Quando sul lupo...si danno i numeri!
- Scritto da Alessandro Bassignana
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Credevate fossero lupi?
E invece no, quelli che vagano sulle Alpi italiane, dalle Marittime alle Giulie, evidentemente debbono essere dei conigli, o come tali riescono a riprodursi.
Infatti sui lupi alpini ultimamente sono in molti…a dare i numeri, e questa volta il termine potrebbe essere quello più giusto, quantomeno per quello che ci è stato raccontato nelle ultime ore.
Oggi a Trento sono stati comunicati i dati relativi alla consistenza di questi formidabili predatori sull’arco alpino italiano, e sembra che tra Piemonte e Friuli siano presenti almeno 47 branchi, oltre a 6 coppie e certamente qualche soggetto isolato.
A comunicarlo sono stati i ricercatori del Progetto Life WolfAlps, munificamente cofinanziati dall’Unione Europea con quasi quattro milioni e mezzo d’euro dei più di sei che costa il tutto.
E così mentre Reinhold Messner, il famoso alpinista altoatesino, intervistato dal Corriere delle Sera sostiene che i lupi vanno controllati di numero perché animali pericolosi, proprio sui numeri bisogna aprire un discorso a parte, perché quelli…non tornano, non tornano affatto!
Nel 2016, a Cuneo, in casa dei principali beneficiari del ricco progetto europeo, e cioè il Parco Naturale delle Alpi Marittime, erano state comunicate stime numeriche molto diverse, e che noi subito contestammo.
Infatti, secondo gli stessi ricercatori presenti oggi a Trento, i lupi sulle Alpi nel biennio 2014-15 sarebbero stati un minimo di 157 soggetti, divisi in 23 branchi, di cui 21 in Piemonte (14 in provincia di Cuneo e 7 in quella di Torino) ed 1 a testa in Val d’Aosta e Lessinia (VR); a questi s’aggiungevano ben 9 coppie, ma di queste solo 4 sarebbero state riproduttive. E come facessero a saperlo quelli di WolfAlps resta un mistero, nemmeno se le…lupe si fossero confessate da loro!
Per nulla convinti decidemmo di cominciare a raccogliere i dati, censendo avvistamenti e predazioni, ma specialmente tenendo il conto degli esemplari recuperati morti in Piemonte, e dunque…sicuramente presenti sul territorio subalpini prima dell’improvviso decesso.
Ebbene, in poco più di dodici mesi superammo di slancio “quota trenta”, la gran parte dei quali erano stati investiti, alcuni uccisi da consimili e qualcuno morto sicuramente per mano dell’uomo; sembrava quasi che automobilisti piemontesi o treni potessero portare all’estinzione un animale sopravvissuto a secoli e secoli di persecuzioni feroci, considerando anche come quel numero rappresentasse circa il 20% della popolazione stimata l’anno prima a Cuneo (133 soggetti).
Già quell’anno però dovette accadere qualcosa d’imprevisto, e ai lupi aumentò non solo...l’appetito di ungulati selvatici e animali domestici, ma pure quello sessuale, perché vi fu una vera e propria esplosione demografica. I nostri amici evidentemente erano tutti…allupati!
Questa volta a Torino, negli uffici di Regione Piemonte, si recitò lo stesso copione di Trento e Cuneo, con numeri snocciolati con sicurezza e tranquillità: i lupi erano cresciuti di molto in quell’anno, saliti a 31 branchi rispetto ai 23 dell’anno prima, e di questi 17 erano presenti in Provincia Granda (Cuneo), e 10 nel torinese; gli ultimi 4 sparsi…sul resto delle Alpi.
Anche qui un incremento di quasi il 40%, e in appena una dozzina di mesi.
Ora è passato un altro anno, e i lupi hanno pensato di farci un altro scherzo, incrementando ancora di oltre il 50% il loro già cospicuo numero, passando da 31 a 47 branchi!
Numerosi di questi sono ormai presenti tra Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, ma è ancora il Piemonte a registrare il record dei lupi vivi e di quelli trovati morti, tanto che la contabilità iniziata a gennaio 2016 ha ormai superato…"quota sessanta"!
Ad oggi, da inizio anno, in Piemonte siamo a 10 lupi trovati morti, di cui 1 nell’alessandrino, 3 nel cuneese, 4 nella Città Metropolitana di Torino (e tutti in Alta Val Susa), 1 in provincia di Vercelli e 1 in quella di Novara; in questi ultimi due casi si tratta del primo rinvenimento.
Di questo passo non si capisce dove si potrà andare a finire, ma di certo un “raddoppio” in soli due anni, 23 nel 2016 e 47 nel 2018 quasi fossero conigli, ci dice che o erano sbagliati i numeri iniziali, o lo sono questi ultimi; il dubbio è che lo siano entrambi!
Infine ci si chiede se questa…accelerazione numerica sia davvero legata alla straordinaria capacità riproduttiva di Ezechiele, e non invece alla necessità di “riallineare” le stime in maniera più congrua, anche perché il Progetto Life WolfAlps è ormai in scadenza, e siamo certi che qualcuno sia già pronto a bussar nuovamente quattrini all’Europa e agli altri soggetti pubblici che contribuirono al finanziamento di questo incredibile e dispendioso studio sul grande predatore carnivoro che, a quanto si legge sul loro sito, avrebbe…l’obiettivo di realizzare azioni coordinate per la conservazione a lungo termine della popolazione alpina di lupo.
Nessun dubbio che i lupi si stiano conservando nel lungo termine, ma resta da vedere quanto reggeranno ancora le popolazioni che si trovano a contatto con questi straordinari e controversi animali.