Razze a confronto
- Scritto da Aessandro Buzzi
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Cinofilia
RAZZE A CONFRONTO
Se non ci fossero fondamentali diversità di morfologia stile e carattere nello svolgere il lavoro di cacciatore, le tante razze impiegate nella caccia cacciata sarebbero praticamente inutili, ne basterebbe una. Tale ragionamento si potrebbe spostare a riguardo delle automobili, della moda, della casa e di mille altre cose, ma perderemmo certamente molto e molte cose non calzerebbero bene o non sarebbero sufficienti a tutti. Questo per il semplice motivo che le esigenze e i gusti grazie a Dio non sono assoluti né tanto meno universali, ma strettamente personali sia per diletto che per possibilità.
Fatto questo breve preambolo necessario, passiamo ad analizzare alcuni gruppi di razze più comunemente usate dai cacciatori Italiani; potremmo per comodità dividerle in tre grandi gruppi: razze da ferma, cerca e seguita. Noi nella occasione ci occuperemo delle razze da ferma, riservandoci in seguito di parlare dei cani da cerca e da seguita. I cani da ferma a loro volta vengono divisi in: razze da ferma continentali Italiani, razze da ferma continentali esteri, razze da ferma Inglesi.
I CONTINENTALI ITALIANI
Fanno parte di questo sottogruppo le nostre antiche razze Italiane, il Bracco e lo Spinone Italiano.
Spinone italiano
In un passato non molto lontano veniva dibattuta l’ipotesi che si trattasse di un’unica razza, una a pelo raso (il Bracco) l’altra a pelo ruvido (lo Spinone). Errore evidente e pacchiano, in quanto sia per morfologia ma soprattutto per carattere e quindi di stile di lavoro le razze si differenziano in modo abbastanza sostanziale, pur tuttavia entrambe possono agevolmente svolgere un ottimo lavoro in perfetta armonia fra loro.
Entrambi di costituzione armonica, forte e possente, esprimono a prima vista vigoria fisica e capacità di resistenza non comune, il loro sguardo bonario e quasi umano manifesta chiaramente intelligenza superiore e capacità di ragionamento. Infatti se la costruzione fisica possente ha indubbio effetto pratico sul movimento durante il lavoro, la mentalità e quindi l’intelletto presiedono al comportamento in stile di razza in caccia durante la cerca e le fasi susseguenti, come pure il modo di rapportarsi con il selvatico. La cerca sebbene svolta in andatura brillante e moderatamente veloce risulterà sempre guidata dal cervello in ogni sua fase. In modo costante viene ragionata la migliore direzione da prendere a seconda della morfologia del territorio, come pure quando si tratta di analizzare gli eventuali effluvi che provengono dal selvatico. Ad entrambi non si addice cerca scrupolosamente incrociata e geometrica imposta dal conduttore, desiderando nella caccia cacciata e su selvatico vero metterci del loro, ragionando e decidendo con il proprio cervello quale sia la direzione migliore da prendere e quale sia il terreno più idoneo nella circostanza che possa ospitare il selvatico.
In ogni fase della giornata dimostreranno entrambi grandi capacità di ragionamento, e lo faranno essenzialmente in vostro onore in quanto vi considerano il loro compagno di caccia, al quale sono ben lieti di trovare il selvatico per farlo divertire.
Indubbiamente cani così congegnati sono nati per essere strettamente collegati con il conduttore, anche se come abbiamo visto sono ben muniti di iniziativa propria. Oggi nella situazione odierna ci troviamo spesso in presenza di ottimi e tipici soggetti, eccellenti quindi nel lavoro e in morfologia, il duro lavoro fatto nel recente passato dagli amanti ed esperti di razza ha sortito i suoi frutti. Certamente come per tutte le cose di questo mondo non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia, in quanto i difetti di costruzione e l’abbassamento delle qualità venatorie e psichiche sono sempre in agguato. Ambedue le razze se pure coinvolte nella profonda crisi in cui versa la caccia odierna, si può affermare che oggi, sono tornate a godere in percentuale, di una certa diffusione fra i cacciatori italiani e non solo fra questi. Non raramente specie per quanto riguarda il bracco Italiano si vede in mano a persone che di caccia se ne intendono poco o niente, e questo a parte l’incremento è certamente un danno, e per la razza a lungo andare non promette nulla di buono.
Bracco italiano
Le loro grandi doti di cacciatori si possono riassumere in: ottimo olfatto, cerca in bello stile di razza ed infaticabile con qualsiasi tempo e stagione, per questo in inverno lo Spinone è certamente più avvantaggiato sia per il pelo che per la pelle più coriacea, discorso inverso durante la calda stagione a favore del bracco. Cerca spedita che consente di ispezionare molto terreno durante la giornata, ferma sicura, riporto spesso innato ed acquisibile facilmente con l’addestramento, buona propensione per il recupero del selvatico abbattuto. Ancora, si può aggiungere che; il collegamento con il conduttore fa parte del loro bagaglio genetico e risulta essere naturale, e per logica conseguenza l’addestramento risulta molto facilitato rispetto a molte altre razze. Sicuramente entrambe queste razze Italianissime sono razze fra le più precoci, di carattere calmo e dotate di intelligenza non comune, sono quelli finora elencati tutti elementi positivi e positivi, che ne fanno in pratica degli ausiliari preziosi per un qualsiasi pure esigente cacciatore.
CONTINENTALI ESTERI
Fra i continentali esteri si annoverano una moltitudine infinita di razze, si può dire che ogni paese ne possiede in buon numero, con più o meno diffusione sia nel paese di origine che all’estero. Naturalmente noi per semplici ragioni di spazio analizzeremo solo alcune razze fra le diffuse ed utilizzate dai cacciatori Italiani. Fra le razze che analizzeremo un posto particolare spetta all’Epagneul Breton, seconda razza come diffusione solo rispetto al Setter Inglese.
Epagneul Breton
Seguono; Kurzhaar e Drahthaar si accodano nella classifica molto distanziati il Griffone a pelo duro (Korthal), il Bracco Ungherese a pelo corto (Vizla), il bracco Francese leggero e il Weimaraner, altre delle numerose razze di bracchi e griffoni esistenti sono da noi rare. Noi in questa sede analizzeremo e confronteremo fra loro solo le prime tre razze, Breton, Kurzhaar e Drahtharr da sempre da noi in maggior numero rappresentate.
Il Breton come già detto ad inizio si è da alcuni decenni diffuso sempre più fra i cacciatori Italiani, acquisendo un sempre più ampio consenso. Di media statura è il più piccolo cane da ferma del panorama canino, piccolo ma certamente non deficitario in quanto raggiunge dai 46 ai 50 cm al garrese e quindi si può a ragione ritenere di medie dimensioni. Appassionato di caccia per natura al massimo grado, ha raggiunto oggi in numerosi soggetti, un grado di tipicità e di rispondenza in stile di lavoro quasi unico. Non raramente il possessore di un Breton può benissimo con lo stesso soggetto partecipare a prove di lavoro ed esposizioni, e a tempo debito cacciare con ottimi risultati, cosa molto più rara ad imitarsi da parte delle altre razze, dove la specializzazione è quasi d’obbligo specialmente fra gli Inglesi e le razze da cerca.
Meno ragionatore del bracco e dello spinone Italiano e come vedremo in seguito dei Tedeschi, ha un temperamento che si avvicina al pointer,temerario e coraggioso ha una ferma eretta e spesso di scatto, il suo galoppo saltellante e misurato nell’estensione è inconfondibile.
Cane per fisico ed indole multiuso, si adatta bene ad ogni tipo di caccia, eccelle a fagiani e quaglie, mentre è nato per la caccia alla beccaccia e lo testimoniano le sue origini transalpine, e specificatamente nella regione Bretone, regione che per morfologia del territorio e clima si può definire il regno della beccaccia. Adattissimo per i nostri numerosi e fitti marrucai dove elegge casa il variopinto e astuto coda lunga (il fagiano),rogai che penetra senza difficoltà, possiede cerca ampia e veloce nel terreno spazioso e sgombro di vegetazione, tanto da poter competere a caccia con cani di mole nettamente più grande. Ottimo olfatto, resistenza senza limiti nei terreni più dirupati, sa trattare il selvatico al meglio in ogni occasione, recuperatore sfegatato ed appassionato possiede riporto innato. Nelle varie azioni durante la caccia cacciata denota di fare tutto oltre che con passione, facendo sovraintendere il cervello, furbo a volte anche troppo dimostra buona e comune intelligenza. Il suo addestramento non è fra i più difficili anche se con lui non si deve mai rilassarsi ed abbassare la guardia poiché tende a prendere la mano. Appassionato di caccia come detto più volte, spesso diviene un ottimo soggetto nettamente superiore alla media delle razze impiegate alla caccia, non raramente eccelle e se accompagnato da un buono ed esperto cacciatore la coppia riesce a fare sulla selvaggina danni seri.
Per quanto riguarda il Kurzhaar e il Drahthaar ambedue Tedeschi di nome e di fatto, dobbiamo subito dire che si tratta di due razze molto simili per carattere e temperamento. Due veri e propri gladiatori in caccia, nel loro paese di origine sono impiegati su tutta la selvaggina ungulati compresi, è richiesto loro oltre le normali funzioni di caccia pretese in un cane da ferma molto altro ancora. Infatti viene richiesto la prova di traccia del sangue su animale ferito, il recupero dall’acqua, la guardia su animale morto, prova su volpe e come già accennato su ungulati. A parte quello che è richiesto in Germania, da noi in Italia entrambe le razze sono state adottate specialmente a partire dagli anni sessanta da non pochi cacciatori. Il bracco tedesco a pelo raso è stato per molti anni molto numeroso, poi con il calo dei cacciatori negli anni è calato di numero, mentre il Drahthaar pur essendo abbastanza rappresentato per le ottime sue doti è sempre stato numericamente inferiore al cugino a pelo raso. Cacciatori nati possiedono fisico come abbiamo già detto da gladiatori, in essi si riassume potenza e resistenza senza limiti, accompagnati da passione ed intelligenza.
Kurzhaar
Del Kurzhaar si sono occupati insigni cinofili e da tutti è riconosciuto come un ottimo cane da caccia, sicuramente nel suo sangue scorre una certa percentuale di sangue pointer, che lo ha molto migliorato sotto l’aspetto fisico e come olfatto. Infatti se ricordiamo i vecchi bracchi Tedeschi ad inizio e fino alla metà del secolo scorso ci accorgiamo di quanto essi fossero di mole e costituzione troppo massiccia, piuttosto lenti nella cerca.
Naturalmente con immissioni di sangue pointer in alcuni casi si è esagerato selezionando soggetti troppo nervosi e scattanti, perdendo oltre alla psiche molte caratteristiche morfologiche e di lavoro in stile di razza. Oggi fortunatamente alcuni veri appassionati allevatori delle due razze in esame stanno selezionando nelle giusta direzione, producendo ottimi soggetti con caratteristiche morfologiche eccellenti cosa che permette loro di svolgere un ottimo lavoro in stile di razza.
Drahathaar
Una riserva sul loro conto è d’obbligo, ed è per il colore del loro mantello che in genere tende a confondersi con i colori del sottobosco, per cui a volte non è agevole osservarli durante il lavoro nello sporco ed ancora più difficile individuarli in ferma.
Il continentali esteri dovrebbero trarre numerosi vantaggi rispetto all’italiani e agli Inglesi su terreni estesi ma muniti di macchie, boschetti e siepi di confine, in pratica la maggior parte del nostro territorio. Una via di mezzo che nell’azione della caccia cacciata, dovrebbe essere vincente, nella pratica è questione di linee di sangue e di singolo soggetto. Per quanto riguarda il Breton, non vi è dubbio che sia stato capito il suo potenziale venatorio mentre per i due Tedeschi sarà per il colore del mantello o altro meriterebbero senza dubbio più diffusione.
LE RAZZE INGLESI
Fra le razze Inglesi si annoverano il Pointer, il Setter Inglese, il setter Irlandese nelle due varietà e il Gordon Setter. Purtroppo sia il Gordon che gli Irlandesi, poco sono impiegati nella caccia dai nostri connazionali, più numeroso il Gordon all’inizio del secolo e fino agli anni cinquanta, quando ancora esistevano zone paludose, e con il palude ha sfortunatamente condiviso la sorte. In questa sede quindi ci interesseremo delle due razze più impiegate, il pointer ed il setter Inglese anche se fra le due se parliamo di numeri c’è una enorme differenza.
Setter irlandese
Setter gordon
Il Setter Inglese è senza dubbio e di gran lunga la razza da caccia più utilizzata in Italia, tanto da divenire per esso una seconda patria di origine. Bello di aspetto, ben fornito di ottime doti venatorie possiede un ottimo carattere che si amalgama bene con la maggior parte dei compagni di passione e il territorio vario esistente.
Setter inglese
Veloce quando serve, può infatti se addestrato convenientemente e se di origine cacciatoresca, svolgere un ottimo lavoro su tutti i terreni e su tutta la selvaggina oggi presente in Italia.
Unico fra i Setter ad essere costruito nel rettangolo e dotato dell’anteriore con il braccio più corto dell’avambraccio, caratteristica di razza che gli consente la classica gattonata, possiede una velocità pari all’irruento pointer. La sua costruzione morfologica gli consente infatti un’andatura particolare tipica dei felini, se vogliamo semplicemente meravigliosa in quanto sembra (quando la vegetazione è sufficientemente alta)che il cane si muova come sopra a delle invisibili rotelle, o meglio voli, senza sforzo e poderosa spinta del posteriore e senza inarcamenti vistosi della linea dorsale, tipici dei soggetti costruiti nel quadrato. Ben provvisto di doti venatorie superlative come: potenza di naso, velocità di cerca, resistenza, passione e sagacia, come pure munito di spirito di adattamento, difficilmente può essere uguagliato. Cane particolarmente adatto ai terreni in forte pendenza e disuguali, in virtù del baricentro basso, viene impiegato in tutto il continente Europeo per la caccia in montagna e nei boschi alla mitica beccaccia con ottimi risultati.
In genere più malleabile di altre razze durante la fase di addestramento, specie se di linea di sangue prettamente da caccia, sa adattarsi velocemente alle molte esigenze imposte dalla selvaggina e dalla particolarità del territorio più vario.
Sarà senza dubbio per queste numerose doti dimostrate nei decenni sul campo, che la stragrande percentuale dei cacciatori si è votata a lui. Tutte rose e fiori dunque? Non direi proprio in quanto come purtroppo si assiste da sempre quando una razza diviene troppo numerosa e richiesta e molti si interessano di lei, insieme all’incremento numerico si sviluppano pure i problemi.
Problemi che in verità riguardano un po’ tutte le razze da caccia, magari ampliati nelle razze Inglesi, specialmente nel paese di origine (L’Inghilterra) dove Setter e Pointer si distinguono nettamente in due linee di sangue diverse, quella da esposizione e quella da lavoro. Questo succede quando si tende troppo ad esasperare i "pregi" finendo per scaturirne difetti, sia per quanto riguarda la morfologia che il lavoro, questo a sua volta dividendolo ancora in due, con soggetti da caccia e prove. Fatto sta che purtroppo si è troppo lavorato sulla (chiamiamola)specializzazione, dimenticando che la razza è e deve rimanere unica, e non divisa in due, tre o più linee di sangue.
Noi in tutto questo come Giudici ne siamo in parte responsabili; in quanto troppo spesso vengono premiati in prova soggetti con un basso grado di tipicità morfologica e privi delle peculiarità di razza e quindi di logica conseguenza di stile, oppure in esposizione soggetti che non potrebbero e non possono reggere neanche un’ora di lavoro, anche perché di caccia palesemente non s’intendono. L’aurea mediocrità dei latini ci induce ancora una volta a riflettere, essendo certo che la via di mezzo è quella che sicuramente andrebbe perseguita per il bene delle razze, e perché le tante razze di oggi così diversificate nel fisico e nella funzione abbiano finalmente un senso completo e non solo parziale o sulla carta. Un Setter Inglese che non caccia in stile da Setter, che non gattona e non galoppa da Setter, può benissimo fare riempire il carniere, come pure un pointer costruito nel rettangolo basso sugli arti che non strappi nella guidata e che caccia a testa bassa braccando come un segugio, entrambi se si parla di pura cinofilia sono dei meticci come struttura e come psiche. Fortunatamente da tempo si è cercato di correre ai ripari con parziale ed alterna fortuna, verifiche morfologiche per i soggetti da prove come pure di raggiungere un minimo di predisposizione al lavoro per i soggetti da esposizione, questo per arrivare al traguardo di essere proclamati campioni. Noi del CSAA da tempo organizziamo finali di campionato, dove la tipicità e il lavoro vengono abbinate, tanto da sintetizzare e fondere in un solo soggetto tutte le doti necessarie ed insostituibili ad un cane da caccia, che deve risultare alla fine "Bravo e Bello" setter Inglese e pointer compreso.
Il Pointer si può definire la formula 1 dei cani da ferma, veloce ed irruento ha per sua natura doti fisiche e psichiche superlative adeguate al lavoro che deve svolgere, come del resto impone il suo standard di lavoro.
In passato molto apprezzato dai cacciatori Italiani, veniva impiegato da non pochi, su selvatici specifici quali starne, pernici o beccacce. Sembra quasi un paradosso ma i migliori beccacciai, per molto tempo lo hanno impiegato nella ricerca della misteriosa Regina, nelle estese balze dell’Appennino centro meridionale come nelle grandi ed ampie boscaglie della Maremma Tosco-Laziale, con più che lusinghieri risultati, ritenendo la razza fra le migliori in assoluto. Naso potente ed innato istinto per la caccia, ha come chiodo fisso; i grandi spazi e la ricerca del selvatico, cane adatto quindi a chi pratica assiduamente la caccia e non solo saltuariamente. Fisico potente garretti di acciaio alla forte velocità assomma massima resistenza nella cerca a forte andatura, dotato di psiche pronta ad elaborare i dati che gli provengono dall’esterno con risposte immediate, è semplicemente spettacolare vederlo durante il lavoro, per il suo modo plateale di esplicarlo durante lo svolgimento delle sue azioni. Le condizioni per esprimere al meglio le sue grandi potenzialità sono: terreno idoneo alle grandi azioni e selvatico adeguato a suoi potenti mezzi.
Naturalmente a cane esuberante di mezzi si addice compagno di passione vivace e capace di apprezzare le sue grandi doti, insomma il Pointer è una razza che non si addice a tutti, certamente non a cacciatore ordinario e generico ma piuttosto a specialista ed amante della razza. Il suo addestramento occorre che venga svolto da persona capace ed esperta fin dalla più tenera età, pugno di ferro in guanto di velluto in quanto si tratta di guidare una formula 1. Anche se bisogna aggiungere che personalmente ho conosciuto vari Pointer, che con un modesto sia pur buono addestramento hanno raggiunto vette di obbedienza in caccia e a casa degne delle migliori aspettative naturalmente alle loro spalle c’erano ottimi ed esperti conduttori. Il Pointer è oggi una razza che pur ridotta nei numeri a causa della crisi della caccia ma pure del territorio divenuto assai limitato e del selvatico ridotto al fagiano, è in genere impiegata da veri appassionati della razza. Come qualità si può a ragione affermare che si vedono in giro dei buoni soggetti; magari con una struttura ossea più alleggerita rispetto al tempo andato, con sguardo meno ardente e occhi fuori dalle orbite, non più nevrili al massimo grado come una volta, ma si sa tutto nel mondo cambia e si evolve, resta solo da stabilire se in meglio o in peggio.
Pointer
Testo di Alessandro Buzzi
Si ringrazia Caccia + per aver fornito il contenuto