AL LUPO! AL LUPO!
- Scritto da Alessandro Bassignana
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“Provocazione, convegno di parte, non…prettamente tecnico”, questa e altre stupidaggini si sono scritte nei giorni passati per boicottare l’iniziativa promossa dalla Confederazione Italiana Agricoltori, la CIA.
“AL LUPO! AL LUPO!” era il nome scelto per il convegno, e non casuale era stata la scelta di Fenestrelle (TO), in Alta Val Chisone una zona dove la presenza dei lupi si fa sentire sempre più pressante, con le giustificabili preoccupazioni da parte di pastori e allevatori.
Era stato Roberto Barbero, dinamico e coraggioso presidente provinciale di Torino, supportato e sostenuto dal neo presidente regionale Gabriele Carenini, a…sfidare le ire degli animalisti, e di qualche incerto amministratore pubblico che temeva d’essere bersaglio di critiche e…non solo!
Il convegno era stato indetto già da molto tempo, ma negli ultimi giorni su esso si sono addensate dense nubi, e s’è temuto potesse essere rimandato se non addirittura annullato, anche per alcuni farneticanti messaggi apparsi su gruppi e pagine Facebook pro-lupo.
Prima di tutto l’amministrazione del Comune di Fenestrelle, guidata dal sindaco Michel Bouquet e dove s’era organizzato l’evento, che s’è dissociata prendendone le distanze; e poi l’Ente delle Aree protette Parco delle Alpi Cozie che, pur invitato, ha liquidato l’iniziativa sostenendo d’essere stato avvisato con ritardo, e rimarcando come altre iniziative simili fossero previste a fine maggio, e ancora in autunno, presso il Forte di Fenestrelle.
Era la comprensibile difesa dei sostenitori del Progetto Life WolfAlps, ormai terminato nella sua fase “ordinaria” (esiste quella post life) e che tante polemiche ha destato per i molti soldi spesi, circa sei milioni e mezzo d’euro co-finanziati dalla UE, rispetto ai contestati risultati prodotti, specialmente in relazione alla popolazione stimata di lupi alpini, quelli piemontesi in primis.
La sala era gremita al limite della capienza, e v’erano molti esponenti del mondo agricolo, di quello ambientalista e animalista, cacciatori, oltre a gente del posto, interessata al fenomeno lupo. Un paio di carabinieri erano presenti, a garantire l’ordine pubblico.
Dopo un intervento dell’UNCEM Piemonte, Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti Montani, Roberto Barbero ha aperto la discussione snocciolando una serie di dati piuttosto chiari e preoccupanti, tali da far emergere l’incoerenza dei dati di WolfAlps rispetto al numero di predazioni e segnalazioni, ma specialmente per l’altissimo numero di lupi rinvenuti morti, in gran parte investiti da auto o treni, in Piemonte nell’ultimo biennio. In particolare si è fatta rilevare la prossimità di lupi, singoli o in branchi, in prossimità di abitati e strade, e non solo più in montagna, ma pure in pianura. Barbero ha ricordato i casi della Francia, e specialmente della pacifica e ambientalista Norvegia, dove il numero dei lupi viene controllato in maniera molto severa.
Particolarmente applaudito l’intervento di Ivan Monnet, giovane pastore dell’Alta Val Pellice che convive con il problema lupo per tutto l’anno, sia quando staziona con le sue bestie a fondovalle, che quando sale agli alpeggi, ad oltre duemila metri di quota.
Ivan ha raccontato della sua vita, dei problemi logistici e delle preoccupazioni determinate dalla presenza dei lupi sul territorio, delle recinzioni da spostare continuamente, dei cani da guardiania difficili da gestire e pericolosi per l’incolumità di viandanti ed escursionisti, ma pure degli inascoltati appelli agli amministratore di Regione Piemonte.
Hanno poi parlato un rappresentante dell’ASL TO3, competente per quel territorio ogni volta che vengono segnalate predazioni su bestiame domestico, il vice sindaco della Città Metropolitana di Torino, con delega all’Ambiente e il commissario del Comprensorio Alpino Torino 1 (Valli Pellice, Chisone e Germanasca).
Due interventi non previsti, ed inseriti all’ultimo, sono stati riservati ad un rappresentante del mondo animal-ambientalista e di quello venatorio.
E poi toccato alla politica, con due consiglieri regionali, un deputato e un senatore, tutti piemontesi, ma per la verità anche di quelli legati al territorio, e che si sono sempre interessati delle comunità locali e dei problemi di allevamento e pastorizia alpina.
Sono intervenuti Elvio Rostagno (PD) e Gianluca Vignale del Movimento Sovranista, politici regionale, e poi Mino Taricco (PD), ora senatore ma che fu assessore ad agricoltura, caccia e pesca di Regione Piemonte, e Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia che ha ricordato come nel comune dove fu sindaca, Giaveno, negli ultimi anni siano stati denunciati due attacchi del lupo all’uomo, l’ultimo dei quali riconosciuto dalla stessa Life WolfAlps dopo che l’ISPRA rinvenne il DNA di due lupi sul pantalone lacerato dell’aggredito.
Tutti i politici, per la verità senza esclusione, hanno comunque rimarcato come il fenomeno meriti massima attenzione, e, pur nella difesa della specie lupo, ci si debba interessare di quella delle attività umane e del bestiame domestico, e diventi quini necessario disporre di dati attendibili, in modo tale da poter avviare azioni di contenimento qualora i lupi diventassero davvero troppi, come sembra essere a molti!
Ha chiuso il convegno Gabriele Carenini, che ha ribadito come CIA non abbasserà la guardia, e continuerà nella difesa delle attività di allevamento e pastorizia, e se i lupi sono troppi si pensi pure a ridurne il numero, attuando il Piano Lupo che…giace al Ministero in attesa d’essere ripreso in mano.
In sala vi sono state numerose proteste da parte del mondo agricolo, ma nessun diverbio particolarmente acceso tra le parti e alla fine si deve plaudire al coraggio di CIA e Roberto Barbero, capaci di difendere con coraggio e coerenza le ragioni dei propri associati.
Il lupo sulle Alpi (e non solo lì!) c’è, ed è sempre più numeroso e confidente, davvero ora rischia di tramutarsi da risorsa in problema e dunque bisogna cominciarlo a gestire;anche il mondo venatorio deve venire allo scoperto, così come capita in tutto il resto del mondo civile, rendendosi disponibile a raccogliere dati e fornirli ad organismi davvero competenti e super partes. Che al momento non ci sono.
Di cacciarlo, e questo i cacciatori l'hanno rimarcato, non c'interessa, ma qualcuno deve fare qualcosa. Prima che sia troppo tardi!