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Luciano DE CAMPO

Luciano DE CAMPO
 
Proseguendo nella lunga carrellata inerente ai nostri Scrittori di caccia, non posso certamente dimenticare un altro grande della nostra letteratura che nei suoi tre libri di narrativa e in tantissimi articoli, scritti su riviste e quotidiani, ci ha lasciato  migliaia di belle pagine ricche di emozioni venatorie.
Spesso, ricostruire una biografia dei nostri autori del settore…non è cosa facile e, malgrado i  moderni mezzi informativi a disposizione, trovare  puntuali notizie della loro vita è veramente cosa ardua. I libri  (e gli Autori) del nostro argomento difficilmente vengono presi in considerazione  nei sacri testi della Letteratura Italiana. A torto, a mio avviso, vengono ritenuti di poco rilievo letterario e di scarso insegnamento  e i critici di letteratura, nelle opere di bibliografia, per questi o per altri motivi...non osano farne cenno.
Certamente non è così in altri paesi Europei, come Francia, Austria, Germania, Russia ed altre Nazioni del Nord, dove la caccia non è vista  come una attività...deleteria o infamante per chi la pratica o ne scrive; se ben condotta e ben legiferata, viene considerata un’opportunità per la gestione del mondo animale.
Bene, fatte queste doverose premesse, torniamo a parlare del nostro Luciano De Campo, che io ritengo sia molto importante per quel che ha scritto sulla caccia.
Nasce in Friuli nel 1907 a Mortegliano  di Udine, dove completa i suoi studi e si laurea in Legge.
Cacciatore dai sedici anni di età, nella sua giovanile formazione alterna agli studi doppietta e passione di caccia, svolgendo la maggior parte della sua attività venatoria nelle paludi venete, cacciando intensamente palmipedi e trampolieri. E’ anche cinofilo e persegue con altrettanta passione,  nelle stesse paludi e risaie venete, beccaccini col cane da ferma.
Negli anni ‘40, oltre all’avvocatura, che professa con molto successo, da giornalista/scrittore affermato dedica parte del suo tempo a narrare su libri e riviste le sue esperienze di cacciatore.
Oltre a ciò, si impegna, con molta dedizione, anche per risolvere i problemi inerenti all’organizzazione venatoria come segretario della Sezione Provinciale di Udine della Federazione Italiana della Caccia. Quale  rappresentante del Veneto nel Consiglio Nazionale della Federazione, si reca frequentemente a Roma per le riunioni di assemblee  FIDC, in quei tempi unico organo riconosciuto dallo Stato per la Caccia.
A tal proposito, è celebre un suo discorso pronunciato poi  a Venezia nel 1946 alla riunione  dei Presidenti Provinciali del Veneto, in cui illustra, con chiarezza e competenza, l’interpretazione delle nuove norme legislative e i compiti, da lui stesso suggeriti, delle sezioni della FIDC.
Collabora con le più importanti Riviste Venatorie di quegli anni, quali Diana e il Cacciatore Italiano  e scrive anche articoli su quotidiani veneti quale titolare della rubrica di caccia. Notevoli sono alcuni suoi scritti  sul "Gazzettino" veneto,  sia sull’organizzazione del mondo venatorio,  sia di sue cacciate ai beccaccini nelle paludi e nelle risaie venete ; articoli che gli procurano molti consensi da parte di tantissimi lettori, che non sempre sono  cacciatori.
Pare  che   il giornale, senza annunciarne i motivi, interrompa per un periodo di tempo sul quotidiano la pagina dedicata alla caccia  e che la  Direzione, subissata da vibranti proteste di tanti lettori –i quali minacciano di non comperare più il giornale- abbia immediatamente ripristinato la rubrica.
Si può con certezza affermare che per il De Campo non vi sia argomento venatorio che non abbia trattato con effettiva competenza e, soprattutto, sempre con quella signorilità che lo contraddistingueva, anche quando, qualche volta, è stato costretto a scendere in polemica con alcuni contestatori. E’ sempre giustamente stimato oltre che per le sue attività organizzative in favore della caccia,  anche per le qualità di giornalista – scrittore, per il suo modo di intendere e di praticare la caccia. Questo suo aspetto ben lo descrive anche quel grande scrittore, suo amico, che fu  Alberto Noghera, che  di lui condivideva  concetti, come - " la caccia non è più da tutti intesa con la poesia di un tempo   e con l’amore di anteporre al carniere e alla stolta smania di preda, la gioia del profumo della terra nell’estate fiammeggiante o nel gelo dell’inverno o nel tripudio della primavera, o del lavoro del nostro ausiliare che, con  passione ed  azioni, entusiasma la nostra giornata di caccia..."
 
Leggendo nei suoi libri i racconti, i bozzetti, i ritratti di alcuni tipici personaggi e i ricordi delle sue cacciate, appare chiaro come De Campo sia un cacciatore vero e quanto egli senta nel suo animo quello che piacevolmente narra.
Egli ci prende per mano e ci trasporta in quelle paludi della sua giovinezza, ora trasformate  profondamente o del tutto scomparse dove, nel selvaggio silenzio, trovavano rifugio beccaccini, anatidi e trampolieri, o beccacce, tordi ed altri animali in quei boschi dei monti friulani dipinti d’oro antico dall’autunno.
L’Autore intende la caccia con nobiltà d’animo, con sana passione connessa all’amore della campagna, della natura libera, del cane e – non sembri un paradosso – degli stessi selvatici.
Il De Campo –e nessuna notizia certa è riportata sui documenti delle mie ricerche – muore, si dice, verso la fine degli anni ottanta, ma continuerò a rovistare fra le carte per dare a De Campo...una giusta data e luogo di morte.
Malgrado la poca storia della sua vita, sono a lui riconoscente e contento di avere tracciato alcuni aspetti della sua operosa esistenza, e sono felice di tramandare ed illustrare ai lettori del Portale "Cacciando.com", ed...ai posteri, le sue, per noi cacciatori, bellissime opere che il bravo "Sior" Enrico  Vallecchi, Grande Editore di libri di caccia e che ben seppe valutare la bravura letteraria del De Campo, editò tutte con l’Editoriale Olimpia di Firenze.

Romano Pesenti

I suoi libri :

-1933

GIORNI DI PRIMA - Editore "La Vigna" di Bologna. Sono racconti giovanili, non tutti di Caccia (libro molto raro)


-1937

DOPPIETTA IN SPALLA – Editore Vallecchi-Biblioteca di Diana.Firenze, in 8, pag.216. con alcune foto di carnieri, dell’Autore, di tese, personaggi e paesaggi palustri. Sono racconti di valle, di segugi e lepraioli, di beccacce nei boschi, di allodole e di compagni di caccia, ecc. ecc. Sono 28 bellissimi bozzetti di caccia e l’Autore dipinge con genuinità e tanto cuore le sue cacce friulane.


-1940

TEMPO DI CACCIA, TEMPO FELICE – Editoriale Olimpia- FI, in 8 di pag.172 con 8 belle foto. Sono 23 racconti di sue cacce nel veneto, ad anatidi, beccacce, beccaccini ecc.  Di quaglie, di cacciatori mestieranti, di pesca in valle, di amici e personaggi, di ambiente. Ci dice che sono gli anni in cui della caccia faceva la pratica quotidiana e in cui la Doppietta era per lui lo strumento abituale…In cui spesso abbandonava lo studio di Avvocato per un.. impellente richiamo della palude e dei suoi silenzi rubati dal gnek dei beccaccini…In cui erano amici e compagni cani di ogni razza(spinoni) e uomini di quegli acquitrini bruciati dal sole e dalla grande passione per la caccia.


-1949

GUIDA TEORICO PRATICA per le SEZIONI CACCIATORI – Editoriale Olimpia - in 8, di pag. 195 - Inizia il libro dicendo che come diceva con frase felice Eugenio Barisoni che " Cacciatori si nasce"...lui dice che "Dirigenti di caccia si diventa". Il libro è l’esplicazione delle norme della legge sulla caccia e norme per i dirigenti delle Sezioni(7.000) e norme per i Guardiacaccia.
E’ praticamente il Breviario/vangelo in 12 Capitoli scritto per il dirigente venatorio, interpretato dall’esperto e competentissimo Avvocato Luciano De Campo, sulla struttura che deve avere la Sezione Comunale, Provinciale e Regionale della FIDC, la legge nazionale, i parchi,le bandite e le riserve...la sorveglianza,le contravvenzioni ecc. ecc.
Tutto ciò che compone e regola la Caccia in Italia.


-1962

A CACCIA NON SI INVECCHIA – Editoriale Olimpia, in 8 di pag.264, con bella copertina del pittore Roberto Lemmi.
Sono 35 ricordi venatori che parlano di cacce a tutti i selvatici della palude e del cane da ferma...starne, lepri, beccaccini, croccoloni ecc. ecc.," dai camosci alle allodole"...parafrasando l’amico Adelio Ponce de Leon. Un bellissimo libro.         

 

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