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Sentieri di Caccia - Febbraio 2014

E’ il edicola Sentieri di Caccia febbraio 2014

L’affermazione di poter sottoporre le popolazioni di fagiani ad un prelievo venatorio che non risulti distruttivo bensì conservativo può sembrare a prima vista un paradosso, ma non lo è assolutamente. Roberto Mazzoni della Stella, su questo nuovo numero di Sentieri di Caccia, ci spiega come e perché, e sempre agli appassionati di caccia con il cane è dedicato l’articolo di Rossella Di Palma, che presenta un excursus nel mondo degli accessori cinofili, individuando quelli disponibili a prezzi accessibili capaci di migliorare le prestazioni e la qualità della vita dei nostri compagni di caccia a quattro zampe. Emanuele Nava, invece, prosegue e completa la sua analisi sull’importante figura del conduttore di cani da seguita su lepre.

La caccia italiana in primo piano: Natale Francioso ha intervistato, insieme all’assessore provinciale alle Attività produttive e alle politiche ittico-venatorie Nicola Figliuolo, i tre presidenti degli Atc potentini, mentre Tancredi Pasero ha dato la parola a Jean Claude Soro, il nuovo presidente del Comitato regionale per la gestione venatoria della Valle d’Aosta. Conclude il focus sulla caccia nel nostro Paese Andrea Aromatico; in un doppio report a cura di Astra Ricerche e Università di Urbino tutta la verità sui numeri della caccia: amici e nemici, valori e fatturati, incidenza sull’economia e tutte le possibilità inespresse.

Di caccia e tradizioni venatorie oltre i nostri confini ci parla Giacomo Cretti e con Simone Bertini lasciamo l’Italia per cacciare grouse in Scozia. Sempre Simone Bertini ci propone una ricetta di ricarica in calibro 28, lo stesso calibro del nuovo Beretta A400 Xplor Action.

Cinghiale nel mirino di Ivano Confortini, che spiega come è regolata e pianificata la sua caccia (modalità, tempi, tecniche di caccia consentite). Un’ottimale organizzazione della caccia al re della macchia è il presupposto indispensabile per una buona gestione della specie. La competizione tra le squadre, al contrario, è il veleno che la può mandare… a gambe levate. Se si vuole prevenire il conflitto tra le squadre di caccia al cinghiale, occorre prevedere innanzi tutto a un’equa ripartizione del territorio vocato alla specie tra le stesse. Facile a dirsi, un po’ meno a farsi, ma Roberto Mazzoni della Stella ci spiega come si può fare.

Questo e molto altro ancora sul numero di febbraio di Sentieri di Caccia. A tutti buona lettura!

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