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Ronco Canavese fa i conti con i lupi

Ronco Canavese fa i conti con i lupi
A Ronco Canavese, in Val Soana, gli avvistamenti di lupi non si contano più, ed ora la gente comincia ad avere paura, anche perchè s'avvicinano alle case e in due casi hanno pure attaccato dei cani.
Lo riferisce la "Sentinella del Canavese", quotidiano locale: un lupo, di notte, sulla piazza di Forzo, un altro lupo, forse lo visto all'imbrunire sul ponte della stessa frazione. Due lupi, continua il giornale, che verso sera si avventurano attorno ai cassonetti dell’immondizia nella piazza della borgata Convento.
E la cronaca continua: due lupacchiotti grigi nel centro di Ronco, ed un altro, affamato, che in pieno giorno si esibisce a ridosso della frazione Tressi rincorrendo e azzannando due capre, per nulla preoccupato dall'essere inseguito dai proprietari dei due animali, usciti malconci dall'aggressione, osservati da un gruppo di francesi sul balcone di casa.
Insomma, non passa giorno che non arrivi una segnalazione da una zona che, giova ricordarlo, si trova a ridosso del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Nessun dubbio sul fatto che siano lupi: in molti li hanno visti, e ci sono foto e video a testimoniarlo. Laa percezione è che il loro numero sia in aumento, ed ora la gente comincia a prendere precauzioni tanto che, racconta il giornale canavesano, più nessuno passeggia di sera senza armarsi di bastone.
La presenza del lupo crea problemi anche agli allevatori, come nel caso di Ceresole dove 15 pecore furono uccise vicino al lago Dres all'inizio di agosto, ed altre 12 pecore attaccate nei giorni scorsi nel territorio di Ronco).
«Sarà una delle problematiche che dovremo affrontare nelle prossime riunioni insieme al direttivo dell’ente – dichiara alla Sentinella del Canavese Guido Bellardo Gioli, sindaco di Ribordone, da poco nominato presidente della Comunità del Parco -. Per il momento, nel mio Comune, il lupo non ha ancora creato grossi problemi, ne era stato avvistato uno, ma durante l’estate non vi sono state segnalazioni, neppure da parte dei numerosi tedeschi che percorrono la grande traversata delle Alpi. D’inverno, però, la situazione potrebbe cambiare». «Certamente, quella del lupo è una storia che dobbiamo chiarire, in particolare con il Parco – aggiunge Giovanni Bruno Mattiet, sindaco di Locana che ha preceduto quello di Ribordone alla guida della Comunità del Parco -.Ritengo sia stata adottata una strategia sbagliata per salvaguardare lo stambecco, indebolitasi negli ultimi tempi. Invece di abbattere i vecchi stambecchi, come avveniva una volta, per consentire ai giovani capi di procreare ed avere così una popolazione più forte e sana è stato lasciato spazio al lupo, il quale, però, non attacca solo i capi vecchi,anzi, sovente proprio non lo fa, e crea problemi a chi abita quassù. E’ora di cambiare tattica, tenendo conto che, sulle nostre montagne, anche l’uomo è una specie da salvaguardare».
 
Intanto in Regione Piemonte la polemica è sui numeri: secondo Life WolfAlps i lupi presenti in tutto il Piemonte sarebbero 80/90, divisi in 21 branchi (14 in provincia di Cuneo, 7 di Torino) di cui soli 4 riproduttivi, mentre secondo allevatori e mondo venatorio sarebbero molti di più. Ora cominciano a pensarla così anche le popolazioni che si trovano a fare i conti con Ezechiele.
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