FIDC PIEMONTE. CONTRORDINE COMPAGNI…
- Scritto da Luca Gironi
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No, non è una delle famose vignette del “Candido” di Giovannino Guareschi, e dell’obbedienza cieca pronta assoluta cui erano costretti gli adepti del Partito Comunista post bellico, ma semplicemente quello che sarebbe stato gridato ieri, negli uffici di Corso Stati Uniti a Torino, sede dell’Assessorato Agricoltura, Caccia e Pesca di Regione Piemonte.
“Contrordine compagni…“, quasi un urlo di battaglia nell’incessante campagna anti-caccia lanciata oltre tre anni fa dalla pessima politica che governa la regione subalpina. Sembrava ormai fosse tutto pronto per revocare la sospensione dell’attività venatoria nei Comprensori Alpini interessati al divieto sino al 30 novembre, e l’Ufficio Caccia della Regione aveva lavorato di concerto con Città Metropolitana di Torino e Provincia di Cuneo per ottenere quel sacrosanto risultato, quando un diktat, il…niet assoluto, pare sia arrivato nientepopodimeno che dai piani alti dell’Assessorato Caccia, con la richiesta di soprassedere, rimandando il tutto di almeno un’altra settimana!
I cacciatori, questo sarebbe il senso del perentorio ordine politico, potevano ancora attendere prima di tirare fuori dagli armadietti blindati doppiette e carabine, perché altrimenti sarebbe stato difficile spiegarlo alla componente filo…animal-ambientalista che sostiene la traballante maggioranza di Palazzo Lascaris. Ragioni della politica da baraccone, contro logica e rispetto dei nostri diritti.
La prossima settimana, si dice venerdì 17 – e questo alla faccia di tutti quelli che sono scaramantici-, la questione verrà portata in Giunta regionale e, forse, si potrà darà via libera a quegli sfortunati cacciatori torinesi e cuneesi rimasti ancora al palo.
La legge, come ci insegnano le tante sentenze del TAR Piemonte a favore di caccia e cacciatori, ma regolarmente aggirate dalla Regione, pare conti davvero poco di fronte ai balzi d’umore dei nostri amministratori piemontesi, e dunque anche questa volta noi faremo di necessità virtù, portando pazienza e…attendendo.
Attendiamo fiduciosi le ultime sentenze del TAR e della Corte Costituzionale, ed attendiamo anche i prossimi appuntamenti elettorali, certi che almeno questa volta gli oltre 25.000 cacciatori piemontesi avranno ben chiara l’idea di tutti quelli che sono ostili alla loro passione, e all’esercizio dei loro diritti. Prepariamoci dunque, perché il 10 giugno 2016 non sia solo un bel ricordo per molti di noi, ma diventi lo stimolo a fare meglio la prossima volta che scenderemo in piazza. Chissà che non ci tocchi di farlo presto!
Contrordine compagni…questa volta i cacciatori ci mandano a casa!