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Lupi e orsi, fronte comune delle Regioni alpini sui grandi predatori

Ambiente -Un piano adeguato per la gestione di lupi e orsi. Questa la richiesta comune avanzata dalle Regioni alpine al governo in tema di grandi predatori.

Le Regioni alpine fanno fronte comune in tema di grandi predatori. I rappresentanti istituzionali di Alto Adige, Trentino, Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Valle d’Aosta si si sono riuniti oggi pomeriggio (29 gennaio) a Trento, concordando sulla necessità di disporre di strumenti idonei per la gestione dei grandi predatori, in maniera particolare lupi e orsi, e dichiarandosi disposte ad assumersi in prima persona le responsabilità delle azioni necessarie. Nel rispetto delle normativa europea e sull’esempio degli altri Stati della UE che, interessati dalla presenza dei grandi carnivori, dispongono di piani di prelievo mirati, le Regioni alpine chiedono al Governo e, in particolare al Ministero all’ambiente, l’approvazione di un piano di gestione adeguato ad una realtà che vede in espansione alcune specie, lupi in particolare.

"Nessuno mette in dubbio - hanno sottolineato nel corso dell’incontro i rappresentanti istituzionali - il valore della biodiversità delle nostre montagne e dei nostri territori alpini, così come non ci permettiamo di contravvenire alle normative europee, che condividiamo. A fronte però di una densità di lupi ed orsi, tale da generare situazioni oggettive che fanno venir meno la sicurezza delle popolazioni e rappresentano una fonte costante di danno per le attività economiche, chiediamo di avere la possibilità di attivare azioni condivise di prevenzione, gestione e prelievo dei grandi carnivori. Va considerato che episodi ripetuti di predazioni, molti dei quali in prossimità di centri abitati ed aree turistiche, stanno minando la sostenibilità di aziende zootecniche che operano in ambiente montano".

Alla riunione hanno preso parte i rappresentanti di 7 delle 8 Regioni e Province autonome convocate (Piemonte unica assente): la Provincia di Bolzano era rappresentata dal presidente Arno Kompatscher, dall’assessore ad agricoltura, foreste, turismo e Protezione civile, Arnold Schuler, e dal direttore dell'Ufficio caccia e pesca, Luigi Spagnolli.

Toscana: l'Assessore Remaschi invita presidente Confagricoltura a tornare al tavolo sui danni da fauna selvatica

FIRENZE - "Comprendo lo stato d'animo del presidente di Confagricoltura riguardo ad un tema che quotidianamente mette a dura prova gli agricoltori della nostra regione, ma ribadisco che il rafforzamento e il miglioramento delle misure di contenimento degli ungulati, come quelle previste dalla legge obiettivo, erano e rimangono una priorità della Regione proprio per la salvaguardia delle aziende agricole. Per questo invito Miari Fulcis a rivedere la sua decisione di abbandonare il tavolo di confronto isituito dal Presidente Rossi su questo argomento. E' infatti decisivo, ai fini di poter migliorare le azioni di contrasto agli ungulati, il contributo suo e di tutte le componenti del mondo agricolo ".

Si apre così una dichiarazione dell'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi. L'assessore fa così seguito a un intervento del presidente di Confagricoltura Francesco Miari Fulcis che nei giorni scorsi ha annunciato l'intenzione di abbandonare il tavolo ritenendo eccessiva l'attenzione rivolta dalla Regione ai rappresentanti del mondo venatorio.

"Prendo atto delle recriminazioni di Miari Fulcis - prosegue Remaschi - ed è inevitabile che quando si discute ad un tavolo che mette insieme categorie diverse vi siano anche differenti visioni del problema, ma escludo che vi sia da parte nostra e da parte della maggioranza degli altri partecipanti un atteggiamento di indisponibilità a trovare modalità di intervento ancora più efficaci. Il tavolo di confronto che abbiamo convocato deve naturalmente coinvolgere e ascoltare tutte le parti interessate ma siamo ben consapevoli che i principali destinatari della legge sono coloro per i quali la sproporzionata presenza di ungulati rappresenta una vera emergenza: cioè gli agricoltori. Ed è a loro e ai loro rappresentanti che ci rivolgiamo in prima istanza sperando di riuscire insieme, con il fondamentale contributo del mondo venatorio, a definir e gli strumenti normativi migliori per far fronte a questa situazione. Spero perciò che, fin dal prossimo appuntamento, fissato la settimana prossima, il presidente di Confagricoltura torni a offrire il suo prezioso contributo".

 

Biathlon: Fiocchi munizioni al top con Dorothea Wierer e la nazionale italiana

In Coppa de Mondo ad Anterselva, l’azzurra vince la gara di Inseguimento


In attesa dell’inizio della Coppa del Mondo di Tiro a Volo, il medagliere di Fiocchi Munizioni inizia ad arricchirsi grazie alle imprese della nazionale italiana di Biathlon, sponsorizzata dalla casa di Lecco.
Ad Anterselva, nel corso della 6° tappa della IBU World Cup, Dorothea Wierer ha vinto la gara di Inseguimento, salendo sul primo gradino del podio davanti alla tedesca Laura Dahlmeier e alla compagna di squadra Lisa Vittozzi.
Atleta di punta del Fiocchi Team, la Wierer ha esibito una prestazione superlativa - veloce sugli sci e precisa al tiro (solo due gli errori al poligono) - conquistando il suo primo Oro in carriera sulla pista di casa e firmando un record storico per il biathlon azzurro: è la prima atleta italiana a vincere tra le mura domestiche.

Dorothea Wierer medaglia Oro min
“È sicuramente la vittoria più bella della mia carriera - ha dichiarato al termine della gara - Trionfare davanti al mio pubblico, nell’impianto dove sono cresciuta, è un emozione indescrivibile: prima di tagliare il traguardo mi è scesa anche una lacrima di gioia. Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questa vittoria, alla FISI, al CT Fabrizio Curtaz e ai miei allenatori, ai tifosi e a tutti gli sponsor che mi sostengono”.
“Congratulazioni a Dorothea, che ci ha regalato questa bellissima medaglia d’oro - ha affermato Marzio Maccacaro, Direttore Commerciale di Fiocchi Munizioni - Siamo orgogliosi di sostenere lei e tutta la Nazionale italiana di Biathlon, che in questi anni ci ha riempito di soddisfazioni. Siamo sicuri che non sarà l’ultima gioia di questa fantastica stagione”.
Al termine della tappa di Anterselva, in cui ha conquistato anche un ottimo 5° posto nella Mass Start e si è piazzata 8° nello Sprint, Dorothea Wierer si conferma in vetta alla classifica generale di Coppa del Mondo e si appresta ad affrontare con entusiasmo le prossime tappe di Canmore (CAN), Soldier Hollow (USA) e Oslo-Holmenkollen (NOR).

AIW: PARCO D’ABRUZZO, che gli si sia inceppata la calcolatrice?

A volte non si vorrebbe scherzare o fare ironia su cose serie, quale è la sopravvivenza dell’Orso marsicano, ma come possiamo, noi cittadini ambientalisti, non metterci a ridere di fronte a certe notizie che ci vengono propalate dalle autorità del Parco d’ABRUZZO sullo stato dell’Orso marsicano? Dovremmo essere santi, pronti a perdonare tutto, anche le nefandezze (leggasi l’aver consentito l’approvazione di un depuratore di acque reflue – leggasi fognarie – sull’immacolato pascolo che appartenne al fondatore e primo Presidente del Parco d’Abruzzo, l’On. Erminio Sipari, che i suoi eredi avevano lasciato ad una Fondazione con lo scopo, nero su bianco in atto notarile (!), di preservarlo al suo stato naturale ed agreste!).

Ora, tornando all’argomento del giorno, come può il cittadino libero e informato non ridere di un comunicato stampa diffuso, non già in tardo autunno quando gli orsi sono ancora in circolazione e volendo qualche controllo uno lo può anche fare. Invece no, ci hanno informato dei conteggi quando già gli orsi stanno dormendo alla lunga nelle loro tane di svernamento: ovvero, con un RITARDO DI DUE MESI!? Un modo abbastanza “peloso” di dare le notizie!
In pratica: è vero il successo delle nascite, ma solo perché così ci viene narrato (cosa che ci fa anche piacere credere, ben sapendo dell’eccezionale nascita di almeno due cucciolate – il Parco dice 3 – con tre orsetti, il cui merito non è però di alcuna autorità, bensì del Padre Eterno!). Ci sono voluti due mesi per elaborare i dati e fare i conteggi e per una notizia esplosiva da meritare l’urgenza? Se è così, forse è il caso che al Parco d’Abruzzo assumano un matematico che affianchi i biologi (di questi ce ne sono fin troppi!). Ma… magari gli si è solo inceppata la calcolatrice.
Infatti, sono ben 4 (quattro!) anni che le autorità ci comunicano la crescita di 11 (undici!) cuccioli di orsi. Ogni anno 11! Il che è già molto improbabile, ma che anche sta a significare che la popolazione non è affatto in crescita! Per bene che vada, è stabile. Solo che per essere veramente stabile bisognerebbe ignorare i morti accertati: ben 5 nel 2018, uno dei quali per diretta responsabilità delle stese autorità (lo avevano sedato pur non essendocene la necessità, ma le cose sono andate male, come spesso succede in tutto il mondo con le sedazioni di animali selvatici!); e addirittura una femmina e due cuccioli - nati quest’anno! -, sono annegati per incuria di chi doveva provvedere (o far provvedere!) e non ha provveduto, pur in zona subito esterna dai confini del Parco (solo 1,5 Km!).
Quindi, in realtà non sappiamo quanti siano realmente gli orsi marsicani, anche se la stampa amica rilancia con enfasi il buon andamento della popolazione (non si capisce poi in base a quali ragionamenti o calcoli visto che sono passati dagli oltre 100 di quasi cinquant’anni anni or sono ai, si e né, 50 - ma sono in molti a dire, al massimo 40 - di questi anni).
Non ci resta quindi che aspettare la primavera e augurarci che tutti questi 11 orsacchiotti giungano anche al prossimo inverno (è purtroppo notaria l’alta mortalità infantile per deficienza fisica, per aggressione dei maschi o anche dei lupi) e che ci siano ancora nuove “triplice” nascite, per capire se le cose vanno veramente bene o se il calo prosegue inarrestabilmente; intanto, autorità e animalisti pensano a convegni, conferenze, protocolli, pubblicazioni, ricerche, radio-collari, controlli satellitari, foto-trappole, conteggi, dissuasori di attraversamenti stradali, monitoraggi, attività didattiche, turismo “sostenibile” (finanche ai bordi delle zone di svernamento!), impegni politici per ottenere (imporre!) altri vincoli e quindi aumento del potere gestionale del Parco, ma penalizzanti per la gente e di nessuna utilità per l’orso, sulla zona contigua; e chi più ne ha più ne metta. Uniche mancate attività di cui ci sarebbe stato bisogno, le banali semine di campi di mais e supporto alla pastorizia ovina, per non dire del controllo sull’esplosivo aumento di cinghiali e cervi. Ma anche, ormai è sempre più necessario, una “banca genetica” come altri da anni hanno giustamente proposto.
In quanto ai morti, ci danno solo un riferimento generico e cumulativo di anni, mentre sarebbe stato più utile avere anche i dati dei morti nel 2018 (come non pensare che magari ce li avrebbero anche dati, se non fosse stato che… il Parco non può ignorare la propria responsabilità diretta o indiretta di almeno 4 - quattro! – di esse, poco meno della metà dei nuovi nati, compresa una preziosissima femmina!). Sperando che siano soli quelli noti, sebbene statisticamente si debba pensare al peggio. D’altronde, se la popolazione negli ultimi anni non è cresciuta ci deve pur essere una ragione!
Purtroppo, questa è l’eredità che ci lascerà il Presidente uscente Antonio Carrara (un politico prestato all’ambientalismo), ormai alle soglie del suo mandato.

Murialdo, 30 Gennaio 2019 Franco Zunino
Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness - Già primo ricercatore sul campo dell’Orso marsicano

Chiusura stagione venatoria 2018-19: calano del 33% le vittime e del 17% i feriti rispetto alla stagione precedente

La Cabina di Regia Unitaria del mondo venatorio, ribadendo la centralità del tema sicurezza e l’importanza di un’informazione priva di strumentalizzazioni ideologiche, diffonde i dati sugli incidenti avvenuti durante l’ultima stagione di caccia: 12 decessi e 50 feriti.
Le Associazioni Venatorie Riconosciute (Federcaccia, Enalcaccia, AnuuMigratoristi, Arcicaccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Italcaccia, Ente Produttori di Selvaggina) e il Comitato Nazionale Caccia e Natura (CNCN), riuniti nella Cabina di Regia Unitaria, consapevoli della gravità del problema relativo alla sicurezza, ritengono che il miglior modo per affrontarlo, anche per evitare strumentalizzazioni ideologiche, sia agire nella totale trasparenza comunicando per primi i numeri sulle vittime dell’ultima stagione venatoria.

Sono 12 i decessi accertati durante la stagione 2018-19 (dal 1° settembre 2018 al 30 gennaio 2019), con una diminuzione del 33% rispetto a quella precedente.
Per maggiore chiarezza, gli incidenti mortali che hanno coinvolto i cacciatori sono stati 10 (83% del totale), mentre quelli che hanno coinvolto i non cacciatori sono stati 2 (17% del totale). Durante lo stesso arco temporale i feriti sono stati 50, con un calo del 17% rispetto al 2017-18. I ferimenti dell’ultima stagione hanno coinvolto per il 74% dei casi cacciatori (37 feriti) e per il rimanente 26% dei casi non cacciatori (13 feriti).
Nel commentare tali numeri la Cabina di Regia ribadisce come anche un solo decesso durante la caccia sia inaccettabile, e si impegna a continuare le capillari attività di sensibilizzazione sulla sicurezza, che negli ultimi anni hanno portato ad un costante calo degli incidenti, nonostante campagne informative ideologicamente avverse abbiano generato una distorta percezione del tema. A tal proposito risulta altrettanto innegabile che qualsiasi attività umana, anche quella apparentemente più sicura, comporti una percentuale di rischio che può essere abbassata, ma non eliminata del tutto.
I cacciatori italiani, inoltre, nel periodo in cui è consentita l’attività venatoria rigidamente regolata e sostenibile dal punto di vista scientifico, sono impegnati quotidianamente a tutela della biodiversità, gestendo territorio, ambiente e fauna, vigilando contro il bracconaggio, operando al servizio delle pubbliche amministrazioni a titolo gratuito in operazioni di controllo e ripristino ambientale.

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