Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Quale...apertura?

Quale...apertura?
Domani in sedici regioni aprirà la caccia, o meglio vi sarà la così detta “preapertura” a una dozzina di specie migratorie, perché la partenza ufficiale della stagione, quella che quasi ogni cacciatore considera…la vera apertura, è collocata più avanti, alla terza domenica di settembre come stabilisce la l.157/92. Questo almeno in gran parte dell’Italia. 
 
In realtà è da molti mesi che si spara ai selvatici, e questo perché da quando anche il Belpaese è diventato rifugio di ungulati, e si è sviluppata la caccia di selezione, già in aprile iniziano i piani di abbattimento: prima cinghiali, poi ai caprioli ed ora tocca anche a camosci e mufloni. Per ultimi arriveranno daini e cervi. S’andrà avanti sin dopo la chiusura dell’entrante stagione, a marzo 2017.
Dunque l’appassionato italiano che pratichi più forme venatorie diluisce le sue emozioni nel corso dell’anno, potendo usufruire di un numero di giorni caccia decisamente elevato.
Ciò nonostante a molti pare che la situazione sia ben peggiore di un tempo, e questa è una percezione su cui bisogna riflettere attentamente. Certo chi cacci la piccola migratoria ha ben donde di lamentarsi, confrontando la situazione attuale a quella di alcuni anni, o anche solo guardando a cosa accade in altre nazioni a noi vicine, come Francia, Spagna o Grecia. 
E forse può farlo anche il codaiolo, il cacciatore di stanziale, che fatica a trovare selvaggina autentica, dovendo accontentarsi di fagiani pronta caccia o di starne che mai potrebbero superare l’inverno; certo, poi anche per lui arriverà la beccaccia e allora qualche soddisfazione potrà togliersela.
La stessa cosa si potrebbe dire per gli appassionati dell’orecchiona, ormai più legati alle prestazioni dei loro segugi che ad un carniere sempre più povero. Se poi si sale ai monti, ahimè, allora ci si scontra contro la pressante richiesta del mondo animalista ed ambientalista di veder chiusa per sempre la caccia alla tipica fauna alpina.
Restano cinghiale ed ungulati, la salvezza della caccia italiana, come son soliti scrivere alcuni. E questo…magari sino a che il lupo non avrà sostituiti i cacciatori! 
Troppo poco? Forse sì, ma questo al momento passa il convento ed a tutto ciò dobbiamo farci il callo.
 
Ad ogni buon conto domani sarà un bel giorno per molti di noi, e solo questo conta; cerchiamo solo d’essere rispettosi e attenti alla sicurezza delle persone, perché la caccia moderna non è più certo quella dei nostri padri e nonni, e forse nemmeno quella che molti di noi hanno conosciuta, ma resta pur sempre una disciplina affascinante e che fa palpitare i nostri cuori. Va conservata e trasmessa ai posteri, non consumata malamente sino ad esaurirla.
 
In bocca al lupo Amici Cacciatori!
 
Alessandro Bassignana
 
Altro in questa categoria: Sicurezza innanzi tutto »
Torna su

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura