La leggenda
- Scritto da Cacciando
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SI NARRA CHE I CACCIATORI QUANDO SI TROVINO A RACCONTARE DELLE LORO
MIRABOLANTI AVVENTURE VENATORIE INGIGANTISCANO SEMPRE I FATTI.
LE CLASSICHE LEGGENDE DA BAR, SULLE QUALI NASCONO SEMPRE INTERMINABILI
DISCUSSIONI IN MERITO ALLA LORO VERIDICITA’ E AFFIDABILITA’, HANNO DA
SEMPRE ACCOMPAGNATO IL MONDO VENATORIO.
PERSONALMENTE OSO DIRE CHE MI PIACE ASCOLTARE CERTI RACCONTI DOVE, NON
LO NEGO, HO SEMPRE LETTO FRA LE RIGHE UN PO’ DI FANTASIA CHE A VOLTE DA’
QUEL TOCCO ROMANTICO E AVVINCENTE AI RACCONTI.
FU COSI CHE, UN BEL GIORNO, DI RITORNO DA UNA BATTUTA DI CACCIA MI TROVAI A
PENSARE A CIO’ CHE AVREI IO STESSO RACCONTATO DOPO UNA GIORNATA APPENA
TRASCORSA A CACCIA.
PROBABILMENTE PRESO DALL’EUFORIA AVREI NARRATO IN MANIERA TALMENTE
PARTICOLAREGGIATA LA MIA AVVENTURA…MA SAREBBE STATA CATALOGATA
"LEGGENDA DA BAR"??
VEDIAMO VOI COSA NE PENSATE…
LA MIA MATTINATA INIZIO’ APPENA L’ALBA FECE CAPOLINO ALL’ORIZZONTE.
SUBITO COMINCIARONO I PREPARATIVI PRE-PARTENZA: CARICAI LA MIA VECCHIA
FORD FIESTA CON VIVANDE, BEVANDE, FUCILE, CARTUCCE E IL MIO VECCHIO
GIUBBINO PORTAFORTUNA.
FECI SALIRE MESSALINA, LA MIA INSEPARABILE COMPAGNA DI CACCIA, UNA
SPINONA ITALIANA DI 2 ANNI, DINAMICA E CATTIVA VENATORIAMENTE, INFALLIBILE
GIA’ DA CUCCIOLA SUI BECCACCINI.
PER LEI, DOTATA DA MADRE NATURA DI UN NASO ECCEZIONALE, IL TERRENO NON E’
MAI ABBASTANZA GRANDE.
PARTIMMO IN DIREZIONE DELLA PIANURA DOVE CI ATTENDEVANO PER LA MAGGIOR
PARTE CAMPI IMMENSI DI STOCCHI DI GRANOTURCO INFRAMMEZZATI DA PRATI
STABILI, IL TUTTO CON UNA PARTICOLARITA’ CHE LI RENDEVA SIMILI: ACQUA E
FANGO IN OGNI DOVE.
IL PERIODO ERA DI QUELLI PROPIZI, ANCHE SE FINO AD ORA DI BECCACCINI SE NE
ERANO VISTI MOLTO POCHI.
ARRIVATI SUL POSTO E POSIZIONATA LA MACCHINA SCENDEMMO E INIZIAMMO IL
RITO DELLA PREPARAZIONE: STIVALI, GIUBBOTTO, CARTUCCE E FUCILE PER ME; UN
SORSO D’ACQUA, UNA BELLA STIRATA E GLI ULTIMI BISOGNI FISIOLOGICI PER LEI.
IL SOLE RISCALDANDO LENTAMENTE L’AMBIENTE INTORNO A NOI, SCIOGLIEVA IL
GHIACCIO E LA BRINA PORTATI DALLA NOTTE PRECEDENTE, FACENDO SCINTILLARE LE
ULTIME GOCCE DI GHIACCIO CHE SCENDEVANO PIANO DALL’ERBA E DAGLI STOCCHI
ORMAI ANNERITI DALLE INTEMPERIE.
FIDUCIOSI CHE LA GIORNATA CI AVREBBE REGALATO GRANDI EMOZIONI CI
INCAMMINAMMO PER QUESTE DISTESE.
MESSALINA PARTI’ SUBITO PREPOTENTEMENTE, STIMOLATA FORSE DALL’INATTIVITA’
FORZATA DELLA SETTIMANA. QUESTO LA PORTO’ AD ESSERE TROPPO ESUBERANTE
ED INFATTI DOPO POCO SI RITOVO’ TROPPO A RIDOSSO DEL SELVATICO QUANDO
PERCEPI’ L’EMANAZIONE E ENTRAMBI SI RESERO PARTECIPI DI UNA FUGA E
RINCORSA LIBERATORIA.
IL BECCACCINO CON IL SUO BACIO E IL SUO VOLO SAETTANTE SEMBRAVA
PRENDERSI GIOCO DI NOI MENTRE MESSALINA ESPRIMEVA TUTTA LA SUA FORZA IN
UNA RINCORSA CHE VOLEVA ESSERE UN IMPOSSIBILE RIMEDIO AL SUO ERRORE.
AL SUO CELERE RITORNO LA TRANQUILLIZZAI E CON UN PAIO DI CAREZZE
AFFETTUOSE SULLA TESTA LA INVITAI A RILANCIARSI SENZA PAURA.
E LEI QUASI CAPENDO QUELLO CHE VOLEVO TRASMETTERLE, SENZA FARSELO
RIPETERE RIPRESE LA CERCA GUIDATA DAL VENTO, A VOLTE SPINGENDOSI FORSE
OLTRE IL MIO CONTROLLO, MA RIENTRANDO COSI’ DA ESEGUIRE UNA CERCA
ORDINATA.
DOPO ESSERCI LASCIATI ALLE SPALLE ALCUNE ORE DI CAMMINARE TRA GLI STOCCHI
CON UN NULLA DI FATTO ORA FINALMENTE TOCCAVA AD UN PRATO ALLAGATO.
NEMMENO ERO ARRIVATO A METTERCI PIEDE CHE OLTRE AD ESSO, IN UN ARATO,
TRE BECCACCINI CI SALUTARONO PERDENDOSI NELL’AZZURRO DEL CIELO.
SENZA PENSARCI CONTINUAMMO LA NOSTRA PERLUSTAZIONE E NEL RIENTRARE DA
UN LARGO LACET A POCHE DECINE DI METRI DAL FONDO DEL TERRENO MESSALINA
ALZO’ LA TESTA ENTRANDO IN UNA TESA FILATA, CON NASO IN CIELO E CODA CHE
PARLAVA PUNTANDO IL FONDO DEL PRATO.
IO ALLORA ALLUNGAI IL PASSO PER AVVICINARMI MA SENZA FARE RUMORE.
A POCHI METRI DAL FOSSO CHE DELIMITAVA I TERRENI SI BLOCCO’ IN FERMA,
ALLUNGAI IL PASSO PUR SAPENDO CHE NON AVREBBE FORZATO L’AZIONE, MA
ALCUNI SUOI ATTEGGIAMENTI, NASCONDEVANO QUALCOSA DI INSICURO.
NEL SENTIRMI ARRIVARE, RIPRESE LA FILATA DISCENDENDO NEL FOSSO E RISALENDO
DALLA PARTE OPPOSTA METTENDOSI IN FERMA.
NEL FRATTEMPO GIUNSI ANCHE IO NEI PRESSI DEL FOSSO E FERMANDOMI CON IL
CUORE ORMAI IN GOLA, BRIVIDI PERCORSERO LA MIA SCHIENA MENTRE GUARDAVO
STUPEFATTO L’AZIONE CHE LA MIA CUCCIOLA STAVA CONDUCENDO.
RIMASI IMMOBILE PER PAURA CHE TUTTO SVANISSE: ERA UN’IMMAGINE TROPPO
BELLA; VEDERLA LI’ APPENA OLTRE IL FOSSO CON LE ZAMPRE SPROFONDATE NEL
FANGO IN FERMA CON IL NASO VERSO IL CIELO AD INDICARE UN PUNTO FORSE
ANCORA LONTANO ERA VERAMENTE APPAGANTE.
LA VIDI GIRARE LENTAMENTE LA TESTA PER CONTROLLARE LA MIA POSIZIONE E
RICOMINCIARE AD AVANZARE DELICATAMENTE COME SE STESSE CAMMINANDO SU
UNA SOTTILE LASTRA DI GHIACCIO, IN QUEGLI ATTIMI SEMBRO’ CHE TUTTO IL
MONDO FOSSE CALATO IN SILENZIO AD OSSERVARCI.
UN ATTIMO DOPO, ALL’IMPROVVISO, TUTTO SI RUPPE. TRE BECCACCINI AD UNA
DECINA DI METRI DAL CANE SI LEVARONO DISTRIBUENDO I LORO BACI DI RABBIA E
CONTEMPORANEAMENTE PARTIRONO LE MIE FUCILATE. MESSALINA TORNO’ A
SFODERARE LA SUA POTENZA, DIMENTICANDO DELICATEZZA ED ELEGANZA
RINCORSE I BECCACCINI IN QUESTO MARE DI FANGO CHE SI CHIUDEVA INTORNO
ALLE SUE ZAMPE MA CHE NULLA POTEVA PER FERMARLA.
CON UN PO’ DI FORTUNA AL TERZO COLPO CHE ESPLOSI UN BECCACCINO SI STACCO’
DAL CIELO INTERROMPENDO LA VELOCE FUGA E LASCIANDOSI CADERE A TERRA,
FERMANDO A SUA VOLTA LA CORSA DI MESSALINA.
LO RACCOLSE E TORNO’ DA ME TROTTANDO, MENTRE GLI ALTRI BECCACCINI FECERO
RISUONARE GLI ULTIMI BACI NELL’ARIA.
ERO GIA’ SATURO DI EMOZIONI E SODDISFATTO DI COME ERA ANDATA LA
MATTINATA CHE DECISI DI FERMARMI PER UNO SPUNTINO.
APPOGGIATI AL COFANO DELLA NOSTAR MACCHINA, ACCAREZZATI DAL SOLE CHE CI
TOGLIEVA ALMENO UN POCO DEL FREDDO RACCOLTO NELLA MATTINA CI
DIVIDEMMO I PANINI: ANCHE MESSALINA SI ERA GUADAGNATA LA SUA PARTE.
DECISI DI CAMBIARE ZONA E TENTARE ANCORA LA FORTUNA PRIMA DI ANDARE
VERSO CASA.
A STOMACO PIENO, CON LO SPIRITO RAVVIVATO DALLE BELLE EMOZIONI E CON LE
GAMBE STANCHE CI TROVAMMO AD AFFRONTARE UN TERRENO VERAMENTE
DIFFICILE.
UN’IMMENSA DISTESA DI STOCCHI DI GRANOTURCO DA POCO TAGLIATO,
ATTRAVERSATO DA PROFONDI SOLCHI PIENI D’ACQUA E FANGO CREATI DA MEZZI
AGRICOLI, CI LANCIAVA LA SUA SFIDA.
PRENDEMMO IL TERRENO CON IL VENTO A NOSTRO FAVORE E CON CALMA
INIZIAMMO L’ESPLORAZIONE.
MESSALINA INIZIO’ CON UNA CERCA AMPIA MA POCO PROFONDA, CAPII ALLORA DI
DOVERE IMPOSTARE UN RITMO PIU’ ALTO AUMENTANDO LA MIA ANDATURA COSI’
DA RILANCIARE LA PROFONDITA’ DELLA CERCA CHE IN QUESTA CACCIA NON SERVE
TROPPO DETTAGLIATA.
CIRCA VERSO LA META’ IL RITMO ALTO STAVA FACENDOCELA PAGARE, LE GAMBE
FATICAVANO AD USCIRE DAL FANGO E IL SUDORE INFASTIDIVA I MOVIMENTI .
ANCHE PER MESSALINA LA SITUAZIONE ERA SIMILE, AVEVA STRETTO LA CERCA E
RALLENTATO L’ANDATURA.
MA ANCHE IN QUESTA OCCASIONE IL DESTINO AVEVA IN SERVO UNA SORPRESA,
MESSALINA AVVERTI’ QUALCOSA, RISALI’ IL VENTO A TESTA ALTA E SI FERMO’.
STETTI A GUARDARLA, ERA MOLTO DISTANTE E VOLEVO ESSERE SICURO PRIMA DI
RAGGIUNGERLA.
AVANZO’ ALCUNI METRI E SI FERMO’ ANCORA.
DECISI ALLORA DI ANDARE A VEDERE.
MENTRE MI AVVICINAVO LEI CONTINUAVA A PROCEDERE LENTAMENTE
FERMANDOSI OGNI POCHI PASSI, SEMPRE A TESTA ALTA AD INDICARE UN PUNTO
LONTANO MA PRECISO.
DECISI CHE ERA ORA DI ALLUNGARE IL PASSO.
POCHE DECINE DI METRI CI DIVIDEVANO E LEI PROCEDEVA SEMPRE PIU CAUTA
SCENDENDO E RISALENDO DOLCEMENTE I SOLCHI LASCIATI DAI TRATTORI.
AD OGNI SUO PASSO MI ASPETTAVO CHE DAVANTI A LEI SI LEVASSE QUALCOSA,
ANCHE SE ORMAI STAVO PERDENDO LA SPERANZA.
LA DISTANZA PERCORSA DA MESSALINA ERA DAVVERO RIGUARDEVOLE MA LEI
SEMBRAVA SICURA.
COME PER MAGIA QUALCHE METRO PIU’ AVANTI UN BECCACCINO PARTI’ RAPIDO
ZIGZAGANDO A FILO DEGLI STOCCHI NASCONDENDOSI NEL TRAMONTO CHE INIZIAVA
A DISTENDERE LA SUA OMBRA,MA LE RAPIDE FUCILATE RUPPERO COME SEMPRE IL
SILENZIO E LA MAGIA.
IL BECCACCINO SCOMPARVE DIETRO ALLA VEGETAZIONE RAGGIUNTO DA UNA
FUCILATA, MESSALINA LO RACCOLSE E ME LO PORTO.
IO L’ASPETTAVO ORMAI STREMATO PENSANDO CHE QUEL TALE AVEVA
RAGIONE…CHI NON HA MAI VISTO NASCERE UNA DEA, NON LO SA CHE COS’E LA
FELICITA’.
ED ECCOMI GIUNTO A CASA, LA DOMANDA ARRIVO’ VELOCE DA MIO PAPA’ CHE MI
ASPETTAVA SULL’USCIO: COM’E ANDATA LA GIORNATA?
DEPONENDO I DUE BECCACCINI SUL TAVOLO RISPOSI: E’ NATA UNA LEGGENDA.
ED IL BELLO DELLE LEGGENDE E’ CHE ALCUNE SONO VERE!!
MIRABOLANTI AVVENTURE VENATORIE INGIGANTISCANO SEMPRE I FATTI.
LE CLASSICHE LEGGENDE DA BAR, SULLE QUALI NASCONO SEMPRE INTERMINABILI
DISCUSSIONI IN MERITO ALLA LORO VERIDICITA’ E AFFIDABILITA’, HANNO DA
SEMPRE ACCOMPAGNATO IL MONDO VENATORIO.
PERSONALMENTE OSO DIRE CHE MI PIACE ASCOLTARE CERTI RACCONTI DOVE, NON
LO NEGO, HO SEMPRE LETTO FRA LE RIGHE UN PO’ DI FANTASIA CHE A VOLTE DA’
QUEL TOCCO ROMANTICO E AVVINCENTE AI RACCONTI.
FU COSI CHE, UN BEL GIORNO, DI RITORNO DA UNA BATTUTA DI CACCIA MI TROVAI A
PENSARE A CIO’ CHE AVREI IO STESSO RACCONTATO DOPO UNA GIORNATA APPENA
TRASCORSA A CACCIA.
PROBABILMENTE PRESO DALL’EUFORIA AVREI NARRATO IN MANIERA TALMENTE
PARTICOLAREGGIATA LA MIA AVVENTURA…MA SAREBBE STATA CATALOGATA
"LEGGENDA DA BAR"??
VEDIAMO VOI COSA NE PENSATE…
LA MIA MATTINATA INIZIO’ APPENA L’ALBA FECE CAPOLINO ALL’ORIZZONTE.
SUBITO COMINCIARONO I PREPARATIVI PRE-PARTENZA: CARICAI LA MIA VECCHIA
FORD FIESTA CON VIVANDE, BEVANDE, FUCILE, CARTUCCE E IL MIO VECCHIO
GIUBBINO PORTAFORTUNA.
FECI SALIRE MESSALINA, LA MIA INSEPARABILE COMPAGNA DI CACCIA, UNA
SPINONA ITALIANA DI 2 ANNI, DINAMICA E CATTIVA VENATORIAMENTE, INFALLIBILE
GIA’ DA CUCCIOLA SUI BECCACCINI.
PER LEI, DOTATA DA MADRE NATURA DI UN NASO ECCEZIONALE, IL TERRENO NON E’
MAI ABBASTANZA GRANDE.
PARTIMMO IN DIREZIONE DELLA PIANURA DOVE CI ATTENDEVANO PER LA MAGGIOR
PARTE CAMPI IMMENSI DI STOCCHI DI GRANOTURCO INFRAMMEZZATI DA PRATI
STABILI, IL TUTTO CON UNA PARTICOLARITA’ CHE LI RENDEVA SIMILI: ACQUA E
FANGO IN OGNI DOVE.
IL PERIODO ERA DI QUELLI PROPIZI, ANCHE SE FINO AD ORA DI BECCACCINI SE NE
ERANO VISTI MOLTO POCHI.
ARRIVATI SUL POSTO E POSIZIONATA LA MACCHINA SCENDEMMO E INIZIAMMO IL
RITO DELLA PREPARAZIONE: STIVALI, GIUBBOTTO, CARTUCCE E FUCILE PER ME; UN
SORSO D’ACQUA, UNA BELLA STIRATA E GLI ULTIMI BISOGNI FISIOLOGICI PER LEI.
IL SOLE RISCALDANDO LENTAMENTE L’AMBIENTE INTORNO A NOI, SCIOGLIEVA IL
GHIACCIO E LA BRINA PORTATI DALLA NOTTE PRECEDENTE, FACENDO SCINTILLARE LE
ULTIME GOCCE DI GHIACCIO CHE SCENDEVANO PIANO DALL’ERBA E DAGLI STOCCHI
ORMAI ANNERITI DALLE INTEMPERIE.
FIDUCIOSI CHE LA GIORNATA CI AVREBBE REGALATO GRANDI EMOZIONI CI
INCAMMINAMMO PER QUESTE DISTESE.
MESSALINA PARTI’ SUBITO PREPOTENTEMENTE, STIMOLATA FORSE DALL’INATTIVITA’
FORZATA DELLA SETTIMANA. QUESTO LA PORTO’ AD ESSERE TROPPO ESUBERANTE
ED INFATTI DOPO POCO SI RITOVO’ TROPPO A RIDOSSO DEL SELVATICO QUANDO
PERCEPI’ L’EMANAZIONE E ENTRAMBI SI RESERO PARTECIPI DI UNA FUGA E
RINCORSA LIBERATORIA.
IL BECCACCINO CON IL SUO BACIO E IL SUO VOLO SAETTANTE SEMBRAVA
PRENDERSI GIOCO DI NOI MENTRE MESSALINA ESPRIMEVA TUTTA LA SUA FORZA IN
UNA RINCORSA CHE VOLEVA ESSERE UN IMPOSSIBILE RIMEDIO AL SUO ERRORE.
AL SUO CELERE RITORNO LA TRANQUILLIZZAI E CON UN PAIO DI CAREZZE
AFFETTUOSE SULLA TESTA LA INVITAI A RILANCIARSI SENZA PAURA.
E LEI QUASI CAPENDO QUELLO CHE VOLEVO TRASMETTERLE, SENZA FARSELO
RIPETERE RIPRESE LA CERCA GUIDATA DAL VENTO, A VOLTE SPINGENDOSI FORSE
OLTRE IL MIO CONTROLLO, MA RIENTRANDO COSI’ DA ESEGUIRE UNA CERCA
ORDINATA.
DOPO ESSERCI LASCIATI ALLE SPALLE ALCUNE ORE DI CAMMINARE TRA GLI STOCCHI
CON UN NULLA DI FATTO ORA FINALMENTE TOCCAVA AD UN PRATO ALLAGATO.
NEMMENO ERO ARRIVATO A METTERCI PIEDE CHE OLTRE AD ESSO, IN UN ARATO,
TRE BECCACCINI CI SALUTARONO PERDENDOSI NELL’AZZURRO DEL CIELO.
SENZA PENSARCI CONTINUAMMO LA NOSTRA PERLUSTAZIONE E NEL RIENTRARE DA
UN LARGO LACET A POCHE DECINE DI METRI DAL FONDO DEL TERRENO MESSALINA
ALZO’ LA TESTA ENTRANDO IN UNA TESA FILATA, CON NASO IN CIELO E CODA CHE
PARLAVA PUNTANDO IL FONDO DEL PRATO.
IO ALLORA ALLUNGAI IL PASSO PER AVVICINARMI MA SENZA FARE RUMORE.
A POCHI METRI DAL FOSSO CHE DELIMITAVA I TERRENI SI BLOCCO’ IN FERMA,
ALLUNGAI IL PASSO PUR SAPENDO CHE NON AVREBBE FORZATO L’AZIONE, MA
ALCUNI SUOI ATTEGGIAMENTI, NASCONDEVANO QUALCOSA DI INSICURO.
NEL SENTIRMI ARRIVARE, RIPRESE LA FILATA DISCENDENDO NEL FOSSO E RISALENDO
DALLA PARTE OPPOSTA METTENDOSI IN FERMA.
NEL FRATTEMPO GIUNSI ANCHE IO NEI PRESSI DEL FOSSO E FERMANDOMI CON IL
CUORE ORMAI IN GOLA, BRIVIDI PERCORSERO LA MIA SCHIENA MENTRE GUARDAVO
STUPEFATTO L’AZIONE CHE LA MIA CUCCIOLA STAVA CONDUCENDO.
RIMASI IMMOBILE PER PAURA CHE TUTTO SVANISSE: ERA UN’IMMAGINE TROPPO
BELLA; VEDERLA LI’ APPENA OLTRE IL FOSSO CON LE ZAMPRE SPROFONDATE NEL
FANGO IN FERMA CON IL NASO VERSO IL CIELO AD INDICARE UN PUNTO FORSE
ANCORA LONTANO ERA VERAMENTE APPAGANTE.
LA VIDI GIRARE LENTAMENTE LA TESTA PER CONTROLLARE LA MIA POSIZIONE E
RICOMINCIARE AD AVANZARE DELICATAMENTE COME SE STESSE CAMMINANDO SU
UNA SOTTILE LASTRA DI GHIACCIO, IN QUEGLI ATTIMI SEMBRO’ CHE TUTTO IL
MONDO FOSSE CALATO IN SILENZIO AD OSSERVARCI.
UN ATTIMO DOPO, ALL’IMPROVVISO, TUTTO SI RUPPE. TRE BECCACCINI AD UNA
DECINA DI METRI DAL CANE SI LEVARONO DISTRIBUENDO I LORO BACI DI RABBIA E
CONTEMPORANEAMENTE PARTIRONO LE MIE FUCILATE. MESSALINA TORNO’ A
SFODERARE LA SUA POTENZA, DIMENTICANDO DELICATEZZA ED ELEGANZA
RINCORSE I BECCACCINI IN QUESTO MARE DI FANGO CHE SI CHIUDEVA INTORNO
ALLE SUE ZAMPE MA CHE NULLA POTEVA PER FERMARLA.
CON UN PO’ DI FORTUNA AL TERZO COLPO CHE ESPLOSI UN BECCACCINO SI STACCO’
DAL CIELO INTERROMPENDO LA VELOCE FUGA E LASCIANDOSI CADERE A TERRA,
FERMANDO A SUA VOLTA LA CORSA DI MESSALINA.
LO RACCOLSE E TORNO’ DA ME TROTTANDO, MENTRE GLI ALTRI BECCACCINI FECERO
RISUONARE GLI ULTIMI BACI NELL’ARIA.
ERO GIA’ SATURO DI EMOZIONI E SODDISFATTO DI COME ERA ANDATA LA
MATTINATA CHE DECISI DI FERMARMI PER UNO SPUNTINO.
APPOGGIATI AL COFANO DELLA NOSTAR MACCHINA, ACCAREZZATI DAL SOLE CHE CI
TOGLIEVA ALMENO UN POCO DEL FREDDO RACCOLTO NELLA MATTINA CI
DIVIDEMMO I PANINI: ANCHE MESSALINA SI ERA GUADAGNATA LA SUA PARTE.
DECISI DI CAMBIARE ZONA E TENTARE ANCORA LA FORTUNA PRIMA DI ANDARE
VERSO CASA.
A STOMACO PIENO, CON LO SPIRITO RAVVIVATO DALLE BELLE EMOZIONI E CON LE
GAMBE STANCHE CI TROVAMMO AD AFFRONTARE UN TERRENO VERAMENTE
DIFFICILE.
UN’IMMENSA DISTESA DI STOCCHI DI GRANOTURCO DA POCO TAGLIATO,
ATTRAVERSATO DA PROFONDI SOLCHI PIENI D’ACQUA E FANGO CREATI DA MEZZI
AGRICOLI, CI LANCIAVA LA SUA SFIDA.
PRENDEMMO IL TERRENO CON IL VENTO A NOSTRO FAVORE E CON CALMA
INIZIAMMO L’ESPLORAZIONE.
MESSALINA INIZIO’ CON UNA CERCA AMPIA MA POCO PROFONDA, CAPII ALLORA DI
DOVERE IMPOSTARE UN RITMO PIU’ ALTO AUMENTANDO LA MIA ANDATURA COSI’
DA RILANCIARE LA PROFONDITA’ DELLA CERCA CHE IN QUESTA CACCIA NON SERVE
TROPPO DETTAGLIATA.
CIRCA VERSO LA META’ IL RITMO ALTO STAVA FACENDOCELA PAGARE, LE GAMBE
FATICAVANO AD USCIRE DAL FANGO E IL SUDORE INFASTIDIVA I MOVIMENTI .
ANCHE PER MESSALINA LA SITUAZIONE ERA SIMILE, AVEVA STRETTO LA CERCA E
RALLENTATO L’ANDATURA.
MA ANCHE IN QUESTA OCCASIONE IL DESTINO AVEVA IN SERVO UNA SORPRESA,
MESSALINA AVVERTI’ QUALCOSA, RISALI’ IL VENTO A TESTA ALTA E SI FERMO’.
STETTI A GUARDARLA, ERA MOLTO DISTANTE E VOLEVO ESSERE SICURO PRIMA DI
RAGGIUNGERLA.
AVANZO’ ALCUNI METRI E SI FERMO’ ANCORA.
DECISI ALLORA DI ANDARE A VEDERE.
MENTRE MI AVVICINAVO LEI CONTINUAVA A PROCEDERE LENTAMENTE
FERMANDOSI OGNI POCHI PASSI, SEMPRE A TESTA ALTA AD INDICARE UN PUNTO
LONTANO MA PRECISO.
DECISI CHE ERA ORA DI ALLUNGARE IL PASSO.
POCHE DECINE DI METRI CI DIVIDEVANO E LEI PROCEDEVA SEMPRE PIU CAUTA
SCENDENDO E RISALENDO DOLCEMENTE I SOLCHI LASCIATI DAI TRATTORI.
AD OGNI SUO PASSO MI ASPETTAVO CHE DAVANTI A LEI SI LEVASSE QUALCOSA,
ANCHE SE ORMAI STAVO PERDENDO LA SPERANZA.
LA DISTANZA PERCORSA DA MESSALINA ERA DAVVERO RIGUARDEVOLE MA LEI
SEMBRAVA SICURA.
COME PER MAGIA QUALCHE METRO PIU’ AVANTI UN BECCACCINO PARTI’ RAPIDO
ZIGZAGANDO A FILO DEGLI STOCCHI NASCONDENDOSI NEL TRAMONTO CHE INIZIAVA
A DISTENDERE LA SUA OMBRA,MA LE RAPIDE FUCILATE RUPPERO COME SEMPRE IL
SILENZIO E LA MAGIA.
IL BECCACCINO SCOMPARVE DIETRO ALLA VEGETAZIONE RAGGIUNTO DA UNA
FUCILATA, MESSALINA LO RACCOLSE E ME LO PORTO.
IO L’ASPETTAVO ORMAI STREMATO PENSANDO CHE QUEL TALE AVEVA
RAGIONE…CHI NON HA MAI VISTO NASCERE UNA DEA, NON LO SA CHE COS’E LA
FELICITA’.
ED ECCOMI GIUNTO A CASA, LA DOMANDA ARRIVO’ VELOCE DA MIO PAPA’ CHE MI
ASPETTAVA SULL’USCIO: COM’E ANDATA LA GIORNATA?
DEPONENDO I DUE BECCACCINI SUL TAVOLO RISPOSI: E’ NATA UNA LEGGENDA.
ED IL BELLO DELLE LEGGENDE E’ CHE ALCUNE SONO VERE!!