La Regina nella neve
- Scritto da Ezio Cardinale
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Gianfranco Capoccia, detto Gianni, è un appassionato cacciatore, di quelli che ci sono "nati cacciatori" e pertanto ci intendiamo bene, visto che anch’io sono di quella "razza".
Ma come tutte le persone, non è certo solo quello. In primis è custode di una Famiglia meravigliosa, è Amico di Amici veri ed affezionati, anche se a volte un po’ ….goliardici.
Ed è molto altro ancora, tra cui anche Sindaco del comune di Serralunga, nonché tra i fondatori dell’Arcicaccia in provincia di Cuneo e responsabile delle guardie giurate venatorie di questa associazione.
La sera del 22 gennaio u.s., verso le 18.30, sta uscendo dal municipio e la nevicata intensa, che si protrae ormai da varie ore, lo avvolge appena è fuori dal portone dello storico stabile. Si stringe nella giacca e, con l’occhio esperto del conoscitore della natura e dei suoi abitanti, quell’occhio che soprattutto i cacciatori possiedono, scorge un’ombra tra la neve che gli si avvicina fluttuando nell’aria gelida.
D’istinto la riconosce subito ma razionalmente stenta a crederci. Eppure è proprio lei! La regina del bosco, così come viene definita la beccaccia dai cacciatori. Più che un vero e proprio migratore, una specie errante, che cerca, a seconda della stagione ed delle condizioni meteo, habitat ad essa favorevoli, che ha un areale di distribuzione vastissimo, ovvero buona parte del nord Europa, della Russia e dell’Asia, in zone, per sua fortuna, perlopiù selvagge e comunque non adatte alle attività lucrative e di sfruttamento intensivo degli habitat e delle risorse naturali di cui si nutre il consumismo sfrenato di una parte dell’umanità.
Durante la stagione invernale arriva anche in Italia ed in altri Paesi mediterranei.
Si posa proprio ai piedi di Gianni, sua maestà, confusa forse dalla forte nevicata ma, più realisticamente, dalle luci pubbliche del paese che brillano in modo anomalo tra i fiocchi che cadono fitti.
Gianni la raccoglie, la esamina quel tanto che basta per capire che non è ferita e la ripone al caldo ed al sicuro sotto le falde della giacca.
Scattano immediatamente le telefonate. Sono il primo ad essere avvertito, visto che sa bene il mio Amico quante emozioni mi suscita quel dono della natura per me stupendo e pieno di mistero.
Io avverto Piero Mollo che, nonostante l’età non più verdissima e la corporatura non proprio da ballerino della Scala, rimane un appassionato e romantico inseguitore di folletti e fantasmi, qual’è appunto la beccaccia, visto il suo comportamento elusivo e la enorme difficoltà nel reperirla nei fitti ed inospitali boschi, per l’uomo, ad essa invece congeniali.
Ovviamente, della cattura, ne viene data immediata comunicazione al Corpo Forestale delle Stato, nella persona del comandante la Stazione di Alba, Carlo Muo’, persona di uno spessore umano e professionale non comune.
Infine la beccaccia viene accolta dalle sapienti mani di Mimmo Ferro, un appassionato e conosciuto ornitologo a livello regionale e nazionale.
Con lui si passa dalle ammirazioni e dai commenti fanciulleschi, alle questioni tecniche e scientifiche.
L’ala misura 203 mm , il becco è molto lungo, 88,5 mm …un record?? chissà!!…., il peso è di 285 gr., e dall’esame del piumaggio l’esperto deduce che è un soggetto giovane, schiuso nell’anno appena trascorso.
L’esemplare non presenta malformazioni, anomalie o ferite.
Mimmo provvede pertanto ad inanellarla con contrassegno "INBS - OZZANO - BO - H 11135", posto alla zampa destra ed alle ore 21.45 la beccaccia "di Gianni", che è diventata di tutti noi, viene liberata in una zona ove la neve non è giunta e, dalle previsioni meteo, parrebbe non scendere a breve.
Esperienza fantastica, forse irripetibile ed ora i ringraziamenti! Grazie a Gianni, a Piero, a Carlo, a Mimmo. Al Padre Eterno, per chi è credente o a Madre Natura, per chi non lo è, che ci ha fatto nascere con questa passione che ci rende prima di tutto naturalisti ed ambientalisti veri e presenti sul campo, sempre attenti, non solo "alla domenica" o "da salotto" o "per moda".
Grazie poi, anzi, soprattutto, a sua maestà la beccaccia che ad alcuni di noi permette di vivere emozioni difficilmente spiegabili e condivisibili, ed a quei doni, a quelle risorse rinnovabili, quali, ad esempio, la selvaggina tutta, i pesci delle acque, i funghi, i tartufi, i frutti selvatici dei boschi, che ancora oggi, chi sa vivere la ruralità e la natura con passione e rispetto, sa e riesce a cogliere, come è accaduto da sempre, sia effettivamente con le mani, per deliziare i sensi del gusto, oppure anche solo con gli occhi, per confortare lo spirito e la mente.
In bocca al lupo ai cacciatori e cordiali saluti a tutte le persone di buon senso!
Ezio Cardinale