Lupin dei forcelli
- Scritto da Alessandro Bassignana
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Lupin dei Forcelli
Il pelo fluente lo fa elegante,
l’olfatto potente lo rende il più grande,
la forza ch’esprime
spaventa chi guarda.
L’ho visto cacciare
un giorno d’autunno,
un sole cocente
squassava le menti,
svuotava i polmoni,
svegliava i dormienti.
Un setter grandioso
inglese di sangue,
d’italico suolo,
di razza imperante.
Correva e cercava,
spazzava i suoi monti
dal fondo alla cima,
tra rocce scoscese
e antiche foreste.
Trovava e fermava,
naso rialzato,
occhio da duro,
rivolto al bel cielo
d’azzurro più scuro.
Lupin dei forcelli,
più furbo di quelli,
l’insidia tra i pini,
tra muschi e licheni,
ovunque rifugian
quei nobili uccelli.
S’inchioda d’un tratto
sui forti crinali,
frementi le nari,
lo sguardo altero
par vero guerriero.
Li punta feroce
sapendo chi sono,
i diavoli neri,
i galli del sogno,
selvatici veri.
Là sotto lo sanno
che certo li ha presi,
non sbaglia da sempre
quel grande campione.
Risalgon di fretta,
gli amici affannati,
son Meo e figlioli
suoi grandi padroni,
fucile ormai pronto
s’aspetta l’involo.
Si stacca potente,
chimera volante,
che fionda giù a valle
fischiando tra i rami,
schivando le piante.
Esplode un suono
che spegne quel volo,
si serran le ali
svolazzan le piume.
Si lancia l’amico
seguendo la scia,
lo trova tra i pini
e lo porta ancor fiero.
Lo posa silente,
poi parte di nuovo.
Alessandro Bassignana