Flash back
- Scritto da Lirurus Tetrix
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La sveglia è suonata alla stessa ora del giorno avanti 4:30.
La trolley è già pronta: effetti personali, documenti di imbarco, passaporto, fogli di sintesi per il work shoop tra colleghi di diverse nazioni.
Anche lo zaino, la notte precedente, era già pronto con le cose di sempre: un cambio, una micca con la bresaola, crocchette per i cani, sette cartucce, una bottiglietta di plastica, integratori di sali minerali. Appoggiata sul tavolo al suo fianco, nel fodero, la doppietta.
Le tangenziali a quest’ora sono ancora vivibili, molti camion, furgoni di corrieri, auto di turnisti, qualche taxi.
Al check-in la solita stucchevole coda. Decine di metri di nastri incanalano lungo un percorso obbligato, guidando la gente verso i punti di controllo. Mi vien fatto di pensare alle moderne stalle, allor quando s’appresta il momento della mungitura. Qualche muggito, pochi sorrisi.
Quando arrivo in valle il paesino di montagna è ancora deserto, adagiato nella luce soffusa dai pochi lampioni; capita, alle volte, di incrociare il conducente del furgone che porta il pane a “La Truna”. Il check-in è una cassetta postale, appesa alla facciata del Municipio, vi si infila il biglietto d’uscita giornaliero, si leggono gli avvisi dei piani di tiro, raramente vi si incontra qualcuno.
Pleased to meet you! Pleased to meet you too! Did you have a good journey?
Ciao vecchio faggio dalla forma strana, ci si ritrova da anni lungo questo antico sentiero, spesso ancor quando il giorno è ben lungi dal venire, indossi in questa stagione l’abito più bello, quello rosso antico, ramato, mi piace pensare che tu lo faccia per me.
Dear all, firstly thank you every one to meet this work shop. I think we could start now. I.B.M. Bedfont Lakes. Dalla finestra della conference room lo sguardo spazia sul laghetto accanto all’edificio, acque chiare, appena increspate dal vento, poche canne palustri presso la sponda opposta, un isolotto nel mezzo, decine di folaghe, germani, gallinelle. Alcuni stanno placidamente a cullarsi sulle appena percettibili onde, altri si tuffano, spariscono, riemergono più in là, altri ancora fanno toilette in fantasmagorici giochi di luce.
Buono Fast, lasciami calzare le ghette, poi cominceremo anche noi! Piove. Le nuvole ammantano ogni cosa, c’è da perdersi in questo mondo ovattato, senza confini, senza rumori, persino i campani hanno voce diversa, sommessa.
I’m sorry, I not agree with your plan….
Accidenti Artù ! Ma dove vai ? Possibile che tu debba sempre fare di testa tua? Come ti trovo in mezzo alle nuvole che a tratti confondono ogni cosa, noi stessi tra le cose confusi in un mondo quasi irreale di opache diafanità fluttuanti, sospese. Un’ombra. Il gallo che sentivo soffiare s’è involato, portandosi d’appresso il suo harem. Le coturne, pur colte dai cani in ferma, son scrosciate oltre il crinale, defilandosi dietro le rocce di cresta, anch’esse dissolte, svanite nel nulla.
Saint Gill Hotel, the cheapest on Feltham - Heathrow. Cenando si discorre in inglese per capirsi, a fatica, tra uomini.
Ai miei cani parlo italiano, ma intendono bene anche il dialetto, intuiscono dal tono, o da un gesto.Acciambellati accanto al fuoco che ho acceso in un angolo della legnaia dell’Alpe, ormai “scarica” di voci e di suoni, riposano asciugandosi al caldo. Il fumo ristagna ribollendo, compresso sull’uscio dalle viscide nubi che tentan di entrare. La fredda lamiera del tetto le condensa in minuscole gocce che si cercan scorrendo, si fondono e raggiunto il bordo cadono sulle piode della soglia d’ingresso cadenzando il fluire del tempo.
This is the last message for the passengers of the fly number BA568 London Milan.
Splende sempre il sole mentre voli, anche quando a terra piove, la sua luce accecante è riflessa dal bianco strato ovattato. Mi affascina indugiare dagli oblò con lo sguardo sulle terre che scorron di sotto. Distese di campi venate dai fiumi, case sparse a manciate o raggruppate in enormi metropoli, e poi ancora boschi e dolci colline, foreste ed aspre montagne, profonde e scure valli, ampi pascoli, creste taglienti digradanti in più lievi pendii.
Questo avran visto i suoi grandi, profondi, imperscrutabili occhi? Certo più da vicino. Avran trovato più volte asilo sicuro ed abbondante pastura mentre la volta stellata scolorava giungendo il mattino, o cercato un qualsiasi approdo in notti tempestose e nelle dense nebbie di nubi che cancellano ogni rotta.
Appare d’un tratto, come per incanto, col tacere dei campani. Incontro inatteso a two thousand meters, appena sotto i crinali, avvolti dalle nubi tra gli ontani, increduli, stupiti entrambi, lei cade in una crepa tra le rocce, lasciando qualche piuma a fluttuare tra i rami. Indefinibile sapore dalle mescolanze di gioia e compassione. Doveva proprio finire così ?
Lirurus Tetrix