Approvato il "
Collegato alla Legge di Stabilità" con la quale Regione Piemonte comincia a mettere mano alla legge regionale, la
n.5 del 19/06/18, voluta dall'assessore
Giorgio Ferrero e dal presidente
Chiamparino.
Ora inizierà l'iter legislativo, ma in breve il testo potrebbe diventare legge.
I cacciatori piemontesi, scesi in piazza l'8 giugno 2018, proprio alcuni giorni prima della promulgazione della legge, avevano chiesto alla nuova maggioranza di "cassare" quel provvedimento legislativo, che rendeva i piemontesi i cacciatori più penalizzati d'Italia e d'Europa, o quantomeno di modificarla profondamente.
Dopo mesi d'attesa qualcosa finalmente sta venendo alla luce, e se non tutte le richieste dei cacciatori subalpini sono state accolte (per ora!), qualche significativo passo in avanti è stato fatto; l'assessore Marco Protopapa (Lega) l'aveva promesso in tutte le occasioni d'incontro avute con in cacciatori dopo il 26 maggio 2019, quando si tennero le elezioni regionali
Non si parla ancora di restituire ai cacciatori le domeniche di settembre, ma cade l'assurdo divieto che impediva agli appassionati piemontesi di cacciare molte specie altrove consentite; questa per le associazioni venatorie era la...madre di tutte le guerre...perché gli scontri tra politica mondo venatorio erano proprio nate attorno al divieto di cacciare pernice bianca e lepre variabile, un provvedimento adottato dall'astigiano Ferrero (PD) non appena venne insediato.
Ora, com'era già nell'abrogata lr.70/96, invece si farà nuovamente riferimento alle specie cacciabili indicate dalla legge nazionale, la 157/92; ma, come nel caso della tipica fauna alpina (che ritorna cacciabile al 100% delle specie presenti, e non limitata ai soli galliformi alpini) supportata da appositi censimenti che ne confermino la consistenza, e con rigidi piani di prelievo.
La maggioranza di Centrodestra, che aveva sfilato con i cacciatori l'8 giugno (Ricordate? La Caccia s'è Desta), s'era impegnata a restituire ai calendari venatori quelle specie, ed altre vietate successivamente, ed ora si appresta a mentenere la promesse.
Altri interventi significativi sono legati ad ATC e CA, dove sparisce il limite minimo di 50.000 ettari e si offre la possibilità di derogare sul numero dei foranei (cacciatori di altre Regioni) ammessi, ora fissato al 5% per i comprensori e 10% per gli ambiti.
Cade anche l'incompatilità tra enti locali e mondo venatorio, e dunque non sarà più impedito al rappresentante di una categoria entrare nei comitati di gestione se appartenente anche all'altra (es. il sindaco, o consigliere comunale, che sia anche cacciatore).
Novità anche sulla caccia di selezione, ed al cinghiale in particolare, con la possibilità di estendere l'orario di caccia, o effettuarla con l'utilizzo di fonti luminose.
Si potrà immettere selvaggina sul territorio anche dopo il 30 luglio, evitando così di liberare animali condannati a rapida morte, come successo durante la torrida estate del 2019, e spariscono le inutili "bande retroflittenti" dall'abbigliamento ad alta visibilità, provvedimento frutto della fantasia di qualche impreparato burocrate.
Queste, e trovate qui allegato il "Collegato" (di caccia si parla a pag.8 e pag.24), sono quelle che noi crediamo essere solo le prime modifiche alla legge regionale, ma speriamo presto possano seguirne altre, e che il Piemonte, venatoriamente parlando, torni ad essere una Regione normale.
Allegato testo integrale del Collegato