Sicurezza innanzi tutto
- Scritto da Alessandro Bassignana
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La stagione di caccia è appena iniziata che già si registrano i primi incidenti e, ahimè, i primi ferimenti e morti. A fine stagione, lo temiamo, saranno di più, forse alcune decine.
Questo scatenerà le solite polemiche, speculazioni di chi pescando nel torbido vuol far passare l’attività venatoria come pericolosa per…salute e incolumità pubblica.
Noi siamo certi non sia così, e basterebbe solo confrontare il pur sempre drammatico bilancio in vite umane di altre attività ludiche o sportive con la nostra per accorgersene: quanti appassionati alpinisti lasciano le loro vite scalando le cime alpine? E quanti incauti nuotatori affogano nei mari o nei laghi italiani? Oppure ancora: quanti ciclisti vengono investiti dalle auto o escursionisti s’ammazzano per imprudenze varie? Persino chi s’avventura a cercare funghi senza preparazione od adeguata attrezzatura rischia la pelle; insomma tutti coloro che esercitano attività all’aperto, a contatto con la natura, espongono la propria vita, e talvolta quella altrui, a rischi notevoli.
A caccia in Italia ci vanno circa 700 mila persone, con una media, noi crediamo, di almeno 30 uscite l’anno a testa, e dunque si tratta di oltre…21 milioni di uscite sul territorio, un numero elevatissimo per non mettere in preventivo il verificarsi di eventi negativi, tragici talvolta.
Molte delle morti che si registrano ogni anno nell’attività venatoria sono legate a problemi di salute come il classico infarto, o la caduta accidentale, persino all’incidente stradale, ma la caccia però ha un elemento in più, e su questo noi tutti possiamo e dobbiamo intervenire: l’uso dell’arma!
Sappiamo bene come molto si sia già fatto in termini di sicurezza, ma crediamo ancora non basti e si debba fare di più. Chiaro che a far la differenza deve essere sempre il singolo cacciatore, la sua prudenza, perché i sistemi per ridurre al minimo gli incidenti ci sono: le armi sono dotate di sicure sempre più perfezionate, e poi, bisogna ricordare come…un’arma scarica non spari, e dunque, se non se ne può fare a meno come nel caso di una battuta, è buona norma evitare di procedere con il fucile carico, specialmente se si fa una caccia di movimento.
Così come non v’è nulla di disdicevole se s’indossano indumenti ad alta visibilità, e questo non solo per i “cinghialai” o chi cacci in prossimità di una battuta, ma come regola generale per noi e chi c’accompagna; accortezza questa sempre valida ed atta a renderci facilmente individuabili. Anche…per la vigilanza, aggiungeranno ora i malpensanti, ma fosse pure così nulla ci sarebbe di male se non s’ha niente da nascondere.
Sicurezza in primis, perché oltre al danno sociale arrecato dalla perdita d’una qualunque persona esiste anche quello arrecato alla nostra immagine di cacciatori. La caccia ha già così tanti problemi che almeno di questo potrebbe fare a meno. Con buona pace di tutti quegli idioti che sono immediatamente pronti a strombazzare, e talvolta persino festeggiare, la morte di un cacciatore!
Alessandro Bassignana