ll beccaccino, la saetta alata (prima parte).

È indubbio si tratti del migratore più ambito dopo la beccaccia, e per alcuni ancor più di questa. Si tratta di punti di vista che però non spostano queste due specie da primi due posti nella classifica dei migratori.

Fiumi di inchiostro sono stati versati sul beccaccino, al quale sono state dedicate pure le definizioni …più retoriche: "freccia alata", "sua maestà il beccaccino", "re dell’acquitrino".

Non vi è dubbio però che chi vede un beccaccino ha la sensazione di trovarsi di fronte a un selvatico di nobili origini, che supera qualsiasi confronto con tutte le altre specie già viste, o ancora da vedersi.

Velocissimo, imprevedibile, bizzarro, scioccante, parte all’impazzata arrampicandosi come un lampo verso il più alto dei cieli per poi, dopo qualche secondo che è sparito nell’immensità, riapparire tuffandosi ad ali chiuse come un sasso per rimettersi a pochi metri da dov’era partito; è l’estrosità fatta…animale.

Chi cacciatore non gode, pur quando si sente…ingannato da questo insuperabile selvatico?

Ti lascia passare e poi riparte da dietro quando meno te lo aspetti, proprio nel momento in cui, ad esempio, uno presta attenzione a dove pone il piede nel punto dell’acquitrino che pare più fondo; altre volte invece schizza via assatanato a 50m.

Il beccaccino è uso fare i primi metri basso basso, quasi a volersi mimetizzare con la vegetazione palustre, per poi compiere all’improvviso due zig zag impensabili che lo portano in una frazione di secondo ormai fuori tiro; talvolta, invece, quando si leva sotto sole effettua la manovra all’incontrario, saltando su di qualche metro e proprio nel riflesso di questo. Sarà una coincidenza?

Certamente, ma non gli si può disconoscere un istinto difensivo …affilatissimo….e che le porta a sfruttare tutte le occasioni favorevoli; cosi che la vittoria sul beccaccino è, senza dubbio alcuno, una grande vittoria: vittoria di esperienza, di riflessi, di velocità, di tiro.

Com’è il beccaccino?

Quando chi scrive era un ragazzo, soprattutto in zone di pianura del tutto asciutte e dove capitava qualche beccaccino o, saltuariamente, qualche altro trampoliere, per tutti i cacciatori senza un minimo di esperienza ornitologica tutti gli uccelli col becco lungo erano dei beccaccini; e questo che fossero delle pittime, dei combattenti, delle pettegole fino ai piovanelli.

Naturalmente questo non avveniva nelle zone palustri dove i cacciatori sapevano ben distinguere il beccaccino dalle altre specie, sia pure a… becco lungo.

La sua lunghezza totale è di cm 27, ala cm 16, becco cm 7, peso 150 gr circa.

Si deve dire che le sue acrobazie in volo sono da attribuirsi non soltanto alle ali strette, ma anche, e soprattutto, alle timoniere che sono talmente manovrabili da consentirgli colpi di…timone con conseguenze imprevedibili.

Il beccaccino e il suo ambiente

"Posto da beccaccini!"

Si sente solamente dire dai cacciatori. E sono posti che, vi siano o no questi selvatici (la loro assenza può dipendere da un’infinità di elementi…) sono individuabili a prima vista.

L’acqua dev’ essere appena un velo, ed anzi non è da escludere che il beccaccino schizzi da un punto dove non vi è acqua, ma solo fango o terreno molle e grasso; la vegetazione ne’ troppo bassa e nemmeno troppo folta. Difficile infatti trovare un beccaccino in vegetazione troppo alta, ha bisogno di spazio per involarsi e non si rimetterà mai tra le canne folte; segno, questo, di un istinto di conservazione molto sviluppato.

Se la vegetazione è troppo bassa e rada, il beccaccino schizza da lontano, e del resto al pulito si posa meno sentendosi troppo scoperto; ma quello che conta, perché tutto si basa sull’alimentazione, è la morbidezza del terreno sottostante al pelo d’acqua.

Ma di questo ne parleremo nel prossimi articoli poiché vi è davvero tanto da raccontare.

Alla prossima

Un cordiale nel becco dell’anatra

Vito

　foto Ivano Pura