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Cacciatori, prove, selezioni...e.. una proposta

      

 

Giulio Colombo diceva che le gare cinofile erano nate come confronto tra i migliori cani da caccia.

I CACCIATORI che possedevano un buon cane sentivano il bisogno di confrontarsi ( PROVE) con altri cacciatori, sotto la supervisione di conoscitori dello standard di razza (esperti giudici) che poi con il loro giudizio davano indicazioni agli allevatori quali riproduttori utilizzare (SELEZIONE).

Questo succedeva in origine quando la situazione faunistica italiana permetteva di avere a disposizione selvaggina autentica poi le cose sono cambiate e sono nate la grande cerca, le classiche a quaglie,le prove con selvaggina immessa e altri tipi di prove sempre utili alla selezione, ma che non avevano niente a che fare con la caccia cacciata e molti cacciatori si sono allontanati dalla cinofilia.

Oggi però si sta verifcando un fatto strano, mentre le prove cosidette di caccia pratica hanno avuto un vistoso calo di presenze sopratutto dovuto al forfait dei conduttori dilettanti, le prove specialistiche (a beccacce e di montagna) hanno avuto un notevole incremento di presenze (sopratutto il Gramignani).

Considerato che queste sono appannaggio  quasi esclusivuo dei cacciatori, sembra che questi sentano di nuovo il bisogno di confrontarsi con altri  cacciatori come recitava l'assioma iniziale.

Le cause di questo fenomeno sono mollteplici e di varia natura, sul calo ha avuto un ruolo importante anche la crisi economica , sull' incremento di certi tipi di prova sicuramente ha inciso il fatto che molti cacciatori hanno avuto un evoluzione cinofila e di questo crescita c'è solo da essene contenti e attuare inziative che la possano sostenere ed incrementare.

Per fare questo hanno un ruolo determinante oltre che gli organizzatori (gruppi cinofili, club e società specializzate) gli Esperti Giudici che con le loro indicazioni devono chiudere il cerchio della selezione.

Dicevamo che che nel mondo delle prove specialistiche si sono affacciati cacciatori che mai in precedenza avevano partecipato, ma che pensando di essere in possesso di un buon cane, hanno sentito il bisogno di avere anche la conferma di questo anche dagli Esperti Giudici  che presiedono questo tipo di prove.

Questo purtroppo non sempre accade anche se il cane è un ottimo cane, ma ripetere in quindici minuti di prova   quello che il propietario a visto più volte in una giornata di caccia non è facile e da qui nascono delusioni che a volte sfociano in polemiche più o meno fondate su l'operato degli Esperti Giudici.

Delusioni che spingono il cacciatore a dire che le prove sono false e quindi di non partecipare più e tornarsene alla caccia cacciata, annullando quel fenomeno positivo ( i cacciatori che partecipano attivamente alla selezione) che dicevamo prima.

La domanda sorge spontanea ...cosa fare?

Io da cacciatore che partecipa alle prove da alcuni anni ,a volte contento, a volte deluso (anch' io lo confesso più volte ho avuto la tentazione di mollare), porto la mia esperienza e la filosofia che aplico da anni dopo alcune inevitabili delusioni.

Partendo dal presupposto che non è un lavoro alle prove ci vado quando ho voglia e naturalmente quando ritengo di avere un cane idoneo,non mi creo particolari aspettative dal punto di vista del risultato , perchè so benissimo che ci sono molte variabili che possono incidere su di questo, indipendenti dalla prestazione del cane.

L'obbiettivo primario che mi pongo è che il cane esprima al meglio il modello di cerca che ho io in testa e questo possa essere apprezzato non solo dai giudici ma possibilmente dal pubblico e dagli altri concorrenti.

Per un cacciatore che presenta il propio cane a volte può essere più gratificante il giudizio del pubblico e dei colleghi cacciatori che vedono la prova, che la qualifica del giudice, è chiaro che vincere piace a tutti però non dobbiamo condizionare la prestazione del nostro cane per inseguire le aspettative soggettive del giudice di turno, anche perchè ogni giudice (da essere umano) ha un propio modo di giudicare e quindi dovremmo ogni volta cambiare tipo di cerca a seconda della giuria che ci tocca.

Un altra ragione per cui vale la pena partecipare alle prove è perchè si ha modo di vedere i cani degli altri cacciatori che condividono lo stesso tipo di caccia è proprio questo confronto che determina le nostre convinzioni sia nel bene che nel male.

Personalmente il mondo delle prove mi ha permesso di conoscere persone animate dalla stessa passione per la caccia e per il cane da cui ho imparato molto, dal cui confronto ho rafforzato o sconfessato alcune mie convinzioni, queste esperienze importanti se fossi rimasto nel bosco da solo con il mio cane, mi sarebbero mancate.

Infatti per i miei accoppiamenti ho utilizzato cani di concorrenti che avevo visto in gara (e magari anche a caccia) anche se non erano approdati a nessuna qualifica,questo per dimostare che la selezione si può fare anche tra cacciatori che hanno gli stessi obbiettivi senza l'avvallo delle qualifiche dei giudici.

Quindi il consiglio che mi sento di dare ai cacciatori che frequentano le prove è quello di continuare a farlo, senza farsi condizionare dalle inevitabili delusioni che spesso le relazioni degli Esperti Giudici ci riservano,apprezzando gli aspetti favorevoli sopra descritti,se poi tutto questo è corredato anche da qualifiche tanto meglio.

Un cane da caccia completo è una cosa molto complessa, non è solo galoppo o presa di punto, mi rendo conto che non è assolutamente facile dare un giudizio in 15 minuti (a me a volte non basta un anno) capisco le difficoltà, quindi ai Giudici non mi sento di dare nessun consiglio perchè non ne ho ne la capacità ne la qualità ne la voglia,ma visto che rappresentano la parte portante di questo tipo di prove, una osservazione di ordine generale la voglio fare:

Io paragono le prove a una sorta di scuola dove i professori sono rappresentati dai giudici e gli studenti dai concorrenti, i professori con i loro giudizi determinano l'indirizzo e il rendimento degli studenti, tutti e due sono importanti ma le referenze di una scuola vengono determinate dalla qualità dei professori dalla capacità con cui sanno trasmettere le loro conoscenze agli studenti stessi.

Visti i ruoli e le responsabilità va da se che un professore inadeguato creerà più danno di uno studente scorretto.

Le recenti polemiche in cui alcuni giudici delegittimano altri giudici e le conseguenti fazioni createsi, disorientano i concorrenti che loro malgrado devono poi schierarsi da una parte o dall'altra, per tornare all' esempio della scuola è come se un professore criticasse un altro professore l' effetto sugli studenti e sulle referenze della scuola sarebbe devastante.

Accade così che un concorrente decide di partecipare ad una prova in base alla composizione della giuria e questo non mi sembra un bene per la cinofilia

.

Lo sò che il problema non è di facile soluzione però non parlandone o facendo finta di niente non si riolverà mai di sicuro.
A questo punto farei la mia proposta semi-seria per svelenire l'ambiente da queste esagerate contrapposizioni.

Si tratterebbe di organizzare  una gara di caccia pratica dove, solo per un giorno i ruoli vengono invertiti:

i giudici fanno i concorrenti e i concorrenti giudicano,ogni coppia di giudici si sorteggia un concorrente che si mette al collo la tromba.


Anche all'università alla fine dell'anno gli studenti danno i voti ai professori.

Sarebbe utile e divertente allo stesso tempo, aiuterebbe a comprendere meglio le rispettive difficoltà.

Per i giudici non dovrebbe essere difficile visto che in passato tutti dovrebbero avere condotto,per i concorrenti sarebbe una emozione unica.

Considerato che per la maggior parte di quelli che fanno cinofilia a questo livello non lo fanno per lavoro, un pò di leggerezza e di goliardia aiuterebbe a riportare un pò di serenità.

In fondo anche se per darci un tono parliamo di selezione zootecnica è sempre un hobby, una passione, i veri problemi della vita sono altri.

 

Bravaccini Giancarlo

 

 

 

 

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