PROVE D'UNITA' A TORINO
- Scritto da Alessandro Bassignana
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Venerdì 8 giugno 2018 a Torino si è tornati a parlare di unità, ma non quella d’Italia che dalla città subalpina partì nel 1861, bensì quella del mondo venatorio che, a conti fatti pare molto più difficile da raggiungere di quell'altra.
Quel giorno a Torino migliaia di cacciatori sono scesi in piazza in quella che, oltre ad esser stata una straordinaria dimostrazione d’orgoglio, era una vera e propria manifestazione di solidarietà verso i loro colleghi piemontesi, penalizzati e discriminati da una nuova legge sulla caccia che…addirittura gli vieta di esercitare la loro passione alla domenica.
Infatti proprio in quei giorni il Consiglio Regionale del Piemonte stava votando il DDL 182, voluto dall’assessore Ferrero del PD per colmare la lacuna originatasi sei anni prima quando, ad evitare un referendum che avrebbe limitata moltissimo l’attività venatoria, venne abrogata la l.r. 70/96.
Il disegno legge del centrosinistra agli occhi dei cacciatori piemontesi appare un vero e proprio “de profundis” recitato alla loro passione, tanto da contenere limiti e divieti più che unici in tutta Italia, e tali da rendere ormai il Piemonte la regione con la legge più restrittiva d’Europa.
Inutile qui ricordarli tutti, prima di tutto perché sono così tanti da non sapere da quale di questi partire, e poi anche perché ci si aspetta che lo stesso Governo impugni la nuova legge di fronte alla Corte Costituzionale, ma quanto meno il violentissimo attacco politico alla caccia ha convinto il mondo venatorio ad unirsi: erano infatti presenti praticamente tutte le associazioni venatorie italiane, riconosciute e non, e molte di queste erano rappresentate dal loro presidente nazionale.
E così l’8 giugno un civilissimo corteo partendo dall’immensa piazza Vittorio Veneto è sfilato lungo via Po sino a raggiungere piazza Castello e la sede di Regione Piemonte, dove una delegazione è stata ricevuta dall’assessore Ferrero e dal presidente Sergio Chiamparino, per manifestare il proprio dissenso verso le decisioni della politica piemontese, rimarcando quanto avviene nel resto d’Italia e in Europa, e ricordando a tutti il peso e il valore della caccia dal punto di vista economico e occupazionale.
Gli organizzatori della manifestazione, non a caso battezzata “La Caccia s’è desta”, avevano invitato anche i politici di tutti gli schieramenti, e così tra le file dei manifestanti si sono visti consiglieri regionali, deputati, senatori ed europarlamentari, e non solo di quei partiti che in Piemonte si collocano all’opposizione, ma pure di quello di presidente e assessore alla caccia subalpini.
Alcuni di questi hanno voluto accompagnare i dirigenti venatori e partecipare all’incontro con Chiamparino, forse a significare come la partita politica non debba considerarsi ancora chiusa, e certamente ricordando come tra nemmeno dodici mesi in Piemonte si tornerà al voto per rinnovare l’amministrazione regionale.
Ora sta al mondo venatorio fare la sua parte, tenendo ben presente come baruffe e divisioni non portino da nessuna parte, e come diventi ora necessario cominciare a comportarsi da vera e propria “lobby”.
A Torino…La Caccia s’è desta!