Caccia, video, sponsor & company!
- Scritto da Marco Benecchi
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La tragedia del Covid 19 - Coronavirus “Una pandemia mondiale di dimensioni Bibliche!” come viene definita, non si può certo commentare.
Chi se lo sarebbe mai immaginato di dover vivere, in un periodo di pace, in una situazione così drammatica, così pericolosa. Comunque il nostro governo ha preso delle precauzioni e tanti bravi medici e infermieri rischiano la vita quotidianamente per cercare di fermare, o almeno contenere l’epidemia. A noi, viene chiesto un solo, piccolo sacrificio…, se sacrificio si può definire starsene seduti sul divano in salotto, quello di rimanere a casa, di cercare di evitare il più possibile il diffondersi del contagio.
Quando andavo ancora a scuola o quando ancora lavoravo come dipendente, sarebbe stato come la manna caduta dal cielo, mentre ora, trascorrere ventiquattrore all’interno di un appartamento chiuso (specialmente per chi è abituato ad andare a caccia almeno duecento giorni l’anno) potrebbe essere pesante!
Personalmente ho la fortuna di possedere un piccolo appezzamento di terra dove tengo i miei cani, qualche gallina ed anche qualche merlo, così per poterli accudire ho il pretesto di potermi spostare, ma una volta rientrato in casa e sbrigate le solite faccende quotidiane, non mi resta altro da fare che controllare i miei Blog (ebbene si, lo ammetto, sono un “Blogger!”) o magari guardare un video di caccia o di pesca subacquea su You Tube o su Sky Caccia & Pesca, ora che è gratis, di libera visione.
Io, che ci crediate o no, nonostante tutto, non ho mai contratto l’abbonamento, non perché sia prevenuto o per qualche altro motivo, semplicemente perché ho sempre poco tempo disponibile e quel poco magari lo uso per dedicarmi ad altro.
A questo punto qualcuno di Voi potrebbe pensare: “detto così sembrerebbe tutto perfetto, dov’è il problema?”
Il problema invece c’è, almeno per me, che della caccia ho sempre fatto una ragione di vita, una passione viscerale, anche un semi-lavoro che ho coltivato per quasi cinquant’anni prodigandomi “anche” per cercare di condividere le mie esperienze, sia positive sia negative, con quelle gli altri.
Sono titolare di porto di fucile per uso caccia dal lontano 1976. In oltre venticinque anni di intenso lavoro come pubblicista, giornalista “Free lance”, tester ho scritto centinaia di racconti e articoli sulla caccia a palla, sui calibri da carabina (ho pubblicato Tre speciali su tutte le più diffuse munizione a palla da caccia) e sugli accessori in generale.
I miei articoli sono apparsi su molte Riviste di settore come: Sentieri di Caccia, Caccia Alpina, Caccia al Cinghiale, La voce del Terrier, Armi e Tiro, Caccia+, Armi & Balistica, Stagione Caccia, DIANA etc.
Ed ho anche ricoperto il ruolo d’esperto d’armi e di calibri rigati per il canale digitale Seasons di Sky.
Inoltre ho postato in rete più di ottanta video su You Tube e spesso vengo sentito come consulente da alcune fabbriche di armi, munizioni ed accessori per collaudare i loro prodotti.
Insomma, vivo il nostro magico mondo a 360° ed ormai credo che di cose da imparare, ce ne siano rimaste davvero poche, ma mai disperare. Infatti, quando mi capita di vedere un bel filmato di caccia, specialmente in italiano, sono sempre curiosissimo di conoscere: arma, cannocchiale, calibro, tipo di palla, foggia e peso utilizzati durante la caccia.
Cerco avidamente di carpire i segreti dei protagonisti, le loro tecniche di caccia, il modo di sparare, la scelta dell’abbigliamento e tanto altro ancora. In poche parole, “vorrei” che dalla visione di quel video, riuscissi anche a trarne qualcosa di utile, oltre ad aver passato trenta – quaranta minuti immobile davanti al televisore.
Prediamo ad esempio i famosissimi video con un giovanotto tedesco come protagonista che fa stragi di cinghiali con una precisione incredibile, quasi fosse un giocoliere in un circo; beh, non ricordo a che episodio siano arrivati, ma sono tutti uguali, di una monotonia unica, quando ne hai visto uno li hai visti tutti.
Sul canale nazionale vorrei qualcosa in più, di più poetico, tradizionale, informativo, didattico.
Ed invece?
Quando vedo certi filmati mi arrabbio e basta.. E mi domando: ma come si fa a trasmetterli? Come si fa a permettere a certi autori di fare, o peggio ancora di dire certe cose! Ma lo sanno oppure no che il canale è destinato a dei Cacciatori che spessissimo sono con la C maiuscola?
La scena che mi ha fatto partire l’embolo è stata quella vista durante una battuta di caccia in Spagna alla Barbary Sheep.
In apertura della puntata un cacciatore ha subito detto che: "Nel rimontare il cannocchiale sulla sua Blaser con l'attacco NON originale ha trovato dei malfunzionamenti perché s'era allentato" Cosa?
Non l’ha specificato, forse perché non era neanche vero o forse perchè non voleva perdere l’occasione (creata ad Hoc?) per denigrare un ottimo attacco di produzione italiana che io invece non cambierei con il tanto blasonato “originale”? O magari la sua R 8 doveva essere in un calibro “normale” quando invece si voleva propagandare la nuova 6,5 Creedmor dell’accompagnatore… con canna da tiro “bull barrel”, davvero la scelta ideale per la caccia in montagna?
Ma passiamo oltre. Con l'animale fermo a 220 metri, ma con con l'arma tarata a 100, l'accompagnatore-proprietario della carabina (cappello, binocolo, cinta, cintura, giacca, zaino, pantaloni, mutande, bretelle, portafoglio, penna, accendino, coltello, t-shirt, scarponcini, calzini, lacci, gel per capelli, dopobarba, tutto marcato Blaser), gli ha sussurrato: “Devi dargli 7 click in senso orario!”.
Capisco la marchetta pubblicitaria – redazionale, ma “dovrebbe esserci” un limite a tutto, come ad esempio cercare di evitare di prendere in giro le persone, in particolare quei cacciatori di montagna che con una Voere, una Cz o una carabina artigianale ricavata da un vecchio Mauser K 98 con sopra un misero 6 x 42 hanno abbattuto centinaia di camosci da 50 a 350 metri senza neanche immaginare l’esistenza delle torrette balistiche.
Una Serie che devo dire mi è piaciuta parecchio è stata quella interpretata da un signore piuttosto anziano (spero che non si offenda!), che pratica la caccia in Alta montagna sulle Alpi piemontesi.
Brava persona, grande conoscitore del territorio e della fauna alpina, buon tiratore, ma piuttosto avaro di consigli e confidenze. L’ho visto protagonista di tre – quattro video e non ha MAI descritto l’arma, l’ottica, il calibro e il tipo di palla utilizzata. Idem per il tiro, non ha MAI descritto dove ha mirato, come si è tenuto col reticolo, etc etc.
Ma ci vuole così tanto? In una caccia, quella a palla, dove il 90% del successo dipende proprio dalla perfetta combinazione di molti fattori tecnici legati all’attrezzatura usata.
Forse mi sbaglierò, ma mi sembra che ormai ogni serie televisiva sia una competizione tra marche e sponsor, con una smania di strafare pur di non rimanere indietro alla concorrenza. La passione per il bel video, girato con criterio ed “anche” a scopo didattico-informativo è praticamente finita.
Ora occorre sfornare video o micro video a più non posso per poter essere sempre in prima fila con la presentazione di questa o quella marca di armi o di accessori.
Che tristezza! In un video con la brava, bella e famosa pittrice Giusy Rampini, che colgo l’occasione di salutare e di complimentarmi con lei per la sua bravura anche come cacciatrice; dopo un perfettissimo abbattimento di un camoscio, la protagonista ha sottolineato di aver usato un vecchio cannocchiale Swarovski 6 x 62 montato su una splendida Mauser Europa 66 calibro 6,5 x 68 S Mi sarebbe piaciuto conoscere anche il tipo di palla utilizzata, ma capisco che sarebbe stato pretendere un po’ troppo. Intendiamoci bene, io non voglio criticare il lavoro degli altri, perché sempre di lavoro si tratta (e questo secondo me è già un male, perché certi video dovrebbero essere fatti principalmente per altri scopi e non per sbarcarci il lunario!), ognuno può fare quello che gli pare finché glielo permetteranno, ma davvero mi dispiace aver ridotto un canale televisivo alla stregua di uno mega spot pubblicitario, come direbbe mia nonna: senza né arte né parte. Ed io aggiungerei, senza più quella magica atmosfera che invece non dovrebbe mai mancare.
Marco Benecchi