Regione Piemonte può limitare le specie cacciabili, lo stabilisce la Corte Costituzionale
- Scritto da Redazione Cacciando
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E' uscita l'attesa sentenza della Corte Costituzionale 7/2019 sul ricorso proposto nel 2016 da cinque associazioni venatorie (ANLC, ANUU, Enalacaccia, EPS, FIdC) e undici ATC e CA piemontesi in relazione al divieto imposto per legge regionale di cacciare numerose specie consentite invece dalla 157/92, e che sono pernice bianca, lepre variabile, allodola, merlo, fischione, canapiglia, mestolone, codone, marzaiola, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, moretta, moriglione.
Era stato il TAR Piemonte a rimettere la questione di costituzionalità avanti alla Corte l'11 luglio 2017, esaminando il ricorso sul calendario venatorio 2016/17.
In quell'occasione l'avevano spuntata i cacciatori, e la Regione era stata costretta a modificare il calendario già pubblicato, inserendo diverse specie di anatidi e migratori che l'abrogata lr.70/96 aveva sempre escluso per le doppiette piemontesi.
La replica del centrosinistra, che governa il Piemonte dal 2014, fu quella di vietarle nuovamente, inserendo un apposito articolo nella lr.27 del 27/12/16.
La questione fu rimandata all'11 luglio, ma nel frattempo il mondo venatorio fu costretto ad impugnare anche il calendario 2017/18.
Il resto è storia nota, perché nello scorso giugno Regione Piemonte votò anche la nuova legge regionale sulla caccia (n.5 del 19/06/18), che replicava tutti i divieti già inseriti in precedenti leggi (la già citata lr.27, ma anche la n.20 del 22/12/16).
Il Governo però nel mese di agosto ha impugnata la legge regionale in relazione a due articoli, uno dei due quello che limita le specie cacciabili per i piemontesi.
La Consulta, riunitasi il 4 dicembre 2018, ha prima esaminato la questione rimessa dal TAR Piemonte, penalizzando il mondo venatorio e dando ragione alla Regione, legittimandola a restringere l'elenco delle specie cacciabili rispetto alle indicazioni della legge nazionale.
Vedremo se ciò inciderà sull'impugnativa del Governo, ma certo la battaglia dei cacciatori piemontesi per la difesa dei propri diritti è ancora lunga, e certo non si è chiusa, anche perché, come emerso dall'intervento di un legale durante un convegno sulla caccia svoltosi il 18 gennaio a Rivalta Torinese ("Caccia e politica: dall'8 giugno alle elezioni"), ed organizzato dall' Associazione Nazionale Libera Caccia, c'è ancora lo spazio per sollevare questioni di legittimità costituzionali in relazione a questi ripetuti divieti che fanno del Piemonte venatorio la regione più penalizzata non solo d'Italia, ma pure dell'intera Europa.