L’ENCI IN 473 PAGINE
- Scritto da Luca Gironi
- Dimensione font Riduci dimensione font Aumenta dimensione font
Presentato da Dino Muto presidente dell’Ente il libro delle “meravigliose vicende della cinofilia italiana”. Un testo originale ed unico firmato da Rodolfo Grassi ed Abele Barbati.
«La lettura dei buoni libri è una conversazione con gli spiriti migliori dei secoli passati». Cartesio
Il titolo è accattivante e in quasi cinquecento pagine mantiene la promessa. E’ la storia dell’Enci raccontata in maniera originale e mai prima d’ora così, da Abele Barbati che è stato per quasi 40 anni direttore tecnico e Rodolfo Grassi, giornalista, membro del Comitato di redazione del Corriere della Sera, dal 1980 capo ufficio stampa dell’Ente e ben noto ai lettori di Diana. L’introduzione del presidente Dino Muto è esemplare “Racconti di vita- scrive tra l’altro il presidente – in cui legge, come in un coinvolgente mosaico la voglia di render concreta una passione che si vuol tramandare perché altri possano sentirla propria e donare a quanti seguiranno”.
Lo scritto infatti amalgama la realtà di un’Italia che attraversa avvenimenti drammatici allo sviluppo delle razze, unisce storia e costume, sociologia e scienza dell’allevamento. Ed in questo è davvero unico riuscendo a contestualizzare la cinofilia collocandola nella vita di ogni giorno e negli avvenimenti che la condizionavano dimostrando come economia e politica, sociologia e comunque modi di vivere e comportamenti abbiano ripercussioni anche nell’universo della cinofilia. Così ricorda come la conquista del Polo da parte di Amedeo d’Aosta introdusse la moda dei cani del grande nord e la sul fronte della prima guerra mondiale, nelle trincee dei fanti c’erano anche i cani da guerra.
Episodi storici dimenticati ed altri da ricordare, momenti di vita collettiva e mode hanno sempre come compagno dell’uomo il cane. Persino l’autarchia- è il libro la ricorda – quando l’Italia si era illusa di far da sé portò al rilancio del cane da pastore. Tornano alla luce e quindi nella nostra attualità, personaggi storici che hanno contribuito a render grande la nazione facendola emergere da una realtà economica e sociale che ha avuto tanta importanza nella cultura e nello sviluppo delle razze. E si scoprono cinofili illustri non solo nella nostra storia ma anche nella società civile quale fu Emilio Scheibler propugnatore delle razze da caccia e fra gli ideatori della Croce azzurra, Giovanni Pastrone giudice cinofilo, proprietario della Lux film, la società cinematografica più importante nel mondo negli anni Trenta e che aveva scritturato Alida Valli e tante altre attrici e fra gli sceneggiatori Gabriele D’Annunzio di cui gli autori riportano alcune poesie inedite sui cani. Eppoi le tante diversità di opinione e di valutazione fra i giudici che hanno fatto la storia, da Giulio Colombo a Giuseppe Solaro veterinario ufficiale della corte inglese e dei canili di casa Savoia, Ulisse Bosisio, architetto famoso nel mondo e tanti altri fra cui Adelio Ponce de Leon, Giuseppe Negri, Enrico Oddo, Giovanni Radice grande presidente Enci e della Federazione cinologica internazionale. Una galleria di personaggi e di avvenimenti che li videro protagonisti: restano sullo sfondo e giganteggia l’immagine del cane, a qualsiasi razza appartenga anche se la preminenza è degli esemplari da caccia che giganteggiano nelle prove ed in Coppa Europa di cui trovi nei testi una storia precisa di cani e di conduttori, di giudici fra cui Alighiero Ammannati e l’albo d’oro dei presidenti Enci fra cui Franco Di Stadio ed il coinvolgente Claudio Macchiavelli e di protagonisti che ebbero nelle loro file anche Luigi Consonni inventore delle settimane cino venatorie di Seveso.
Leggere il libro significa anche scoprire come si scrive uno standard secondo Giuseppe Solaro o si misura un cane, il perché della divisione in Gruppi come la giustifica Giulio Colombo, come si giudica una prova – ed è Oddo a raccontarlo o quando cominciarono a giungere le razze. Ed ancora: Trilussa ed i cani dei poeti romaneschi, la moda delle signore e quella dei loro esemplari da compagnia, Ernesto Coppaloni figura drammatica di una cinofilia geniale e tragica e l’avvocato Zurlini di Modena, Cesare Bonasegale e tanti altri personaggi che occhieggiano tra le pagine e raccontano, con i fatti di cui furono protagonisti, una storia che Rodolfo Grassi ed Abele Barbati rendono meravigliosa. Il libro può essere richiesto all’Enci e significativamente al presidente Dino Muto che ne traccia una prefazione davvero suggestiva e che all’assemblea Enci lo ha definito “fondamentale”.Una pietra miliare nella nostra storia ha detto dai microfoni il noto giudice Gianercole Mentasti, un volume da leggere ed esserne fieri come ha ricordato Paolo Dondina dal palco dell’assemblea.