIENTIFICI”.

CACCIA / EUROPARLAMENTARI INCONTRANO ASSOCIAZIONI VENATORIE. “EUROPA E GOVERNO ITALIANO LAVORINO PER RISOLVERE CONTRADDIZIONI REGOLE TRA PAESI. VALORIZZARE DATI SCIENTIFICI”.
COMUNICATO STAMPA
 
Da Bruxelles a Milano, continua l’impegno sui temi venatori degli europarlamentari, Lara Comi, Renata Briano, Salvatore Cicu, Paolo De Castro, Remo Sernagiotto e Damiano Zoffoli. Questa mattina nel capoluogo lombardo si è tenuto un incontro con tutte le associazioni venatorie nazionali. Scopo della riunione chiarire lo stato attuale di alcune problematiche, con particolare riferimento ai temi dello storno e dei calendari venatori, e decidere insieme un percorso condiviso con le associazioni. 
“Apparteniamo a gruppi politici diversi a Bruxelles – dichiarano congiuntamente Comi, Briano, Cicu, De Castro, Sernagiotto e Zoffoli – ma siamo uniti per affrontare problemi che coinvolgono il nostro Paese. Siamo soddisfatti della posizione condivisa che sarà fondamentale per cercare di ottenere risposte chiare”.
I sei eurodeputati in accordo con le associazioni venatorie, scriveranno ai commissari europei Frans Timmermans e Karmenu Vella chiedendo di considerare le peculiarità dei vari territori nell’applicazione del piano d’azione annunciato dalla Commissione europea in seguito alla conclusione del cosiddetto Fitness Check. In particolare verrà chiesto di risolvere le attuali contraddizioni esistenti tra gli Stati membri, soprattutto tra quelli con caratteristiche ambientali e climatiche simili. Si pensi ad esempio allo storno, specie cacciabile in Francia, ma non in Italia, oppure ai calendari venatori, aventi date di chiusura differenti in Paesi confinanti.  
E al ministro Galletti chiederanno di lavorare nella stessa direzione e di affrontare con forza le stesse problematiche in modo coordinato con le istituzioni europee.  Sempre al ministro verrà chiesto di tenere conto dei dati scientifici forniti dall’Ispra che non sono in linea con quelli di altre istituzioni scientifiche europee.
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