Ciao Luciano!
- Scritto da Alessandro Bassignana
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Quando sabato pomeriggio Simone m’ha inviato un messaggio in WhatsApp quasi non volevo crederci, e l’ho immediatamente chiamato.
“Scherzi? Ma che dici, è...morto Luciano?”
Lui, che gli era vicino come un fratello, con la voce rotta dal pianto, mi ha subito risposto:” Ti pare che potrei scherzare su una cosa simile? Luciano è morto oggi, scivolando sul ghiaccio mentre cercava di recuperare un camoscio che aveva abbattuto…” e giù, con singulti che parevano poderose martellate sulla mia testa.
Luciano era davvero morto in montagna, sì proprio Luciano Ponzetto quel bravissimo veterinario ed appassionato cacciatore torinese che avevo conosciuto ed imparato a rispettare, come si deve sempre fare con gli amici.
Luciano, l’uomo che l’anno prima era stato…triturato e massacrato da una stampa fetida e schifosa che voleva fare lo scoop ad ogni costo, avendo scoperta la sua passione per la caccia ed alcune foto, regolarmente pubblicate su siti web, che lo ritraevano accanto a prede abbattute da lui in giro per il mondo; tra queste, apriti cielo, un magnifico leone africano!
L’occasione era troppo ghiotta per quei mercenari dell’informazione, e così il Dottor Ponzetto, stimatissimo professionista del Canavese, era stato subito accostato al dentista americano Walter Palmer colpevole d’aver ucciso il famoso leone Cecil!
Come sia poi andata con la morte del felino simbolo dello Zimbabwe ora lo sappiamo tutti, ed il medico del Minnesota proprio recentemente ne è uscito completamente pulito, avendolo abbattuto in piena regola e con i permessi e le licenze dovute, ma senza le scuse di chi l’aveva indebitamente accusato.
Nulla di strano, del resto è noto: questa cavolo di nostra Società ormai s’indigna più facilmente di fronte all’uccisione di un qualunque animale piuttosto che a quella di uomini o donne!
Com’è, come non è, il povero Luciano, per molti o per tutti, era ormai diventato il “killer” dei leoni, epigono dell’altro delinquente americano uccisore di povere bestie, tanto che all’epoca qualche imbecille chiese pure la sua espulsione dall’Ordine dei Veterinari, nemmeno se l’essere cacciatore comportasse insormontabili problemi etici che lo rendevano incompatibile con il suo mestiere. Così non è, ed è bene lo si sappia, tanto che moltissimi sono i…veterinari-cacciatori, ed in Francia esiste addirittura un’associazione fondata da loro.
In quel periodo l’incontrai e gli parlai spesso, trovandolo profondamente amareggiato e dispiaciuto, ma anche ben consapevole che chi lo conosceva davvero non avesse mai cessato di rispettarlo, volergli bene.
L’aveva patita moltissimo, umiliato nel suo essere un serio professionista, ed aveva incaricato un legale di tutelare la sua immagine; le querele erano partite a raffica, e le stava portando a casa quasi tutte, costringendo quegli asini che l’avevano così pesantemente diffamato a risarcirlo.
Poi però aveva ripreso a cacciare, perché Luciano era fatto così, e l’attività venatoria una passione sana e legittima, ma pure malattia inguaribile, tale da portarlo spesso lontano da casa, in ogni angolo del globo.
L’ultima volta che lo vidi fu alcuni mesi fa quando andai a trovarlo nel suo studio per un intervento alla mia setter Marilyn, e lì conobbi davvero il grande…dottore degli animali, accorto ed amato da tutti i suoi clienti, compresi quelli che, pur animalisti convinti, disapprovano la sua attività venatoria ma invece rispettavano le sue immense qualità professionali.
Ieri sera, quando s’è diffusa la notizia della sua morte, siti web dei giornali e gruppi social sono quasi impazziti, rimbalzandola ovunque ed aprendo a squallidissime discussioni dove fanatici d’ogni tipo e genere hanno plaudito al “karma”, piuttosto che invocata la dantesca legge del contrappasso o ringraziato quella divina.
Una morte, tragica come quella, era diventata occasione di festa e scherno per una moltitudine di idioti, uno dei punti più bassi che moralità ed intelligenza umana possano raggiungere.
Ora Luciano non c’è più, trascinato sul fondo d’un letale burrone, inferno bianco, dalle insidie del clima e di ghiaccio e gelo, che tante volte aveva saputo affrontare e superare, ma non quest’ultima!
Un giorno ci rivedremo lassù, insieme a tanti altri amici che ci hanno già lasciati.
Ciao Luciano!