Federica Bracchetti
- Scritto da Cacciando
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Federica Bracchetti nasce il 20.11.1969 a Pesaro, città di mare e trascorre la sua giovinezza in ambienti urbani lontani dal mondo venatorio. Tuttavia, col passare degli anni, e in seguito a scelte di vita non propriamente convenzionali, Federica scopre una vera passione per la caccia e la natura decidendo così di coniugarla con quella per la pittura. L'andare a caccia le ha permesso di ritrovare un universo interiore a lungo nascosto, di vivere la natura in modo totalmente nuovo e di sentire la necessità di fissare sulla tela le visioni e le scene che appartengono a tale mondo. Sono quindi animali, paesaggi e sequenze di caccia che ritrae, filtrate dal suo sguardo e dalla sua unica sensibilità. Le ambientazioni, spesso oniriche, si scontrano con il realismo del soggetto che si staglia sul fondo in tutta la sua definizione, per contrasto e fierezza. La pittrice crea così una dicotomia sempre interessante, mai scontata, un equilibrio tra realtà e immaginazione, fra emozione e razionalità. Rappresenta quei luoghi inesplorati dell'anima e dei boschi dove è nata la sua pittura e dove vivono i ricordi.
I colori ad olio, che Federica usa, si amalgamano sulla tela in maniera armonica, nascondendo, ma solo in parte, lo studio approfondito delle anatomie, così come dei chiaroscuri. Federica ha affinato l'uso della tecnica dell'olio anche grazie alla frequentazione dei pittori pesaresi Franco Fiorucci e Severo Feduzi.
Il suo talento l'ha portata ad essere richiesta nelle più importanti fiere nazionali e a collaborare con alcune delle più illustri riviste del settore e ad essere richiesta la sua presenza nelle più importanti fiere nazionali.
Il famoso critico d'arte Luigi Piatti nel novembre del 2010, visitando la Galleria della Pergola di Pesaro, così scrisse sulla pittrice:
"Trascorrere ogni mese diversi giorni a Pesaro –quasi per me un obbligo morale- mi porta spesso a conoscenze particolari per l’intervento dei tanti
amici “assiemati” nel corso dei quaranta anni di questa mia periodica presenza.
E così capitò che Miriam, ben sapendo del mio interesse per l’arte –cioè pittura, scultura, incisione, eccetera- mi combinò nell’autunno del 2010 un appuntamento nella Galleria della Pergola con una pittrice. Mi dissi: "sarà certamente una delle tante che “producono” fiorellini, paesaggini e robetta varia tanto per passare il tempo, …però ci vado… Magari Miriam potrebbe avere trovato qualcosa di nuovo e di buono… "
E la sorpresa veramente ci fu già in Galleria: sul banco erano appoggiate quattro tele, tutte con immagini di animali: una muta di segugi, un setter, un pointer con in bocca una beccaccia e una beccaccia in volo. E’ una signora che dipinge soltanto animali mi disse Miriam accortasi della meraviglia ben evidente sul mio viso. Lì per lì riuscii soltanto a dire …e li dipinge bene! E
il mio pensiero volò al Cardellino, unico personaggio di un bel quadro di Carel Fabritius del 1654.
Arrivò la pittrice: soliti convenevoli di presentazione con mia temporanea e silente considerazione di trovarmi di fronte una bella signora di nome Federica Bracchetti. Complimenti le dissi. Poi iniziai a porre domande; mi premeva di sapere tutto. Per prima cosa perché una donna è pittrice di soli animali, e quali animali! La risposta fu veloce e semplice: Sono cacciatrice.
Intesi subito d’aver di fronte una eccezione del “concetto” di donna, e me la immaginai vestita da amazzone con l’arco a tracolla e la faretra al fianco.
Mi passò anche rapida per la mente la convinzione della esigenza di uccidere per amare, che subito rifiutai leggendo negli occhi della signora soltanto amore per la vita. Cacciatrice, dunque, ma perché? Ovvio: per praticare uno sport che ti immerge nella natura, che te la fa gustare, che te la fa vivere. Per amore, non per odio. E confermano questo concetto i titoli che Federica dà alle sue opere: il “ritratto” del pointer in ferma è Superbo vigore, quello del setter con in bocca una beccaccia è Lo strano possesso, quello della beccaccia che appare improvvisa all’orizzonte è Come un’apparizione, il volo dei germani, Alba di neve, e così via: titoli carichi di liricità, di poesia.
Quanto detto è già sufficiente per comprendere appieno la figura della nostra artista che è degna d’esser collocata tra le icone dell’odierna civiltà come “ritrattista” non già di persone, ma di tutti gli animali. E di essere ritratti è un merito che spetta di diritto a questi animali perché essi, soltanto essi, determinarono il riavvicinamento all’arte di Federica, quell’arte praticata dalla nostra artista già in gioventù e poi abbandonata certamente per impegni familiari ma forse anche, e forse più, per la insoddisfazione data dai soliti banali soggetti che mai l’avrebbero soddisfatta e che mai l’avrebbero portata al successo. Gli animali, dunque, crearono l’atmosfera per l’esigenza che Federica si sentiva addosso di un salto di qualità notevole in arte, “obbligandola” -grande l’impegno- a verificare, studiare e capire il modus operandi e la conseguente qualità ottenuta dai migliori pittori pesaresi per trarne l’utile e prezioso insegnamento, cioè il mezzo sicuro per quel risultato eclatante che oggi si può ammirare nelle tele a olio e nei pastelli su carta
di sua produzione. E' dunque, questa nostra artista, soprattutto un’allieva indiretta dei vari Caffè, Wildi, Gallucci, Bettini, eccetera, eccetera, e merita grande encomio e un voto finale di prestigio.
Io spero di incontrare in futuro ancora qualche altra volta Federica Bracchetti, e sono già certo che mi sentirò in obbligo di constatare nuovamente la sua grande dedizione a questo genere di pittura che, pur apparendo a prima vista un poco inusitato, offre al fruitore il profumo dell’ amore e della poesia. E, per dirla da cacciatore, bersaglio centrato!
" Luigi Piatti