Autonomia o...anarchia?
- Scritto da Alessandro Bassignana
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Ieri in Italia, o almeno in gran parte di essa, è iniziata la stagione venatoria 2016/17.
Non è stato così in poche altre regioni, nemmeno se questa particolare e tribolata nazione facesse grandi differenze tra l’una e l’altra quando deve imporre ai cittadini nuove tasse, aumentare benzina o sigarette; quando poi si tratta di attività venatoria, di caccia, allora tutto può succedere.
Non hanno così tirato fuori gli schioppi dall’armadietto gli abruzzesi, penalizzati da una decisione del Tar che accogliendo un ricorso degli ambientalisti del WWF ha bloccato loro l’inizio della stagione; a Regione Abruzzo vengono contestati, oltre alla mancanza del “piano faunistico-venatorio”, obbligatorio per legge, tutta una serie di errori già contestati e sanzionati in passato.
Chi però ora ne paga le conseguenze sono gli incolpevoli cacciatori che non sanno se e quando potranno andare a caccia, nonostante le centi.
Domenica in famiglia anche per i cacciatori piemontesi, che ormai da qualche anno hanno dimenticata l’apertura alla…terza di settembre, così come sarebbe prescritto dalla l.157/92; i più volenterosi di loro sono così potuti salire ad Usseglio, nelle Valli di Lanzo, dove Federcaccia Piemonte ha promosso la “Festa del Cacciatore Piemontese” in luogo che ospita uno dei pochissimi monumenti dedicato alla passione venatoria, nel caso quella alpina.
E dire che a differenza d'altri i bistrattati appassionati subalpini i ricorsi al Tar non li subiscono ma li fanno, e li vincono pure, anche se l’assessore alla caccia se ne frega e tira diritto per la sua strada.
Ne hanno vinti 3 sulla pernice bianca e allora i politici l’hanno pensata bella, vietando con legge regionale (l.r. n. 26 del 22/12/2015) la caccia a pernice bianca e, non ancora contenti, pure a lepre variabile ed allodola, operazione che potrebbe avere profili di incostituzionalità (sentenza n. 20 del 09/02/2012), essendo la disciplina della materia “ambiente” (le specie cacciabili ricadono sotto essa) di esclusiva competenza dello Stato.
Le regioni possono intervenirvi solo a mezzo di atti amministrativi, impugnabili da chiunque ne abbia legittimo interesse, e dunque calendario venatorio e specie cacciabili non possono essere determinati per legge; i piemontesi, rappresentati da 5 associazioni (FIDC, ANLC, Enalcaccia, ANUU, EPS) e alcuni ATC e CA, hanno sollevata la questione di fronte al Tar, che dovrà decidere nei prossimi giorni se rimetterla o meno alla Corte Costituzionale.
Nel frattempo il Tar ha emesso un’Ordinanza, la n.280 del 28/07/2016, con la quale impone a Regione Piemonte la modifica del calendario venatorio 2016/17 includendovi 11 specie di anatidi e migratori, cacciati nel resto d’Italia, ma vietati in Piemonte. L’assessore ha provveduto, e il Tar ne ha preso atto, ma ha subito comunicato che si sarebbe intervenuti nuovamente sulle 11 specie, vietandone la caccia con un nuovo atto.
Il disegno di legge n.269 è stato presentato l’8 agosto, mentre gran parte dei consiglieri regionali erano già in vacanza, ed ora si attende l’esito quasi scontato di una votazione che vede la maggioranza di centrosinistra sicura d’ottenere il voto dei 5 stelle, solitamente…poco propensi ad aiutare il mondo venatorio.
E’ dunque molto probabile che la stagione inizi regolarmente il 25 settembre, ma di lì a pochi giorni il calendario venatorio piemontese cambi nuovamente, escludendovi quelle specie di migratori e anatidi inserite a seguito dell’Ordinanza Tar e che si potrebbero così cacciare dal 2 di ottobre.
Le 5 associazioni venatorie hanno richiesto urgente audizione alla III Commissione regionale, anticipando come non accetteranno passivamente l’ennesimo sopruso: un nuovo ricorso è già pronto, e sarebbe…il quinto in 24 mesi, un record!
Ci si chiede ora quale senso abbia aver delegata la materia venatoria alle regioni, specialmente quando poi accade che basti attraversare un fiume, ad esempio il Ticino, per poter cacciare un selvatico che sull’altra sponda risulta vietato, nemmeno se la l.157/92 fosse una coperta troppo corta, da tirare dalla propria parte secondo le necessità.
Forse, e non siamo i soli a pensarla così, il sistema andrebbe ripensato.
In fretta però, perchè l'autonomia non diventi anarchia!
Alessandro Bassignana