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Cinghiale: le proposte di Cheddite per la caccia al re nero

La caccia al cinghiale, lo sappiamo, conta un gran numero di appassionati. Questo sia perché si tratta di una caccia sociale, in grado di attrarre molte persone, sia perché è divertente, sia perché diretta verso un tipo di selvaggina in costante aumento. Cheddite ha nel suo catalogo diversi prodotti, nei calibri 12, 16, 20, 28 e .410. Un ottimo ventaglio di possibilità che abbiamo avuto modo di testare in una battuta svoltasi non molto tempo fa con ottimi risultati. Abbiamo accompagnato la squadra di cacciatori di cinghiali “la Forretta” di Pistoia, in un’uscita di caccia con al centro la nostra linea Palla della Cheddite.

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Palla calibro 12
Caricamento storico nella linea PALLA Cheddite, la borra proiettile di comprovata efficacia, unita a un’alta velocità iniziale, garantiscono un tiro utile superiore ai 50mt con un adeguato potere d’arresto rendendo la palla slug da 32g ideale per la caccia al cinghiale.
Specifiche tecniche
bossolo 12/20/70 traslucido
polvere drago s 1.80g (indicativa)
palla slug 32g
altezza cartuccia 60 mm nominale
bossolo etichettato imballi 10/200
dati balistici: velocità 420m/s a 2.5m, pressione 730bar nominale

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Palla Brenneke calibro 12

Aggiunta recente nel catalogo CHEDDITE, caricata con la storica palla BRENNEKE nata nel 1930. Il proiettile è costituito da una testa in piombo con nervature elicoidali e da una borra d'impennaggio in feltro. Questa palla consente una spinta ad elevata velocità iniziale, abbattimenti puliti su cinghiali di massa importante anche a distanze superiori ai 50m.

Specifiche tecniche
bossolo 12/20/67 traslucido
polvere cbp x50 2.45g (indicativa)
palla brenneke (palla+dischetto grigio 7mm)
altezza cartuccia 58.3 mm nominale
imballi 10/200
dati balistici: velocità 445m/s a 2.5m, pressione 730bar nominale

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Palla calibro 20
Declinazione in cal.20 del caricamento SLUG CHEDDITE, al pari delle sue sorelle in calibro maggiore la borra con impennaggio e l’elevata velocità iniziale garantiscono precisione e potere d’arresto
Adeguati anche a distanze superiori ai 50m.

Specifiche tecniche
bossolo 20/16/70 giallo
polvere ch6 x36 1.30g (indicativa)
palla slug 26g
altezza cartuccia 59.2 mm nominale
imballi 10/200
dati balistici: velocità 450m/s a 2.5m, pressione 830bar nominale

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Palla calibro 16
Declinazione in cal.16 del caricamento SLUG CHEDDITE, al pari delle sue Sorelle in calibro maggiore la borra con impennaggio e l’elevata velocità iniziale garantiscono precisione e potere d’arresto adeguati anche a distanze superiori ai 50m.

Specifiche tecniche
bossolo 16/16/70 traslucido
polvere aquila l 1.55g (indicativa)
palla slug 28g
altezza cartuccia 60.0 mm nominale
imballi 25/250
dati balistici: velocità 420m/s a 2.5m, pressione 700bar nominale


Palla calibro .410
Declinazione in cal.410 (36/65) del caricamento SLUG CHEDDITE, al pari delle sue sorelle in calibro maggiore la borra con impennaggio e l’elevata velocità iniziale garantiscono precisione e potere d’arresto
Adeguati anche a distanze superiori ai 50m.
Specifiche tecniche
bossolo 36/16/65 traslucido
polvere a0 0.75g (indicativa)
palla slug 8g
altezza cartuccia 58.2 mm nominale
imballi 25/250
dati balistici: velocità 490m/s a 2.5m, pressione 650bar nominale

 

ANLC: Atc FI 4 diffida le squadre di caccia al cinghiale

Ciò che sta accadendo nell'ATC FI 4 sta raggiungendo un limite veramente paradossale, il comitato di gestione dell'#Atc, al cui interno è bene ricordare non c'è il rappresentante di Libera Caccia, ha raddoppiato la quota per i cacciatori che partecipano alla caccia al #cinghiale. Alle rimostranze delle #squadre, che avrebbero voluto pagare il solito importo dello scorso anno, come accade nell'altra ATC Fiorentina, è stato risposto negativamente ed anzi è stata minacciata la sospensione delle squadre inadempienti. 

Purtroppo questo non è uno scherzo!
L' aumento, lo sanno tutti, è da imputare alla passata cattiva gestione, che ha prodotto anche ad un'inchiesta giudiziaria sulle perizie dei danni, per questo non deve, ripetiamo NON DEVE essere fatto. La nostra non è una mera presa di posizione economica, ma di principio, NON si può penalizzare coloro che più si impegnano nel contenere il numero di cinghiali, NON si può far passare il messaggio che se ci sono danni la colpa è delle squadre e per questo devono pagare di più.
Libera Caccia, come sempre, si schiera al fianco dei #cacciatori e chiede alle associazioni #venatorie e non, rappresentate nel comitato di gestione, di far fare un passo indietro ai propri rappresentanti. Specialmente a Federcaccia, che è l'associazione con più rappresentanti chiediamo di mettersi dalla parte dei cacciatori e di chiedere al suo rappresentante, che è anche il Presidente dell'Atc, di ponderare bene la situazione è mutare atteggiamento.
Ci pensano anche troppo gli animalisti ed i giudici a darci contro, non prestiamo il fianco a simili istanze, non usiamo i cacciatori come tappabuchi delle mancanze altrui, non ci portate ad una guerra fratricida che potrebbe avere anche dei lunghi risvolti legali e sopratutto ricordatevi che siete un sindacato che dovrebbe difendere il #cacciatore.

Associazione Nazionale Libera Caccia Toscana

AIW: a “ERBA ROSSA” due nuovi settori di Area Wilderness in Provincia di Caserta!

«Volli vedere dov’era mio padre, lo trovai in una pozza di sangue. Aveva il cranio sfondato da un proiettile e tutt’intorno l’erba era diventata rossa…» così, Graziella di Gasparro la figlia di uno dei 39 civili trucidati da una rappresaglia nazista il 1 novembre 1943 nella borgata “Faeta” del Comune di Conca della Campania (Caserta) descrive quello che vide dopo l’eccidio perpetrato dall’esercito nazista in ritarata sotto l’incalzare degli Alleati; uno dei più tragici massacri di civili nel Sud dell’Italia. Il fatto successe su una collina soprastante uno dei tanti burroni incassati nelle nere lave del vulcano spento di Roccamonfina, alle cui falde del versante di nord-est si trova quello del Rio Rollo. Una gola boscosa quasi nascosta, in fondo alla quale scorre il rio precipitando in diversi salti per discendere di almeno 250 metri di dislivello in soli 4 chilometri di lunghezza, per poi proseguire a gettarsi nelle acque del Fiume Volturno. Un dislivello che ha permesso la formazione di alcune cascate alte decine di metri, la maggiore delle quali si dice sia addirittura 70/80 metri (cosa che la farebbe annoverare tra le maggiori d’Italia, ancorché praticamente sconosciuta). Da oggi questo burrone è divenuto l’Area Wilderness “Erba Rossa” (Cascate del Rio Rollo), un’area selvaggia di 130 ettari che il paese di Conca della Campania con una saggia e lungimirante decisione del Consiglio comunale lo scorso 17 dicembre ha stabilito di preservare per sempre, dedicandola moralmente a quell’eccidio quasi dimenticato (purtroppo anche dallo Stato, che ha finora rifiutato al paese la medaglia d’oro alla memoria). L’Area Wilderness, per iniziativa della gente di Conca della Campania da oggi assolve a questa riprovevole dimenticanza. Al contrario di tante altre Aree Wilderness d’Italia, si tratta infatti del primo caso di un’Area Wilderness comunale designata totalmente su suoli appartenenti a privati, ma che anche e proprio per il suddetto fine morale non hanno ritenuto di opporsi alla proposta dell’AIW di preservarne lo stato selvaggio tramandatosi fino ad oggi nella sua integrità originaria, così come lo videro per l’ultima volta i 39 martiri dell’eccidio.

Ma Conca della Campania non si è limitata a salvaguardare questo burrone, ha deciso che anche il proprio settore di boschi di querce, forre, valloni e colline che a sud completano la grande catena montuosa del Monte Cesima, ai confini con il Molise, sia accorpato all’esistente omonima Area Wilderness da tempo già designata su settori dei Comuni di Mignano Montelungo e San Pietro Infine, che da oggi si amplia quindi ad un totale di circa 1.800 ettari. Un settore di circa 400 ettari di suoli appartenenti al demanio comunale e soggetti a pianificazione forestale, da oggi definito Area Wilderness Coste di Conca. Anche questi, come la forra del Rio Rollo, luoghi di storici eventi, ma risalenti al brigantaggio post-unitario, sebbene da oggi più noti alla gente come il luogo dove un giovane del paese (Luigi Ricci) solo la scorsa estate perse accidentalmente la vita durante la sua attività di boscaiolo, ed al quale il Consiglio comunale ha voluto dedicare la salvaguardia del luogo per ricordare il legame che egli aveva col mondo rurale della sua famiglia, mondo che non volle mai lasciare per lavori da tanti ritenuti più moderni.
Molte persone hanno avuto il merito di questi due settori di Area Wilderness con i quali l’AIW chiude con successo questo 2018; chi per l’amore di luoghi conosciuti in anni di solitarie frequentazioni, col sogno di vederli accorpare a quell’Area Wilderness da egli tenacemente voluto sul Monte Cesima mignanese, quale Raffaele Cortellessa, già Consigliere e Vicepresidente dell’Associazione Wilderness, che per primo avanzò l’idea di una salvaguardia di quelle colline boscose, da egli denominate le “Coste di Conca”; chi per aver fatto conoscere a Franco Zunino un luogo stupefacente di acque, cascate ed antichi mulini che suscitarono in lui l’idea di una proposta di salvaguardia oggi andata in porto, quale Felice Tomeo, anche lui già Consigliere nazionale dell’AIW e Presidente della locale Sezione AIW di Galluccio, paese poco lontano. Ma specialmente grande merito va dato all’attuale Consigliere nazionale AIW nonché Presidente della Sezione Alta Campania, Antonio Iannetta, che grazie ai suoi rapporti amicali e di stima reciproca ha tenacemente ritenuto di caldeggiare la proposta presso l’amministrazione comunale. Merito esecutivo va invece e soprattutto dato al Sindaco di Conca della Campania nonché Presidente della Comunità Montana Monte Santa Croce, Alberico Di Salvo, convinto assertore della necessità di valorizzare le bellezze naturali del proprio Paese e della sua Comunità, per aver compreso che migliore garanzie di salvaguardia non erano tanto i vincoli imposti d’autorità (una metà della nuova Area Wilderness “Erba Rossa” ricade infatti in parte nel Parco Regionale di Roccamonfina), quanto la decisione degli abitanti e proprietari dei luoghi di volerli autonomamente preservare; scelta a loro nome decisa all’unanimità della maggioranza del Consiglio comunale, grazie al quale esse oggi sono entrate a fare parte del Sistema delle Aree Wilderness italiane. Un precedente anche per la politica dell’Associazione, che spera così che altri Comuni possano seguire quest’esempio per preservare luoghi selvaggi appartenenti a privati e rimasti tali proprio per le loro caratteristiche fisiche.

Con questi due settori il Sistema Italiano delle Aree Wilderness ammonta oggi a 71 Aree divise in 111 settori per un totale di oltre 54.000 ettari distribuite in 10 Regioni, 21 Province e coinvolgenti ormai 50 Comuni.

 

Murialdo, 22 Dicembre 2018 Franco Zunino
Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness

 

Arci Caccia Firenze: i “Federtassatori” dell’ATC4 arrivano alla minaccia di sospendere le squadre

Siamo all’epilogo della incredibile farsa messa in piedi dall’ATC4 sui balzelli imposti alle squadre di caccia al cinghiale. Riprendiamo dall’inizio: tutto è cominciato quando, con la fiera opposizione del nostro rappresentante Mauro Messeri, l’ATC4 ha deliberato un aumento della quota da pagare per partecipare alla caccia al cinghiale in braccata. Le squadre si sono giustamente ribellate a questa imposizione, che va a pescare nelle tasche dei cacciatori per trovare le risorse necessarie a tappare la voragine di bilancio causata da una gestione precedente; una gestione di cui, come sappiamo tutti, si sta occupando la magistratura. Per questo, le squadre hanno messo in atto l’unica azione possibile per controbattere ad una politica così sbagliata: si sono rifiutati di pagare. L’Atc, lungi dal riconsiderare la propria politica, si è limitato a intimare il pagamento ai ribelli, minacciando provvedimenti di sospensione per il prossimo comitato in programma per il 27 dicembre. Arci Caccia si opporrà con la massima decisione possibile a questa eventualità scellerata, che va a punire i cacciatori per colpe sicuramente non loro. Se mancano le risorse, preghiamo i “Federtassatori” di cercare altrove, magari rivolgendosi alla cabina di regia che gestiva in passato l’ATC 4. Chissà che qualcosa non trovino…

Arci Caccia Firenze

Dopo i fatti toscani Arci Caccia scrive al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Agricoltura

Il Presidente Arci Caccia Sergio Sorrentino, nella giornata di ieri, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Prof Giuseppe Conte e al Ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio sollecitandone l’intervento a difesa della caccia e dei cacciatori. Arci Caccia, ringraziando il Governo per l’impegno profuso in sede europea per la revisione dei Key Concepts, ha però sollecitato la rivitalizzazione del “Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale previsto all’art. 8 della legge 157/92, sede formale della partecipazione e della
concertazione tra le diverse Associazioni portatrici di interessi, ancorché diversi, sulla fauna selvatica”. Problema che, per l’Associazione ha avuto come “conseguenza che la Magistratura, i TAR, il Consiglio di Stato si sono sostituiti alle competenze della politica. Le sentenze, anche recenti, si fondano su presupposti scientifici, che hanno trovato argomenti, ancorché opinabili, dopo l’improvvida modifica dell’anno 2010 all’art. 18 della legge nazionale 157/92”. Per questo è giusto che la Politica si riappropri del proprio ruolo, governando quella fondamentale branca della gestione ambientale che è rappresentata dalla Politica Venatoria.

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