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Calabria: il coordinamento delle AAVV calabresi plaude alla decisione del tar

calabria

Il Coordinamento Regionale delle Associazioni Venatorie Calabresi composto da Federcaccia, Libera Caccia, Anuu, Arciccaccia, Enalcaccia, Eps e Italcaccia esprime la propria soddisfazione ed informa i cacciatori e tutta la comunità dell’esito della camera di Consiglio del TAR Calabria, che attraverso una propria ordinanza ha respinto il ricorso presentato da Wwf, Lipu e Lac, contro il calendario venatorio regionale, sospendendo cautelativamente il prelievo solo sul moriglione e la pavoncella. Un successo di buon senso e di correttezza giuridica che consentirà ai cacciatori calabresi di iniziare serenamente la stagione venatoria. Il Coordinamento, col patrocinato dall’Avv. Biagio Di Vece è intervenuto ad adiuvandum, presso il Tar, per rafforzare il quadro oggettivo della giustezza del percorso cha aveva portato la Regione ad approvare ed emanare il calendario Venatorio, accogliendo le proposte delle Associazioni Venatorie presenti in Consulta, supportate da atti e ricerche tecnico-scientifiche. Un lavoro condotto in Consulta Faunistico-Venatoria, ove tutti i portatori di interesse, compreso le associazioni protezionistiche, avrebbero il dovere di parteciparvi. L’occasione ci consente di stigmatizzare l’atteggiamento, per nulla costruttivo dei ricorrenti, che ormai da anni preferiscono attivare contenziosi invece di confrontarsi e contribuire con spirito collaborativo, cosa che invece avviene tra le altre componenti associazionistiche e pubbliche.

Il nostro ringraziamento, oltre che al TAR, va all’avvocato Di Vece, che ha assistito ancora una volta positivamente il Coordinamento Regionale, all’Avv. Bruni e a Fidc Nazionale per il solido intervento nel presente giudizio, al Dott. Michele Sorrenti, agli Uffici Tecnico scientifici di Federcaccia, al Dipartimento Regionale Agricoltura, Ufficio Caccia e all’Avvocatura Regionale. Unica nota stonata la sospensione del prelievo di Moriglione e Pavoncella, in merito alle quali la stessa Ispra aveva dato parere positivo, e la Regione attraverso gli atti del Dipartimento e dell’Ufficio caccia aveva adeguatamente motivato la scelta dell’inserimento delle due specie tra quelle cacciabili. Su questo punto procederemo in giudizio per far valere le giuste ragioni tecnico-scientifiche, che a nostro avviso non inficiano in alcun modo il prelievo venatorio.

Infine non possiamo non accogliere con grande soddisfazione il fatto che il TAR Calabria ha integralmente accolto la tesi del Collegio difensivo di Fidc nazionale, del Coordinamento Regionale delle Associazioni Venatorie e dell’Avvocatura Regionale, secondo cui, ai sensi dell’art. 14, comma 7, L. 157/1992, le Regioni possono prorogare la validità e l’efficacia dei PFVR giacché la norma parla di eventuali modifiche o revisioni del quinquennio.

IL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI VENATORIE CALABRESI

Arci Caccia: Comincia la stagione venatoria e subito arriva lo sciacallaggio animalista

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La stagione è appena iniziata e i professionisti dello sciacallaggio e della mistificazione sono già a lavoro. Ieri, ancora non era terminato l’orario di caccia, che già si contavano comunicati tanto sensazionalistici quanto inesatti. Le agenzie, infatti, hanno battuto la notizia che nella mattinata si contavano già tre morti e un ferito grave in incidenti di caccia. Ora, i morti e il ferito ci sono stati senza dubbio, e la nostra associazione è vicina al cacciatore ricoverato in ospedale e alle famiglie che hanno subito un lutto, ma occorre mettere ordine. I tre morti, infatti, difficilmente possono dimostrare la pericolosità della caccia in Italia, infatti, il primo purtroppo è stato colpito da un bracconiere in Sardegna prima dell’avvio della stagione venatoria, il secondo è un cittadino svizzero morto in Svizzera e non vediamo perché doverlo conteggiare nelle statistiche italiane e il terzo, protagonista dell’episodio in cui è stato coinvolto anche il ferito, ha subito una tragica caduta. Si tratta di episodi indubbiamente gravi, ma che non giustificano i toni allarmistici sentiti ieri, infatti, il primo è stato vittima di un’azione delittuosa che niente ha a che vedere con la caccia, il secondo sicuramente ha poco a che spartire con i cacciatori italiani e sul terzo episodio che voler dire, purtroppo in montagna le disgrazie accadono, come testimoniano le centinaia di escursionisti e fungaioli che quest’estate hanno animato le cronache dei giornali senza che nessuno chiedesse la sospensione di questa attività. La parte veramente brutta di questa vicenda è l’atteggiamento compiaciuto con cui molte delle sigle animaliste hanno dato queste notizie e il taglio scorretto con cui le hanno riportate molti organi di informazione, senza verificare i fatti e facendo commentare solo le solite sigle, senza lasciare al mondo venatorio possibilità di contraddittorio. Come abbiamo già fatto in questi giorni, noi di Arci Caccia continueremo a invitare alla prudenza e al rispetto delle regole, consci che se così facendo salveremo una vita o eviteremo un ferito avremo avuto successo; consapevoli però, che i cacciatori sono persone responsabili e che, malgrado gli animalisti, non esiste nessuna emergenza sicurezza in relazione alla caccia.

Eps ed Arci Caccia Abruzzo: È peggio la toppa del buco, ossia il rimedio sarà peggiore del danno?

Per ARCI Caccia ed Ente Produttori Selvaggina questa appare essere la giusta descrizione della proposta di calendario venatorio predisposta dagli Uffici competenti della Regione Abruzzo per uscire dal presunto impasse determinato da un decreto del Presidente del Tar Abruzzo – L’Aquila che, emesso il 28 agosto u.s. su ricorso proposto dal WWF e dalla Lega Nazionale per la difesa del cane, aveva sospeso ogni forma di caccia (e di attività collaterali, come la possibilità di addestramento cani) per tutto il territorio regionale sino alla successiva trattazione cautelare collegiale fissata per il 25 settembre.

La Regione non ha preso in esame la possibilità di costruire un nuovo calendario venatorio, fatto secondo i crismi dovuti dalle regole della caccia sostenibile, e nemmeno la possibilità di emanare una sequenza di delibere di giunta in grado, progressivamente, di ricondurre nell’alveo di quanto ragionevolmente concedibile al mondo venatorio la disciplina venatoria per la stagione da aprirsi. Bensì ha deciso di lanciarsi in un volo acrobatico che scontenterà le necessità pretese del mondo venatorio. Di fatto, ad esempio, ad oggi risulta completamente vietata la caccia alla coturnice, e forti limitazioni per altre specie, fraintendendo l’interpretazione di quella che è una fase solo provvisoria di costituzione della c.d. Area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, per cui è stato vietato l’accesso in quest’area ai cacciatori che non vi siano formalmente residenti. Tutto ciò, confuso, con delle clausole condizionali, meramente ipotetiche, e assai discutibili in forza delle quali molte decisioni che apparterrebbero al calendario venatorio in forza di solide basi scientifiche, sono state invece completamente rimesse alla imponderabile discrezionalità del giudice amministrativo, il cui decisum, potrebbe non solo almeno per i prossimi dieci anni condizionare la caccia in Abruzzo, ma anche “contagiare” la giurisprudenza amministrativa di altre regioni della penisola, ove investite delle medesime questioni.

Basti solo considerare che la maggior parte dei territori in cui in Abruzzo è presente la Coturnice sono ricompresi in Aree protette, ove la specie sembrerebbe in decremento a causa della scomparsa dei pascoli e coltivi in quota come consacrato in maniera incontrovertibile dall’Unione internazionale per la conservazione della natura e non certo a causa del prelievo venatorio, che era stato già fatto oggetto di limitazioni con discipline specifiche. Questo divieto, così come l’impossibilità del prelievo dell’Allodola e l’obbligo della residenza per esercitare l’esercizio venatorio nella ZPE del Parco d’Abruzzo comporterebbero il “collasso” economico di alcuni Atc Abruzzesi. Limitando così la possibilità di contenere efficacemente il cinghiale, giacché il numero dei cacciatori “residenti” è ben più che risicato.

Sullo sfondo, si celano, ad un attento esame, dei guasti procedimentali e giuridici, che se ulteriormente censurati dalle associazioni ambientaliste ricorrenti, potrebbe portare l’apertura della caccia in Abruzzo come una mera ipotesi, sia sul “se” che sul “come”.

Per completare la sommaria disamina, che potrebbe andare molto, ma molto più a fondo in senso assolutamente negativo, è stata indicata come giornata di chiusura per la caccia alle specie Cornacchia grigia, Gazza e Ghiandaia, il 31 gennaio 2020, che è un venerdì. Nessuna parola può stigmatizzare la superficialità e l’approssimazione che si cela dietro a tale banale errore, ben altro che un mero errore di scrittura.

Toscana: Arci Caccia scrive alle altre associazioni per chiedere la costituzione della Cabina di Regia

Ieri, 11/09/19, il Presidente Regionale di Arci Caccia Sirio Bussolotti ha scritto alle Associazioni Venatorie della Toscana per chiedere la costituzione della Cabina di Regia a livello regionale. Questo uno stralcio della lettera che alleghiamo in coda: Cari colleghi, il mondo venatorio, subisce ormai da tempo l’attuale clima politico che a tutti i livelli istituzionali è sempre meno propenso ad ascoltare le istanze delle problematiche relative alla caccia. A tal fine non è più rimandabile attivare il processo che porti il mondo venatorio ad esprimersi con un’unica voce. Fortunatamente possiamo contare su un esempio virtuoso da seguire, quello dato dai buoni risultati raggiunti dal lavoro svolto dalla Cabina di Regia delle Associazioni Venatorie Riconosciute a livello nazionale. Per questo, Arci Caccia ritiene che sarebbe opportuno intraprendere un’analoga iniziativa a livello toscano, in modo da dare una forza maggiore alle nostre proposte e rivendicazioni nei confronti del governo regionale. Si resta a disposizione in attesa di conoscere le vostre opinioni a riguardo, ribadendo la nostra totale disponibilità ad incontrarci e ad avviare un dialogo che possa condurci a questo importante risultato.

Sirio Bussolotti

 

Federcaccia incontra il Presidente del Parlamento Europeo

L’on. David Sassoli e il presidente nazionale di FIdC Massimo Buconi si sono incontrati a Ravenna. Un lungo e cordiale incontro per parlare dei problemi, ma anche delle opportunità offerte dal mondo venatorio italiano.

Roma, 01 settembre 2019 – In occasione della sua presenza a Ravenna come ospite alla Festa nazionale dell’Unità, il presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli ha avuto un incontro privato con il presidente nazionale della Federazione Italiana della Caccia Massimo Buconi.

Nel lungo e cordiale incontro, al presidente Sassoli sono state esposte le criticità più urgenti in tema venatorio nei rapporti fra l’Unione europea e il nostro Paese, soprattutto in tema di avifauna migratoria, revisione dei key concepts e conseguenti tempi di prelievo di alcune specie, fortemente limitato in Italia rispetto ad altri Stati europei confinanti.

Gestione dei grandi carnivori; opportunità in tema di recuperi ambientali e valorizzazione della biodiversità offerte dalla nuova Pac; munizionamento tradizionale in piombo e altri temi sul tavolo della Commissione europea sono stati gli altri temi che hanno occupato il colloquio.

“Ringrazio il presidente Sassoli per la sua disponibilità nei nostri confronti e per l’attenzione che ha sempre mostrato per le istanze espresse dal mondo venatorio – ha dichiarato al termine dell’incontro il presidente Massimo Buconi –. È stato un incontro informale, ma forse proprio per questo ancora più utile e costruttivo. Da parte nostra siamo consapevoli da tempo che il ‘nodo Europa’ è fondamentale per la caccia italiana e da parte mia e dell’attuale consiglio di presidenza ci sarà sempre la massima attenzione e partecipazione, come Federcaccia – da sola e attraverso la nostra presenza in FACE -, a tutti i processi presenti e futuri in atto a Bruxelles”.

Il presidente Buconi era accompagnato nell’occasione dai dirigenti Federcaccia Stefano Merighi, consigliere di presidenza; Massimo Bulbi, presidente regionale dell’Emilia Romagna; Dante Gianstefani, presidente provinciale Ravenna e dai consiglieri regionali Libero Asioli e Stefano Venieri.

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