Perché la caccia deve interessarsi al lupo
- Scritto da Alessandro Bassignana
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Ieri il governo ha dato un primo assenso a quella parte del "Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia", redatta dall'Unione Zoologica Italiana per conto del Ministero dell'Ambiente e presentata nel dicembre 2015.
Si tratta di un "sì" tecnico, cui dovrà seguire quello "politico" il 2 febbraio, e se anche questo arriverà non vorrà certo dire che in Italia...riapra la caccia al lupo!
Non torneremo dunque a metter taglie sulla testa del predatore, come si faceva nell'Ottocento, esattamente 200 anni fa, pagando somme importanti per l'abbattimentodi una lupa (500 nuove lire), un lupo (400 lire) oppure un...lupicino (200 lire), ma quanto meno affronteremo il problema con maggior pragmatismo e meno fanatismo.
I lupi sono tornati a popolare la penisola, abbondanti come non sono mai stati nell'ultimo millenio, favoriti da una decisa ripresa di boschi e foreste e dall'esplosione numerica degli ungulati, anche loro al massimo degli ultimi secoli.
Noi l'abbiamo sempre scritto, precursori in questo di una battaglia che ora cercano di...cavalcare in molti, anche quelli che sino a poco tempo fa sbraitavano contro i pochi coraggiosi cacciatori che s'interessavano già ai lupi.
Il lupo era argomento tabù, e questi soloni lo pontificavano in maniera perentoria: " la caccia stia lontana dai lupi, altrimenti la gente ci accuserà di volerli uccidere perchè li vediamo come competitori..." Questa ed altre amenità venivano ripetute ad ogni piè sospinto, ignorando come all'estero, e la Francia è l'esempio a noi più vicino, i cacciatori siano considerati indispensabili per affrontare questo problema, partecipino ai monitoraggi ed eseguano i piani di controllo.
I lupi sono tanti, ma noi nemmeno sappiamo quanti essi siano realmente, accontentandoci di stime numeriche che vengono regolarmente smentite da avvistamenti, predazioni, rinvenimenti di carcasse là dove nemmeno si pensava ci fossero. Noi quelle stime le abbiamo sempre contestate con forza, anche quelle contenute nel documento dell'Unione Zoologica.
Il lupo non va cacciato, bensì gestito come ogni altra specie che non sia a rischio d'estinzione e rischi di diventare, o già lo sia, problematica.
Noi abbiamo sempre affrontato il problema, e lo scrivente tanto come divulgatore di notizie sul suo sito web Cacciando, che come dirigente venatorio di Federcaccia Piemonte, bersagliato da numerose critiche, ma convinto che questa fosse la strada giusta.
La caccia deve interessarsi al lupo, prima di tutto rendendosi disponibile a monitorarli sul territorio, insieme al mondo agricolo e quello rurale, agli enti locali, alla scienza...ma quella vera rappresentata dalle Università e, perchè no, pure dall'ambientalismo illuminato, non fanatico.
In Piemonte abbiamo lanciato un progetto che va in questa direzione, ed abbiamo incontrato l'assessore ad Ambiente e Montagna insieme a questi nostri compagni di strada, chiedendo che del problema s'occupino le istituzioni, la politica, togliendone l'attuale gestione a parchi e..."progetti" assortiti, capaci questi sì di divorare montagne di quattrini, milioni d'euro, per poi darci risultati scadenti, numeri talmente assurdi da apparire ridicoli.
Basti pensare al caso del Piemonte dove gli "esperti" un anno fa ci raccontavano come vi fossero soli 80/90 lupi, divisi in 21 branchi (14 nella provincia di Cuneo, 7 in quella di Torino) e pochi soggetti isolati. Ebbene, nella regione subalpina in poco più di dodici mesi una ventina di loro sono stati recuperati tra boschi e specialmente sulle strade di montagna, collina, ma pure della pianura, dove questi grandi predatori carnivori vagavano liberi in cerca di prede o di compagni con cui formare nuovi branchi. Oltre il 20% del totale in un anno, quasi che gli automobilisti piemontesi potessero portare all'estinzione un animale sopravvissuto a secoli, se non millenni, di caccia e talvolta persecuzioni!
Le condizioni previste dal succitato "Piano" sono molto restrittive (si potrebbe arrivare ad uccidere il 5% della stima numerica minima, mentre gli animali crescono annualmente molto di più), ed in più richiedono anche l'assenso delle Regioni che dovranno decidere degli abbattimenti, tanto da pensare che difficilmente qualcosa si farà in tempi brevi, ma almeno la strada è stata aperta, e per la caccia v'è la possibilità di dimostrare come ormai la Natura non possa essere più lasciata a sé, ma vada regolata e gestita anch'essa. Dall'uomo!
Non dimentichiamoci mai che pure noi siamo animali, e che il lupo senza il nostro intervento non ha altri predatori naturali che possano controllarlo; questa in fondo è anche la sua difesa, la garanzia che questo splendido animale continui a sopravvivere nei nostri territori, certo ridotto nel numero, ma libero e selvaggio com'è sempre stato da che l'uomo ne sentì per la prima volta l'ululato.