Cacciare le anatre
- Scritto da Vito Moretti
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Succedeva, un tempo; succedeva spesso; cacciando beccaccini o "uccelli neri", all’improvviso si alzava la coppia dei germani, oppure delle alzavole…
Scarsamente utilizzabile, perché poco proficuo, l'accostamento a queste specie con un natante.
Resta lo "spollo", vale a dire l’uscita delle anatre dalle acque interne costiere per portarsi al mare, o in altre zone di rifugio; spollo che si effettua nell’ora precedente il sorgere del sole, come per legge, perché questo è l’orario nel quale le anatre si muovono nel loro volo mattutino.
Di norma si tratta di caccia abbastanza proficua nel periodo dei nuovi arrivi, e soprattutto in autunno, assai meno da gennaio; nascosti da un ciuffo di vegetazione palustre, o in un piccolo capanno, ai selvatici si spara al volo.
Le incertezze della luce, il soffio di grandi branchi ormai in volo disteso verso il luoghi del riposo diurno, i versi degli uccelli che vibrano nell’aria, l’ombra che ti passa più vicino delle altre e sparisce in un attimo, tutte queste cose danno veramente un immenso fascino a questo tipo di caccia, che però si esaurisce nel giro di pochi minuti.
Per poter ottenere un qualche risultato è necessario che soffi vento forte in direzione contrario al volo dei selvatici; allora le anatre passeranno più bassi del solito, e qualcuna capiterà al tiro.
Se l’aria è ferma o vi è vento modesto oppure tira in direzione opposta, dobbiamo accontentarci soltanto dell’emozione di quei momenti e dello spettacolo dei tanti uccelli in volo.
Ben diverso è il così detto "aspetto", che veniva effettuato alla sera, nel periodo successivo al tramonto del sole; in questo caso il cacciatore esperto che aveva notato di giorno, sulla superficie dell’acqua, le piume dei vari uccelli (segno che mangiavano in quel luogo) si appostava dentro in un più che rudimentale nascondiglio e li attendeva: se erano uccelli "entranti" nella zona allora poteva farsi in quei pochi attimi (in genere non più di 15-20 minuti) un discreto carniere; all’inoltrarsi della stagione invece i selvatici si accorgevano subito dell’insidia ed entravano a notte fonda.
Con la disposizione di legge introdotta dalla normativa vigente, il così detto aspetto non è più possibile, in quanto ogni esercizio venatorio deve terminare al tramonto del sole.
Non è più possibile, perché le anatre cercano il luogo della pastura notturna dopo che il sole è tramontato.
Chi scrive è rimasto affascinato dalla caccia all’aspetto, ma è perfettamente d’accordo con il legislatore e il divieto da lui introdotto, perché mentre al mattino, allo spollo, i selvatici non vengono eccessivamente disturbati, farlo invece alla sera come accadeva un tempo voleva dire costringerli a disertare il luogo di pastura.
Era perciò una caccia del tutto anti-tecnica, anche se affascinantissima per molteplici elementi concomitanti.
Ma la caccia ora più diffusa alle anatre è quella che si svolge da particolari appostamenti, con l’uso di stampi e anatre vive da richiamo; ne parleremo alla prossima.
Ciao e un cordiale nel becco dell’anatra