Toscana: La Regione replica agli attacchi delle associazioni
- Scritto da Luca Gironi
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Ogni anno, in questa stagione, siamo abituati ad assistere ad uno spettacolo che si ripete: la caccia… alle tessere. Ancora una volta, in questa sorte di disciplina, non hanno deluso le aspettative né ANLC né FIDC che, in Toscana, si sono sperticati nel tentativo di accreditarsi come più vicini degli altri agli interessi dei cacciatori, ricorrendo a tutto il repertorio immaginabile, anche oltre il buon senso. Tra le figure di maggior spicco, eccelle Sisto Dati che si esercita nel fare populismo, utilizzando numeri palesemente diversi da quelli forniti dalla Regione. Oppone così ai dati ufficiali un guazzabuglio di numeri confusi e spesso senza riscontri. Non vogliamo eccedere, anche se le sue capacità e conoscenze gestionali non sempre brillano per estrema lucidità, basti pensare che in una recente riunione per la stesura del calendario venatorio se ne è uscito con la solenne affermazione: “...nelle Marche la quaglia si caccia con il cane!!”, ritornello ripetuto ben tre volte. Perché, viene da domandarsi, in Toscana come si caccia? Con il cavallo?
La persona lamenta poi, come un disco rotto, vessazioni verso le squadre di caccia al cinghiale, in questo supportato da un omologo di FIDC.
L'ufficio regionale dove, secondo Dati, siamo tutti incompetenti, ha scritto e sostenuto la necessità di diminuire da 40 a 30 del numero degli iscritti alle squadre. Ha sottoscritto con ENCI il protocollo per abilitare i cani da seguita selettivi per il cinghiale. Ha individuato soluzioni per superare la situazione creatasi a seguito della sentenza della Corte Costituzionale sulla legge della Liguria. Ha proposto nella Conferenza Stato/Regioni il superamento dell'arco temporale dei tre mesi per la caccia in braccata al cinghiale, sostenendo di ampliarlo al periodo 1 ottobre-31 gennaio.
E dai cacciatori di tessere cosa è venuto? Lamentele, proposte limitate, nessuna idea e nessuna riflessione. Dal signor Dati? Richieste di aiuto, esaudite quando legittime. In cambio, dichiarazioni di stima in privato e attacchi (anche pesanti) in pubblico. Tipico atteggiamento di persona dalla deontologia diciamo… migliorabile. Personaggio ad affidabilità limitata che prima ci invita a scrivere su una rivista e poi, da quelle stesse pagine, ci attacca. Verrebbe da domandarsi perché. E se qualche presidente è proprio sicuro di volersi avvalere di figure del genere come proprio vice.
Sull'altra sponda lamentano (in Italia c'è sempre qualcuno che si lamenta) la chiusura verso le squadre. Quale chiusura? Il protocollo Enci, la riduzione del numero degli iscritti, la proposta di portare a 4 mesi il periodo di caccia in braccata, sono chiusure?
La caccia di selezione, come sanno tutti quelli che amano la caccia, è una opportunità in più. Non è stato tolto niente alle squadre. Nella legge 10/2016 viene ribadito con forza che i cinghiali non devono stare nelle zone agricole. L'ottima legge cui fa riferimento FIDC regionale non è applicabile ormai da anni e questo lo sanno tutti, anche loro. Non è stato più possibile utilizzarla da quando, a seguito di ricorsi, il TAR ha iniziato ad annullare gli atti applicativi della legge. Sembra impossibile che ancora ci sia qualcuno che fa finta di non saperlo e continua con la solita lagna, dimenticandosi che il numero dei cinghiali abbattuti nel 2016 è cresciuto del 25-30% rispetto agli anni precedenti.
Attenzione poi alle proposte fatte da FIDC regionale: in parte sono populismo, in parte rischiano di essere pericolose, come la proposta di attuare foraggiamenti dissuasivi. Gli unici ammessi dalla legge nazionale, vale la pena ricordarlo, sono quelli autorizzati per gli abbattimenti in controllo, diversamente la L. 221 prevede sanzioni penali per chi li esegue.
Ma questi sono dettagli che ai cacciatori di tessere non interessano molto. E’ più facile scrivere frasi ad effetto e pensare, così, di riscuotere applausi e adesioni. Ma rispettare le regole è altro.
Paolo Banti
Dirigente Settore Caccia e Pesca della Regione Toscana