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Violenze animaliste: FederFauna dice basta!

Violenze animaliste: FederFauna dice basta!

 La violenza animalista, sia fisica che verbale, sta raggiungendo livelli insostenibili. Per questo Federfauna ha organizzato questa interessante iniziativa: Segnalali, noi li denunciamo!, rivolta a tutti coloro che abbiano subito o assistito ad atti illeciti ma abbiano timore a presentare denunce alle autorità. 

 

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un proliferare di "sedicenti animalisti" che, pur conoscendo poco o per niente delle leggi di natura e l’etologia, hanno deciso di porsi come paladini del mondo animale.

Abbiamo assistito a violazioni della proprietà privata, con conseguente furto, ai danni di allevatori colpevoli di svolgere un lavoro che da sempre caratterizza la società umana. In nome di un improbabile anti-specismo (per cui uomo e animale sarebbero sullo stesso identico piano) e di un pietismo che fa dire al vegano di turno che dopo aver guardato un maiale negli occhi sarebbe impossibile mangiarlo (forse nella ricca società moderna, per chi sia nato e vissuto esclusivamente in città), costoro sentono di poter "liberare" le bestie da quelli che definiscono "aguzzini".

Associazioni quali ALF (animal liberation front) e altre congregazioni simili ma di stampo tipicamente italiano, oltre ad individui non appartenenti ad alcuna organizzazione, vengono animate da un fuoco quasi "crociato" che fa pensare loro di poter fare tutto e il contrario di tutto, in nome della giustezza della propria causa.

Ecco, allora, le continue aggressioni a pescatori e cacciatori.
Ecco i blitz ad eventi che vedono l’impiego di animali, spesso sfociati in manifestazioni violente.
Ecco i furti ai danni di allevatori.
Ecco gli assalti ai camion adibiti al trasporto del bestiame.
Ecco danneggiamenti, intimidazioni e blitz sotto casa ai danni di chi non segue la logica "pseudo-animalista".
Ecco la liberazione di animali che saranno poi destinati a morire; poco importa che si tratti di agnelli tenuti in casa in modo inadeguato, di tigri sottratte al circo ma anche all’allevatore con cui sono cresciute, di visoni liberati in massa in un bosco (con relativi rischi per l’eco-sistema), che moriranno di stenti o saranno vittime dei predatori o delle ruote delle automobili.
Ecco gli attacchi alla ricerca e alla medicina, colpevole di fare uso di "vivisezione" – che invece, e lo ricordiamo, in Italia è vietata da anni.
Ecco le minacce, gli insulti, l’esultanza qualora un "aguzzino" muoia, la totale assenza di rispetto ed empatia (ad opera di chi si definisce "eticamente superiore") verso coloro che si ritengono essere i nemici e le loro famiglie.

Non c’è più traccia di umanità, evidentemente, in persone che si sono paragonate alle bestie al punto da diventare tali e che arrivano ad augurare il cancro a bambini colpevoli di mangiare una bistecca, o a ritenere che un disastro naturale che abbia mietuto centinaia di vittime sia opera del cosiddetto "karma".

La diffamazione è continua e costante e corre sui social media, ad opera di pagine e gruppi che non fanno che dipingere tutto ciò che ruota intorno al settore zoo-tecnico come malvagità pura e incarnata. L’allevatore è paragonato a un sadico torturatore, il consumatore è definito "mangia-cadaveri", il vegano-animalista si sente parte di una razza eletta che con coraggio punta il dito e svela la verità; molto spesso "apre gli occhi" agli stolti tramite l’impiego di foto e video decontestualizzati, dove si mostrano episodi di una violenza che in Italia non è consentita.

A queste persone non importa il porsi con onestà intellettuale; il dire quale sia effettivamente la situazione vigente; il distinguere tra l'allevamento in epoche o contesti lontani e quello attuale nel nostro Paese; il sottolineare che determinate situazioni – se esistono – appartengono all’ambito dell’illegalità; l’ammettere che gli animali di zoo-circhi-acquari sono comunque tenuti sotto controllo veterinario; il ribadire che la caccia serve anche agli agricoltori perché tutela le attività umane; il distinguere tra cacciatori e bracconieri...

Costoro vogliono solo tirare acqua al proprio mulino: talvolta in buona fede, pensando di combattere una giusta causa; altre volte in malafede, allo scopo di arricchirsi personalmente, come abbiamo potuto constatare in seguito ad alcuni scandali riguardanti associazioni animaliste ed onlus del settore.

La politica strizza loro l’occhio, pensando di aver trovato un nuovo elettorato da cui attingere voti, non rendendosi conto che in questo modo va a danneggiare quelle categorie di LAVORATORI ONESTI che contribuiscono alla crescita economica italiana, in nome di un animalismo peloso dove troppo spesso i "capi" non hanno la minima idea di ciò di cui stanno parlando, forti di convinzioni nate in seguito a qualche ricerca su google, o all’aver tradotto pedissequamente quanto trovato su siti di matrice americana, sebbene la situazione americana ed italiana non sia affatto la stessa.

Il delirio collettivo prosegue e va oltre, nei post diffamanti contro le singole persone, nei mail-bombing (ovvero mandare la stessa e-mail tutti insieme) alle aziende e alle istituzioni, negli inviti ai boicottaggi e nelle recensioni negative a quelle attività che non si piegano alla fede vegano-animalista.

"Se muore un cacciatore godo a tutte le ore", bercia qualcuno, seguito da un esercito di forcaioli urlanti che alimentano un odio cieco e continuo, sfociato spesso in veri e proprio atti vandalici.

Se ancora non bastasse, nell’ultimo anno le reti televisive nazionali hanno ospitato questi personaggi, ne hanno mostrato le imprese e talvolta li hanno appoggiati palesemente. Persino le istituzioni, nel periodo pasquale, hanno ben pensato – tramite alcuni loro rappresentanti – di supportare campagne come quella di salvare gli agnelli dal macello, senza rendersi conto dei danni fatti ad allevatori e pastori la cui scomparsa costituirebbe un enorme danno sia per l’economia italiana, sia per la bio-diversità e la tutela del territorio.

A tutto questo, Federfauna dice basta.

L’attacco contro le categorie che rappresentiamo e difendiamo è costante e vergognoso, ma soprattutto è immotivato e portato avanti sulla base di falsi presupposti.

Noi non ci stiamo ad assistere a tutto questo in silenzio: oltre a batterci affinché venga istituito il reato di eco-terrorismo presente in altri paesi, abbiamo deciso di prendere le difese di chiunque decida di rivolgersi a noi. È il momento di intraprendere azioni legali che portino i responsabili a pagare le conseguenze di ciò che dicono o che fanno.

Siamo consapevoli che molti non denuncino per paura, per ignoranza, per non mettersi in una causa che forse durerà anni e non porterà a niente. Tuttavia, è proprio questo modo di pensare e di non-agire che sta dando forza ad una parte della società che altrimenti sarebbe marginale.

Noi siamo in numero maggiore, abbiamo una conoscenza degli argomenti trattati sicuramente superiore a loro e – soprattutto – abbiamo la legge (e, speriamo, anche lo Stato) dalla nostra.

Chiediamo a tutti coloro che siano stati vittime dei pseudo-animalisti, che abbiano assistito alle violenze degli stessi, che abbiano subito danni ad opera di persone che altro non sono che veri e proprio vandali ammantati dietro una presunta "nobile causa", di contattarci affinché possiamo agire ora e fermarli.

Dobbiamo fare informazione e riportare le cose nella giusta ottica, ma dobbiamo anche chiedere aiuto alla legge in quanto non siamo noi ad aver commesso dei crimini.

Faremo il possibile per aiutarvi passo dopo passo e – quando possibile – per assicurarvi che possiate restare anonimi. Discuteremo insieme il da farsi e da qui partiremo per tutelarvi e tutelarci.

Non siete soli, non dovete esserlo.

È arrivato il momento di agire.

Federfauna dice "basta" e spera che lo facciate anche voi.

Autore: E.B.

http://www.federfauna.org/stopecoterrorismo.php

 

 

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