CÙNTI RI CACCIA di Alessio Palazzolo
- Scritto da Alessandro Bassignana
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Quando Alessio Palazzolo mi contattò, chiedendomi se potevo scrivergli una breve prefazione per il suo libro, ne rimasi stupito, ma accettai subito, lusingato e pure incuriosito dalla nuova esperienza che mi veniva offerta.
Quello che poi stuzzicava la mia attenzione era il fatto che lui avesse sì scritto di caccia, la mia autentica passione, ma raccontandola a modo suo, e facendoci fare un breve viaggio tra la cultura venatoria e le tradizioni della sua bella terra: la Sicilia, Cinisi e Terrasini in particolare, zone dove lui è nato e vive.
La caccia per Alessio prima di tutto è un grande amore per il suo territorio e la gente che lo popola, linfa vitale che impregna quasi l’anima e sgorga, parola dopo parola, mentre lui ci racconta di quelle sue magnifiche terre riarse dal sole e che s’affacciano al mare blu e profondo del Tirreno, e dove la montagna non è certo quella mia alpina, ma è altrettanto bella e ricca di fascino.
E dunque caccia al coniglio con il cirneco e il furetto, piuttosto che a migratori come allodola, quaglia e beccaccia; tecniche venatorie, ma anche storia di un popolo e gente che seppe trarre sostentamento pure da queste pratiche per arricchire di nobili proteine la povera alimentazione di quei tempi; caccia in tutte le sue forme, come quella fatta da ragazzini a lucertole ed uccelletti, ma anche bracconaggio in epoche che ora ci paiono molto lontane mentre sono vecchie solo di qualche decennio.
Il libro di Alessio è una sapiente raccolta di queste esperienze, esposte in forma di “cunti”, brevi racconti in cui la lingua vernacolare è sempre presente, ma noi, memori delle appassionanti letture di Camilleri, siamo ormai diventati esperti, e ben ci sappiamo ben districare tra le pagine del libro senza che quell’uso diventi fastidioso, oppure incomprensibile.
E poi ancora poesie, aneddoti, oltre ad un ricco glossario di termini dialettali che aiutano il lettore a ritrovarsi tra le pagine del libro, molto ben scritto e garbato nei toni e nell’esposizione, fluido, intraprendendo un suggestivo tour venatorio tra le terre di Sicilia, quasi che questa fosse una battuta di caccia effettuata con un amabile compagno d’avventura.
Molte poi sono le foto che arricchiscono le pagine del libro, in bianconero o con i colori un po’ sbiaditi del tempo, e tutte ci proiettano in un mondo che forse ora non c’è più, ma certo ha fatto parte della vita di generazioni di siciliani e così, allo stesso modo e da altre parti, anche di moltissimi altri italiani.
Grazie Alessio per quest’esperienza, e complimenti per il tuo lavoro che ci regala una volta in più la consapevolezza di come l’attività venatoria faccia parte della storia dell’uomo, delle sue più profonde tradizioni e, perché no, della sua autentica cultura.