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Arci Caccia e Calendari Venatori: le posizioni dei Presidenti di Marche, Umbria ed Emilia Romagna

 

Pubblichiamo i comunicati stampa giuntici dalle Federazioni Arci Caccia di Umbria, Marche e Emilia Romagna riguardo ai Calendari Venatori in discussione o in approvazione:

Arci Caccia Emilia Romagna: in cammino verso il Calendario Venatorio 2020

Anche in questo momento difficile, in Emilia Romagna si sta lavorando per arrivare nei tempi più rapidi all’approvazione del Calendario Venatorio. Vista la situazione, la Regione è orientata per l’approvazione di un calendario in linea con quello dello scorso anno e su questa proposta, ci fa piacere aver registrato l’assoluta convergenza di tutte le associazioni, pur avendo fatto proposte e osservazioni seppur in via formale e non diretta. Una prova di unità che ci concede speranze anche in chiave futura, quando occorrerà l’unità del mondo venatorio per affrontare le tante sfide a cui ci troveremo di fronte.

Umbria: Arci Caccia chiede l’approvazione del Calendario Venatorio

Sull’argomento abbiamo raccolto la dichiarazione del Presidente Regionale Emanuele Bennati: Anche in Umbria i cacciatori chiedono a gran voce l’approvazione in tempi rapidi del Calendario Venatorio. In questi tempi difficili, sarebbe un forte segnale positivo, che darebbe tranquillità ai tanti cacciatori che, come tutti i cittadini, soffrono per l’epidemia. Visti i tempi difficili e la presenza di tematiche più urgenti e rilevanti, chiediamo alla Regione di riconfermare l’impianto del calendario dello scorso anno apportando alcune migliorie, anche in modo da evitare di cadere nel girone infernale dei ricorsi, portatori di incertezza e instabilità di cui al momento non si avverte alcun bisogno.

Marche: Arci Caccia riassume i punti salienti della riunione tra Regione e Associazioni sul calendario

Questa mattina si è svolta una videoconferenza tra la Regione e le Ass. Venatorie e degli AATTCC. All’ODG: calendario venatorio e problematiche Coronavirus:

– Il calendario venatorio S.V. 2020/2021, che non sarà molto diverso da quello dello scorso anno (è prevista solo l’aggiunta giornate di febbraio), sarà inviato dalla Regione all’ISPRA per il relativo parere, in base al quale, in una successiva riunione, si deciderà dove adattarlo alle esigenze normative perché sia approvato indicativamente entro giugno senza problemi di ricorso.
– Gli AA.TT.CC. hanno sollevato tutti il problema dei danni da fauna selvatica, causati principalmente Piccione e Cinghiale. L’assessore ha assicurato l’invio di una missiva alle cinque Prefetture e per conoscenza alle Polizie Provinciali e alle Amministrazioni comunali, per far ripartire quanto prima i piani di controllo del Piccione e del Cinghiale. In merito al Cinghiale, il Piano dovrà ripartire anche con l’utilizzo di selecacciatori come previsto dalle delibere regionali relative al controllo della specie. Sul tema “danni da fauna selvatica” sarà convocata a breve una riunione con tutte le Associazioni Agricole e Venatorie e gli AA.TT.CC. per fare il punto.
– il calendario della caccia di selezione agli ungulati uscirà entro maggio, non prima, per poter adattare gli interventi a successive indicazioni ministeriali e/o DPCM che saranno emanati per il periodo successivo al 4 maggio prossimo, infatti, è necessario il coinvolgimento degli AA.TT.CC. che, in questo momento di difficoltà, hanno problemi dal punto di vista operativo;
– Arci Caccia ritiene con fermezza alla necessità di prevedere (anche se ci auguriamo non ce ne sia bisogno!!), da parte della Regione, di una clausola di garanzia verso i cacciatori che, seppur dovranno rispettare le scadenze dei vari pagamenti, preveda la possibilità di rimborsare totalmente o parzialmente quanto versato qualora la stagione venatorie subisca delle contrazioni legate alla pandemia da Coronavirus. Ovviamente teniamo a ribadire che la caccia non è da ritenersi problematica relativamente al contagio del Coronavirus, in quanto attività svolta all’aria aperta mantenendo, per la stragrande maggioranza, la distanza tra persone.
– Arci Caccia ha chiesto, inoltre, all’Assessore Pieroni di attivarsi con il Governatore Ceriscioli per permettere che vengano riattivate quanto prima tutte le attività connesse alla caccia, seppur con le dovute prescrizioni, come le ZAC per l’addestramento cani ed i campi di tiro a volo. Inoltre, è stato chiesto, sempre all’Assessore, di poter prevedere la possibilità di effettuare gli esami per l’abilitazione all’esercizio venatorio telematicamente per permettere ai tanti giovani iscritti di conseguire la licenza. È doveroso non limitarli nella prossima stagione venatoria.
In merito a questi punti l’Assessore Pieroni ha manifestato la sua approvazione e si attiverà in tal senso.

Gabriele Sperandio – Presidente Arci Caccia Marche

Dopo la Cabina di Regia di oggi per Arci Caccia ed EPS resta centrale l’unità del mondo venatorio

Giovedì 23 si è svolto un incontro della Cabina di Regia delle Associazioni Venatorie Riconosciute insieme al CNCN. Al termine della Riunione dei Presidenti Nazionali Piergiorgio Fassini ha dichiarato: Molte le questioni all’ordine del giorno dell’incontro di oggi: Calendari Venatori, comunicazioni, rapporti con il governo e i ministeri. Le Cabine di Regia, leggasi unità del mondo venatorio nelle Regioni, sono state le ultime affrontate. Per noi come abbiamo ribadito di nuovo convintamente, l’unità del mondo venatorio è strategicamente irrinviabile, pena la ulteriore decadenza del ruolo e del potere contrattuale dei cacciatori. Ce lo chiedono i tanti volontari che mettono la propria passione gratuitamente al servizio dell’ambiente e dell’attività venatoria. Chi crede nella caccia sa che, oggi più di ieri, è una prospettiva che va costruita per risolvere i problemi dell’agricoltura e della gestione della fauna che va radicata nei territori. Non servono uffici, impiegati, bensì la volontà di riconoscere il patrimonio determinante di ogni associazione: il socio che, in quanto tale, è il principale dirigente. La nostra associazione, con altre, ha lavorato e lavora per calendari venatori meno attaccabili possibile, validando le esperienze consolidate negli anni precedenti. Il 2020 deve garantirci aperture e stagione venatoria che siano blindate nei confronti delle incursioni di strumentali ricorsi anticaccia. Sull’unità incalziamo dovunque senza tentennamenti o, come forse strumentalmente pensa qualcuno, indipendentemente dalle scelte di tesseramento che faranno i cacciatori, non attendendo di sapere quanti, purtroppo, non potranno rinnovare la licenza di caccia, per decidere una unità di mera opportunità e convenienza. L’ombrello, il paravento nazionale unitario, è sotto i livelli di guardia che meritano i cacciatori italiani. È in preparazione un documento che leggeremo e vi proporremo per verificare quanti passi innanzi saranno stati raggiunti in questa sede. A noi e a tutti i cacciatori l’onere di concretizzare tavoli, cabine di regia, strumenti di confronto democratico partecipati ovunque sarà possibile, oltre quelli già messi in campo in alcune realtà. Noi, oggi, abbiamo consegnato i nomi dei 20 Presidenti Regionali disponibili al confronto, purtroppo, nessun altro ha fatto lo stesso; peccato, questa avrebbe potuto essere la scintilla da cui si sarebbe potuto accendere il processo unitario.

Sosterremo senza limiti di tempo e dispendio di energia questa battaglia socio per socio, in modo particolare valorizzando l’appuntamento democratico e protagonista del tesseramento. Saremo a fianco di quanti, indistintamente, si impegneranno per passi innanzi sulla linea dell’unità, ma dobbiamo essere consapevoli che ora tocca anche a voi cacciatori scegliere, dare voce, dare gambe a questo progetto che è parte organica della caccia che deve essere, non solo per l’oggi, ma anche per il domani, una meravigliosa passione, che accomuna i cacciatori e li unisce alla società.

Fin d’ora grazie a tutti coloro che vorranno essere partecipi di questa battaglia.

Anche EPS ha ritenuto opportuno dare il suo contributo portando a conoscenza cacciatori, agricoltori e concessionari circa l’attuale effettivo “stato dell’arte” della Cabina di Regia nazionale. Il direttore Franolich ha così commentato l’incontro del 23 cm: nell’essere sempre più convinti dell’importanza di questo tavolo composto dalle associazioni venatorie riconosciute a livello nazionale, le premesse che possano consolidare una vera rappresentanza unitaria del mondo venatorio sono ancora molto lontane. Troppi vivono nel retaggio di quello che fu la gestione venatoria in Italia, legata unicamente al tesseramento dei cacciatori e all’eventuale peso politico che ne poteva o può derivare. Timido il dibattito che permetta di coinvolgere a pieno titolo gli agricoltori nella partecipazione attiva alla gestione venatoria e lontano l’interesse per le categorie che contribuiscono e sopravvivono alla/per la gestione venatoria. Un plauso all’iniziativa comune di voler cercare di affrontare le modifiche legislative all’art. 19 della legge 157/92 ma per il resto oltre a lettere di routine per dimostrare l’esistenza della cabina stessa o ad esercizi grafici per attirare l’attenzione dei cacciatori non ho potuto riscontrare. Con rammarico riscontro che la creazione di una voce unica nel mondo della caccia a livello regionale, forse potrà essere presa in considerazione solo dopo il conteggio dei sopravvissuti, data l’assoluta incertezza che si evince dai discorsi dei più.

EPS c’è e la nostra attività è incentrata a creare rete e sinergie tra imprenditoria agricola e mondo venatorio perché ”l’ITALIA È IL NOSTRO TERRITORIO” e la PASSIONE E RISPETTO PER LA NATURA sono al primo posto.

ZOONOSI: LA PANDEMIA COVID-19 E L’ILLUSIONE DELLA NATURA NON CONTAMINATA DALL’UOMO

 federcaccia

Diversi fattori concomitanti possono determinare lo scambio di patogeni tra animali e uomo, ma lasciare abbandonata a se stessa la Natura non è sinonimo di garanzia che ciò non avvenga
Roma, 24 aprile 2020 - Durante questo drammatico periodo che vede tutti noi lottare contro il Covid-19, agente causale della pandemia da coronavirus, si discute del ruolo che la fauna selvatica può avere nel determinare la comparsa di nuovi patogeni in grado di infettare anche l’uomo.
Crediamo che, nonostante il popolo italiano si sia scoperto brulicante di virologi e epidemiologici, debba essere fatto un po’ di ordine, in primis definendo cosa siano le zoonosi, cioè una qualsiasi malattia infettiva che può essere trasmessa dagli animali, selvatici e domestici, all’uomo.
È un dato da tempo assodato che le zoonosi originanti dalla fauna selvatica rappresentano una minaccia significativa per la salute umana globale e la crescita economica, e combattere la loro comparsa dovrebbe essere da tempo una priorità per la salute pubblica. A supporto di ciò, deve essere considerato che più del 60% delle malattie infettive umane sono causate da agenti patogeni condivisi con animali selvatici o domestici. Circa l’80% dei virus, il 50% dei batteri, il 40% dei funghi, il 70% dei protozoi e il 95% degli elminti che infettano gli esseri umani sono zoonotici. Tuttavia, la nostra comprensione dei meccanismi alla base del loro emergere rimane elementare.
I ricercatori partono da una semplice considerazione: il minimo comune denominatore di tutte queste patologie è indubbiamente la trasmissione animale. La maggior pare delle malattie zoonotiche diffuse a livello mondiale (Covid-19, Sars, Nipha virus, Ebola, Aids etc.) derivano da un’interazione più o meno diretta all’interno di ambienti in rapido cambiamento fra animali selvatici, animali domestici e uomo. Ne è da esempio il virus dell’Hiv-1, meglio conosciuto come Aids, emerso da scimpanzé in Africa e trasmesso ripetutamente sugli esseri umani prima della sua diffusione globale. La fase iniziale dell’emergenza è stata verosimilmente dovuta alla caccia di sussistenza delle popolazioni locali finalizzata ad ottenere carne di animali selvatici (anche primati) che ha garantito il passaggio del virus all’uomo. Una seconda fase di emergenza, una volta che il virus aveva trovato la via per infettare l’uomo, è stata guidata dall’aumento dell’urbanizzazione e dall’espansione delle strade nell’Africa centrale a partire dagli anni ’50 con una conseguente dispersione di uomini portatori di un virus mutato, trasmissibile da persona a persona. Il virus è entrato quindi nella rete di trasporto aereo globale, in rapida espansione in quegli anni, ed è diventato (come tristemente sappiamo) una pandemia, con la sua comparsa in Nord America, Europa e Asia, accelerata dai cambiamenti nel comportamento sessuale, nell’uso di droghe e dalla mobilità della popolazione.
Talvolta la trasmissione di un patogeno, sia esso parassita, batterio o virus, può essere diretta, tramite il contatto con pelle, peli, sangue o secrezioni infette da materiale patologico, come avvenuto per l’Hiv. La trasmissione può avvenire anche indirettamente, o meglio, tramite altri organismi vettori che possono o fungere meramente da veicolo meccanico, o infettarsi a loro volta permettendo al patogeno di mutare e adattarsi a nuove specie, uomo compreso.
Quest’ultimo meccanismo è ciò che è avvenuto con il Covid-19, ma non è certo l’unico caso: ad esempio il Nipah virus, comparso in Malesia per la prima volta nel 1998 e caratterizzato da tassi di mortalità nell’uomo fino al 70%. Le indagini genetiche hanno permesso di scoprire che il virus era caratteristico dei pipistrelli giganti della frutta, ma a causa di contatti costanti e ripetuti con i suini, tale virus divenne non solo in grado di infettare questi ultimi. Infatti, i pipistrelli lasciavano cadere manghi contaminati dalla loro saliva e feci in zone dove erano presenti i suini allevati allo stato semibrado, e questo ha causato l’infezione dei suini. Il virus è poi mutato nuovamente e ha infettato le persone a contatto con i maiali, e da lì è partita un’epidemia.
I meccanismi alla base della trasmissione di patogeni tra animali e uomo sono decisamente complessi e si verificano in contesti che sono caratterizzati da una scarsità di dati raccolti sistematicamente. L’emergenza delle malattie zoonotiche si verificano spesso in più fasi, come descritto per l’Aids, con una serie iniziale di eventi di ricaduta, seguita da ripetuti piccoli focolai nelle persone e un successivo adattamento del patogeno per la trasmissione da uomo a uomo. Ogni fase è caratterizzata da uno o più driver, o “motivi scatenanti” diversi.
I ricercatori hanno studiato i fattori scatenanti e hanno incluso in questi la modernizzazione delle pratiche agricole, in particolare nei Paesi in via di sviluppo, la perdita degli habitat, così come la maggior possibilità di contatto tra uomo e animali e la modificazione del clima.
È abbastanza ovvio che i cambiamenti di uso del suolo, l’incremento degli allevamenti intensivi e l’utilizzo sempre maggiore di pascoli, specialmente in regioni cruciali per la biodiversità, sono fattori che intensificano i rapporti diretti tra uomo-animali domestici-fauna selvatica e la possibilità di trasmissione di patogeni tra loro. Deve però essere considerato che i ricercatori hanno anche evidenziato come l’abbondanza di specie selvatiche e quindi l’abbondanza di biodiversità, non solo facilita il passaggio di agenti patogeni tra diverse specie, ma anche la possibile mutazione dei virus.
I risultati di diversi studi internazionali suggeriscono come le zoonosi emergenti originate dalla fauna selvatica hanno maggiori probabilità di verificarsi in regioni con una maggiore densità di popolazione umana e una maggiore diversità della fauna selvatica (ricchezza di specie di mammiferi).
Concludendo questa riflessione, esiste un’enorme letteratura scientifica che cerca di definire l’origine e le modalità di emersione di ogni malattia zoonotica. Se da un lato perché avvenga il passaggio di un patogeno presente nella fauna all’uomo è ovviamente indispensabile un contatto tra questi, dall’altro possono esistere dei vettori (come alcune specie domestiche) che permettono ai virus di modificare il proprio spettro d’ospite.
La deforestazione, il “rubare” spazio vitale alla fauna per far spazio ad attività umane sicuramente diminuisce la distanza fisica tra fauna e uomo, potenzialmente facilitando la trasmissione di patogeni. Ma a monte di ciò, una grande abbondanza di mammiferi selvatici può determinare lo sviluppo e l’emersione di virus nuovi che, se modificati nei diversi salti di specie in modo da poter essere trasmessi all’uomo, possono causare devastanti epidemie.
Non è quindi mantenere sempre lo status quo delle biodiversità che può dare certezza sulla possibilità che non emergano più patogeni come il Covid 19, il Nipah virus, l’ebola, etc...
I patogeni esistono, circolano nella fauna e, purtroppo, possono accidentalmente infettare l’uomo.


Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro-ambientali

Veneto: prolungato al 31 maggio lo stop alle attività cinofile

La Regione Veneto, con la delibera allegata, ha esteso la sospensione delle attività cinofile fino al 31 maggio.

Questo il deliberato:

1. le premesse formano parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
2. di disporre, per le motivazioni di cui in premessa e che qui si intendono integralmente richiamate, un regime – a carattere straordinario – di sospensione:
– del rilascio, ai sensi del comma 1 dell’articolo 18 della L. R. n. 50/1993, di autorizzazioni per l’istituzione di zone destinate all’allenamento, all’addestramento ed allo svolgimento di gare di cani da caccia;
– di attività di allenamento, addestramento e svolgimento di gare di cani da caccia nell’ambito delle zone, già oggetto di precedente autorizzazione ai sensi dei commi 1 e 1-bis dell’articolo 18 della L. R. n. 50/1993;
– del rilascio, ai sensi dei commi 3 e 4 dell’articolo 18 della L. R. n. 50/1993, di autorizzazioni per lo svolgimento di gare e prove cinofile per cani da caccia;
– dello svolgimento di gare e prove cinofile per cani da caccia, già oggetto di precedente autorizzazione ai sensi dei commi 3 e 4 dell’articolo 18 della L. R. n. 50/1993;
3. di fissare, in riferimento al regime di sospensione – a carattere straordinario – di cui al precedente punto 2, un arco temporale di attuazione compreso tra il giorno 1 maggio 2020 ed il giorno 31 mag 2020
compreso;
4. di prevedere che il regime di sospensione – a carattere straordinario – di cui al precedente punto 2 trova applicazione a decorrere dal 1 mag 2020, in quanto sino al 30 apr 2020 rimane ancora applicabile il regime
straordinario di sospensione disposto con DDR 10 apr 2020, n. 67;

 

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