Egregio Sig. Ballerini, a seguito della manifestazione svoltasi a Firenze sabato 10 Settembre, ho letto con soddisfazione, su MaremmaNews e su BigHunter, il vostro orgoglioso comunicato congiunto URCA Gestione Fauna e Ambiente / Libera Caccia, in difesa della caccia in braccata e delle sue positive ricadute sul mondo agricolo.
La mia soddisfazione deriva dalla conferma che mai scelta fù più lungimirante e saggia di quella, risalente ormai a molti anni fà, di separarci, come URCA Senese, dalla Sua associazione madre, URCA Nazionale.
Grazie a Dio la nostra associazione URCA Senese non è interessata a raccogliere facili consensi presso quella parte di mondo venatorio saldamente legato alla caccia in braccata. Il nostro scopo è la difesa di una caccia moderna e sostenibile (leggi caccia di selezione), ispiratrice nel lontano 1993 del manifesto URCA, documento che, come URCA Senese, non disconosceremo mai, e che, visto il ruolo che Lei ricopre, le consiglierei di rileggere.
Egregio Sig. Ballerini, sarei curioso di conoscere cosa trova di moderno e sostenibile (o anche soltanto vagamente attinente al manifesto URCA) nella braccata, una forma di caccia che, per giunta, sia ben chiaro una volta per tutte, non appartiene affatto alle tradizioni di gran parte dei nostri territori, visto che la specie cinghiale era ovunque venatoriamente sconosciuta sino agli anni 70, almeno in trequarti di Toscana.
Studiosi, scienziati e tecnici faunistici di fama, sentenziano che la braccata con i cani da seguita è causa di destrutturazione delle popolazioni di cinghiale, che infatti oggi sono caratterizzate da altissime percentuali di individui giovani, principali responsabili del sensibile aumento dei danni alle colture; inoltre il foraggiamento effettuato da alcuni scriteriati, abbinato alla suddetta destrutturazione, è fattore moltiplicatore della già elevata capacità riproduttiva della specie e causa degli incrementi percentuali annui di popolazione a cui oggi assistiamo.
Pertanto fate bene a rivendicare a gran voce i numeri degli abbattimenti effettuati dalle squadre in Toscana, perché sapete bene che i 75.000 cinghiali abbattuti nel 2015, sono già stati sostituiti da 80.000 nuovi nati nel 2016, in un saldo positivo senza fine; questo è il servizio che viene fornito al mondo rurale!
Le ricordo che non un solo ettaro è stato sottratto alla caccia in battuta al cinghiale; nel frattempo, se non se ne fosse accorto, la legge Remaschi ha decretato l’eradicazione di intere popolazioni di cervidi e bovidi, in vastissimi territori, oggi dichiarati NON VOCATI a queste specie.
Le squadre non hanno perso niente dell’enorme privilegio acquisito anni fa, di poter gestire i loro cinghiali nei terreni privati altrui a loro assegnati (le famose aree vocate, di cui si chiede un incremento di ulteriori 10000 ettari nell’annata venatoria 2016/17), come meglio credono e a puro fine venatorio.
Tra tre anni ne riparleremo; forse anche voi di URCA Gestione Fauna e Ambiente avrete contribuito, con la vostra inazione, all’eliminazione delle popolazioni di cervo, daino e capriolo da gran parte del territorio toscano e forse, schierandovi dalla parte di chi lo ha sempre desiderato, sarete persino riusciti a far sciogliere i cani sui nostri caprioli, ma i cinghiali saranno ancora là, più abbondanti che mai, per soddisfare gli istinti venatori e gli interessi delle squadre; e le associazioni di agricoltori avranno ancora materiale fresco a disposizione per manifestare, alzare la voce e cercare di batter cassa presso i politici di turno.
(www.urcasiena.com)