Il Beccaccinista...a mio parere.
- Scritto da Roberto Scorta
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Il Beccaccinista a qualunque razza appartenga è una stravagante follia cinofila, probabilmente frutto di qualche sortilegio, di una eclisse, di qualche astrusa formula diabolica o di un inspiegabile intervento divino.
Qualunque ne sia la provenienza, blasfema o sacrilega, liturgica o benedetta, esso è un iperbole genetica a tutt'oggi misteriosa, in quanto, nonostante i trentasette anni di stivali per circa 180/200 giorni l'l'anno di fango fradicio, ancora brancolo nel oscurità più tenebrosa su quale possa essere la corretta alchimia di allevamento idonea a crearne uno…ideale!
Non saprei dire infatti ancora quali siano le caratteristiche genetiche idonee, o le qualità naturali concrete, che entrambi i genitori debbano possedere per poter aver speranza di riprodurre progenie adatta alla funzione.
Ma mettiamo che il fato ci sia propizio, e che voglia donarci questa stravaganza cinofila, io lo vorrei così come leggerete nelle prossime righe.
Intanto bisogna precisare come allevando Setter Inglesi che siano il più possibile aderenti allo standard di razza tutto ciò che li contraddistingue è benvenuto e adatto alla bisogna
Quindi costruzione idonea e fisicità adeguata all’impegno: nei risi si fatica molto, e una struttura solida forte e robusta diventa necessaria.
Non che gli “scoiattoli” moderni (i setter inglesi sotto taglia) non siano adatti, ma quando c'è abbondanza di acqua e fango, o risi marci molto immersi e lavorati da macchinario pesante, ahimè questi ausiliari pagano pegno.
In sintesi maschi di 22/23 kg e femmine di 17/19 kg.
Partiamo dalla testa: cervello funzionante, pensante e pulito senza ombre o squilibri, insomma ben centrato e luminoso, capace di ragionar autonomamente e soprattutto molto rapidamente, dote rara ai giorni nostri.
La selezione moderna purtroppo ha premiato i corridori con poco cervello, il minimo sindacale e tante gambe; poi il collare e le vagonate di starne che ne fanno tanti campioni…di cartone, ma che ovviamente quando li accoppi riproducono danni.
A mio parere un cane più è intelligente e più diventa restio a sottomettersi ad un addestramento che spesso lo mortifica proprio in quelle sue qualità , imprescindibili in questa specialità e che lo distinguono dal soggetto mediocre .
Ci va tanta passione e spirito di sacrificio per accettare la risaia, e non è sempre così scontato che ciò avenga, soprattutto in inverno con il gelo e sempre a mollo nel fango, inzuppati per ore; vita dura ed umida, che comporta volontà e attitudine al sacrificio.
Assodato di avere un esponente di razza che suscita in noi almeno qualche speranza, vediamo quali altre peculiarità debba possedere.
Innanzitutto un collegamento spontaneo e facile, poi autonomia e cerca intelligente.
Guai a fischiare e gridare in questa specialità, non siamo alle prove dove urla fischi e VIA, VIA…VIA sono la regola; qui un sospiro inopportuno e....andiamo tutti a casa!
Qui il metodo di azione, e la maniera di espletarla, sono doti di estremo pregio e segnale di cervello proficuo.
Non tutti si adattano a questo ambiente, e anche quando lo fanno spesso naufragano nel metodo, evidenziando lacune di rendimento intollerabili.
Dote assoluta è saper sempre gestire la cerca in funzione del vento.
Collaborazione innata, esplicita e vera...un’occhiata un gesto, nulla più.
Azione di ampio respiro, audace e senza limite, se in possesso delle qualità precedentemente descritte.
Ritmo sostenuto e continuo, cerca indipendente ma intelligente e collaborativa; mai tra i piedi.
La sagacia è altra pregevole qualità nell’interpretazione delle varie fasi della cerca, e a reperimento del selvatico.
Il Beccaccinista moderno, visto il forte cambiamento delle risaie negli ultimi anni, necessita di una cerca più equilibrata e regolare, e che trascuri il minor terreno possibile visto che ormai il beccaccino non ha più quei rifugi e habitat caratteristici e consueti una volta, ma può essere presente dappertutto ovunque, nei moderni territori livellati con il laser. E quindi propensione all’addestramento ed attitudine ad un percorso di cerca ben bilanciato in funzione del terreno.
Ardimento e coraggio sono un valore aggiunto importante.
Il vero Beccaccinista è quel cane che sfida selvatico ed ambiente, e non li teme.
La risaia è andito unico ed imparagonabile con qualsiasi altro habitat, ed a seconda della sua conformazione e composizione offre risposte molto differenti come diffusione dell’emanazione.
La più o meno abbondante presenza di acqua influisce anche essa a discapito tanto dell’azione del cane, che della volatilità degli odori.
Da me in Lomellina poi le condizioni di bassa pressione e di vento imprevedibile ed irregolare, quando non assente del tutto, creano condizioni complicate in cui districarsi è arduo.
Il contrario significherebbe una infinita liturgia di inutili ferme in bianco, e quindi la completa inutilità.
Altra penitenza: le ferme in bianco e l’esagerata sensibilità di naso mal supportata dal cervello. Cioè cani che temono l’errore, cani dall’equilibrio psichico precario o timorosi di carattere.
Temono il selvatico dopo i primi incontri, anche positivi, ed essendo insicuri ed incapaci di gestire la situazione si rifugiano in una ininterrotta sequenza di ferme in bianco sostenute e reiterate, che senza intervento del conduttore rappresentano espressioni inutili e dannose.
Può capitare in questa specialità alcune volte che il cane su una pastura recente possa fermare solido, ma accertatosi della ormai scomparsa del beccaccino debba risolvere spontaneamente e rapidamente.
Sarebbe un regalo del cielo un cane che abbia la preparazione del punto, ma al giorno d' oggi è dote rara a causa di una selezione vocata solo al correre sempre più lontani, e senza saperne il perché!
Una peculiarità magnifica soprattutto in un setter inglese, anche se potrebbe comportare il pericolo di sostenute ferme in bianco, a causa di un’eccessiva sensibilità non ben gestita.
Perciò a mio giudizio è meglio un cane che ferma a contatto, e magari farà qualche punto in meno o darà meno emozioni, ma difficilmente vi farà perdere calma e tempo per fargli risolvere ferme in bianco, o su pasture di allodole, pispole e così via.
Naso buono, perché non serve sia eccezionale, ma che sia collegato al cervello.
Metodo è maniera sono importantissimi.
Il Beccaccinista ha un grande alleato: il vento, ma deve avere l' intelligenza di saperlo gestire e sfruttare, così come in risaia deve adattare l’ azione e l’ ampiezza del galoppo secondo la sua conformazione, controllando il ritmo e l'ampiezza della falcata e adattando il tutto alla disposizione dei tagli degli scoli e dei canali, e intanto discernere le molte emanazioni scegliendo solo le due consentite, quelle di beccaccino frullino, compito tutt’altro che agevole.
Deve anche avere capacità di discernimento non comuni perché nella risaia dimorano molteplici specie di uccelli, ma anche mammiferi e scegliere tra tutte queste emanazioni solo quelle consentite di beccaccino e frullino è segnale di grande raziocinio. Soprattutto in periodi di abbondanza di acqua.
Ferma certa e solida, ad idonea distanza, se possibile tale da inchiodare il beccaccino a terra anziché lasciargli la scelta se tentare di affidarsi a immobilità e mimetismo oppure involarsi.
Una distanza ideale è tra i sei e i dieci metri (misurateli...non sono pochi), può capitare con certe condizioni una ferma a distanza maggiore, ma sono casi rari e quando capita diventa difficile anche sparare in quanto al salto il beccaccino prende già sei sette metri al cacciatore.Sparare sempre per uccidere e non per ferire.
Ho visto in prova chiedere punti su beccaccino volato una ventina è più di metri avanti al cane; vuol dire che il cane ha fermato la pastura non il selvatico.
La guidata non è qualità così importante perché il beccaccino molto difficilmente pedona sotto ferma. Se necessita di guidata significa che il cane ha fermato la pastura e non il beccaccino.
Considerate che in certe condizioni meteorologiche il beccaccino è infermabile, così come in certi periodi dell’anno, o quando si presenta in voli o in arrivo dal passo. Oggi poi con la pressione venatoria così pesante, e con gli habitat sempre meno estesi, il lavoro del cane è sempre più impegnativo è difficoltoso.
Ora una preghiera.
La caccia al beccaccino con il cane da ferma è una liturgica forma di arte cinegetica e venatoria preziosa: non insultatela, nemmeno svilitela nel nome del grilletto o di un cadavere in più.
Il beccaccino è una perla sempre più rara, e non merita di essere travolto dalla bassa macelleria come talvolta accade e come già successo con la povera beccaccia.
Se volete sparare tanto per farlo andate al tiro al piattello.
È non vantatevi al bar di numeri irreali per chi caccia con il cane o, peggio ancora, non esponete improbabili mazzi di uccelli su Facebook.
Il setter inglese Blues in ferma su frullino (allevatore e proprietario Roberto Scorta).
Roberto Scorta: milanese naturalizzato, vive il Lomellina a Garlasco.
Allevatore amatoriale di setter inglesi, e prima setter gordon, addestra e segue giovani soggetti.