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Arci Caccia Umbria: Caos Calendario Venatorio!!

Arci Caccia Umbria: Caos Calendario Venatorio!!


Si potrebbe dire “chi è causa del suo male pianga se stesso” purtroppo a piangere sono anche coloro che non sono la causa del problema che ha portato alla sospensione del calendario venatorio.

Vale la pena ricordare ancora una volta, a chi ha la memoria corta o fa finta di non ricordare, che i problemi che viviamo oggi nel calendario venatorio vengono da lontano, ovvero dal recepimento dell’art.42 della legge comunitaria, ovvero “L’esercizio venatorio è vietato, per ogni singola specie durante il ritorno al luogo di nidificazione e durante il periodo della nidificazione e le fasi della riproduzione e della dipendenza degli uccelli.”, le stesse Associazioni che oggi si scagliano contro la Regione e contro chiunque abbia visioni diverse, sono le stesse che nel 2010 hanno sostenuto e voluto a gran voce il recepimento dell’art.42 della legge comunitaria per far diventare la caccia in Italia più Europea. FIDC; ANUU, Libera Caccia ed Enalcaccia allora riunite nel comitato FACE Italia, accusavano Arci Caccia che già allora prese le distanze da quel provvedimento, perché non esistevano le basi scientifiche per il recepimento della Direttiva comunitaria. Ci accusavano di essere contro i cacciatori, perché tale modifica avrebbe consentito più tempi e più specie, ed invece da allora non abbiamo trovato più pace, calendari impugnati, meno tempi e meno specie cacciabili.

Invitiamo tutti cacciatori e dirigenti delle associazioni venatorie a fare un salto nel passato e ricordare quanto successo nel 2010, chi era favorevole e chi contrario al recepimento della legge comunitaria, barattando forse 10 giorni di caccia a febbraio, mai concessi (al tal proposito fu critico anche il Sen. Orsi). Chiedete alle vostre associazioni di riferimento chiarimenti in merito, fatevi dare spiegazioni sulla loro posizione, e se volete potete consultare anche gli archivi dei siti venatori.

Quanto alla vicenda del calendario, era un disastro annunciato, già al momento della sua approvazione, per altro avvenuta in ritardo rispetto a quanto previsto dalla legge quadro.

Le responsabilità vanno ricondotte a chi, nella discussione sul calendario, ha sostenuto posizioni demagogiche e contro ogni principio razionale, vista la complessa situazione normativa, e lo hanno fatto con l’appoggio di esponenti della passata maggioranza, mettendo in difficolta lo stesso Assessore accusato di poco coraggio.

Arci Caccia si è sempre espressa per un calendario venatorio che desse certezze ai cacciatori, non abbiamo mai sostenuto posizioni che già sapevamo perdenti in partenza, non abbiamo mai raccontato falsità ai cacciatori. Sul calendario venatorio abbiamo sempre ritenuto giusto dire chiaramente ciò che si può fare e ciò che non si può.

Se qualcuno si chiede perché Arci Caccia non ha partecipato al ricorso con le altre Associazioni, il motivo è semplicemente che nessuno si è fatto promotore di una azione condivisa, meglio la fuga solitaria, per garantirsi qualche minuto di gloria, ma soprattutto, rispondiamo che la difesa delle decisioni spetta a chi le ha sostenute, non certo a chi le subisce.

Non sono certo motivi politici, come qualcuno vorrebbe far credere, anzi la scorsa legislatura, non ci siamo mai permessi di mancare di rispetto all’Assessore Morroni o ai consiglieri leghisti, anche quando in disaccordo. Perché per noi il rispetto delle Istituzioni è ancora un valore, come lo è il rispetto verso le altre Associazioni venatorie; ben venga il confronto anche aspro, purché costruttivo. La strumentalizzazione, come successo con gli audio diffusi in occasione delle consulte passate, dove si è discusso il calendario venatorio, sono l’espressione di personaggi in cerca di gloria, che ancora si ostinano a far promesse, mentendo sapendo di mentire, ai cacciatori; gli stessi che difendevano il recepimento della comunitaria come un successo.

Basta con la demagogia, la Direttiva Europea è stata recepita nella 157 e, volenti o nolenti, a quella ci dobbiamo attenere nella stesura dei calendari venatori se il prossimo anno vorremmo garantirci una stagione venatoria tranquilla, possiamo e dobbiamo chiedere ciò che è possibile e ciò che è consentito, il resto è anacronistico.

Se vogliamo una applicazione corretta è necessario che ISPRA e gli osservatori faunistici tornino a fare ricerca, non si può licenziare un parere sul calendario dove, in mancanza di dati aggiornati, ISPRA si ripara dietro al principio di massima precauzione, lasciando poi alla Regione, la scelta di se applicare o meno le decadi di sovrapposizione previste dalla Direttiva.

Non rinneghiamo il nostro animo ambientalista e la difesa di una caccia etica, che non contrasti con le esigenze di conservazione della fauna, la nostra battaglia è, e sarà sempre, la stessa in difesa di una caccia moderna e sostenibile, che sia al passo con i tempi. Noi non parliamo alla pancia dei cacciatori inseguendo tessere, abbiamo l’interesse di difendere la caccia, una passione che deve essere vissuta in armonia con l’ambiente.

Ci rivolgiamo al neo Assessore, al quale vanno i nostri migliori auguri: cambiamo pagina, ci sono pagine bianche da riempire con una nuova storia e una nuova visone della caccia. Parliamo di gestione, diamo attuazione completa ai piani di gestione delle specie in declino come la tortora, l’allodola e tante altre. Questo ci chiede l’Europa, rivediamo il ruolo e la funzione degli ATC che diventino il vero motore della gestione faunistica, riapriamo un confronto corretto con il mondo ambientalista, perché non tutti sono integralisti, così potremmo uscire dall’isolamento dove altri ci hanno trascinati e riconquistare quel ruolo che ci spetta di diritto come veri custodi di ambiente e fauna.

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