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Migratoria: Una stagione particolare

WhatsApp Image 2025 03 04 at 11.23.36La stagione venatoria appena trascorsa, per la selvaggina migratoria è stata davvero particolare e per certi versi da segnare sul libro

dei ricordi sia in positivo che in negativo. Aiutati dai ricordi, ripercorriamola insieme cercando anche di analizzare il perché di certe situazioni.

Il grano seminato da poco colora di verde la campagna toscana.Ogni anno, quando si arriva a febbraio, è quasi inevitabile voltarsi indietro e analizzare a mente fredda la stagione venatoria appena trascorsa, specie per gli appassionati migratoristi come noi, che legano a doppio filo le proprie soddisfazioni venatorie all’andamento della migrazione autunnale.
La prima sorpresa l’abbiamo avuta nella giornata di preapertura, per molti, di fatto, l’unica in cui sia possibile cacciare con qualche possibilità, peraltro legate a tanti fattori aleatori, la tortora africana. Quest’anno non è stato possibile cacciarla a causa di problemi legati alla conservazione della specie, con provvedimenti come al solito tardivi e soprattutto lesivi della certezza del diritto, fattore che oggi, nella caccia, possiamo tranquillamente dire che non c’è più …..
All’apertura generale le attenzioni dei migratoristi, a seconda della loro residenza, si è rivolta su colombacci (ormai presenti in gran numero nel nostro Paese per tutto l’anno), anatidi e soprattutto nel Centro Sud sulle ultime quaglie. Discorso a parte il Nord Italia, che già nella ultima decade di settembre consente ai capannisti veneti, friulani e lombardi di realizzare i primi ottimi carnieri di tordi bottacci. Ma anche per loro non è stato oro tutto quello che luccica, perché in Lombardia sono trovati bloccati per diversi giorni da una sentenza del Tar contro il calendario venatorio, perdendo, di fatto, la prima parte del passo autunnale.
Nel centro Italia, e io posso parlare della Toscana, i primi bottacci sicuramente si sono visti intorno al 23 – 25 settembre con due successive giornate di grande entrata tra il 10 e il 15 ottobre e un buon passo addirittura fino a novembre inoltrato. Per i merli è stata un’annata straordinaria con un passo ricco e costante da metà ottobre a metà novembre che ha fatto le fortune dei colleghi capannisti ma che ha consentito ottimi carnieri anche a chi spara al volo o si cimenta con il chioccolo. I sasselli hanno iniziato bene e presto tra il 15 e il 20 ottobre ma poi, forse anche a causa della stagione non troppo adatta, la loro presenza si è riscontrata a zone e la stessa cosa si può dire anche per le cesene, uccelli in molte zone della regione sempre occasionali. I colombacci hanno fatto, come al solito, il loro lunghissimo passo iniziando a fine settembre per finire addirittura a fine novembre (io stesso ho visto due grandi branchi transitare su un passo appenninico l’ultima domenica di novembre mentre ero a beccacce….). Il problema più grosso è stato che a fronte di un buon passo autunnale, si sono fermati per svernare pochissimi esemplari, soprattutto per l’assenza di pasture: olive e bacche per i turdidi e ghiande per i colombacci, con pochissime oasi felici sparse davvero a macchia di leopardo un po’ in tutta la regione. Quando le estati sono secche e torride come quella appena passata e soprattutto sono precedute da una primavera freddissima che con alcune gelate tardive ha danneggiato le piante, è molto difficile che si formi un habitat gradito a questi uccelli. Le cose sono andate un po’ meglio quando hanno iniziato a maturare i frutti dell’edera, regalandoci, almeno a gennaio, qualche bella giornata sia ai tordi che ai colombacci.
Per quanto riguarda gli anatidi, amici che praticano questa caccia nel grossetano, sono stati molto soddisfatti della stagione soprattutto per la qualità delle prede abbattute, quasi tutte alzavole, fischioni e mestoloni. Novembre, è stato poi un mese molto buono anche per beccaccini e frullini, presenti in buon numero sul territorio anche grazie alle numerose piogge che allagando campi e stoppie hanno di fatto creato tante nuove e interessanti zone di pastura per questi due uccelli tanto ricercati dai cinofili. A novembre e dicembre buona, anche se non eccezionale, anche la presenza della beccaccia, come sempre una delle prede più ambite del binomio cane/cacciatore.
Presenti in buon numero, come al solito, anche gli storni, che nella mia regione sono cacciabili in deroga per proteggere le colture pregiate come viti e olivi: chi li ha cacciati con continuità in luoghi di passo ha avuto qualche ottima giornata anche se la stagione, rispetto ad altre, non è stata eccezionale come invece in Emilia Romagna, dove amici carissimi grandi appassionati di caccia al prato mi hanno parlato di una stagione indimenticabile.
E’ stato davvero un passo strano, soprattutto perché il mese di ottobre è stato caratterizzato dallo spirare pressochè continuo di venti, anche forti, provenienti dai quadranti settentrionali, come la tramontana e il grecale, ottimi per il transito deiWhatsApp Image 2025 03 04 at 11.23.36 1 flussi migratori lungo la costa tirreniche con il successivo l’ingresso diurno verso l’interno di alcuni contingenti di migratori che per spostarsi rimontano il vento. Questa situazione, descritta anche da un celebre proverbio in rima che recita “Tramontana uccelli in Toscana” è quella che in genere fa entrare gli uccelli nelle aree interne e quando ci sono le pasture riesce a trattenerli in zona a volte fino a farli rimanere per svernare. Situazione che rappresenta l’esatto opposto di quando, invece, spirano venti dai quadranti meridionali come scirocco e libeccio, ottimi per il transito degli uccelli sulle bocchette appenniniche ma molto invitanti per farli proseguire nella migrazione senza fatica. In questi frangenti gli uccelli si fermano per riposare e cibarsi per poi ripartire al più presto, con la tipica situazione di avere un giorno boschetti e siepi pieni di tordi e merli per poi il giorno dopo trovarli quasi vuoti….
La cronica assenza di cibo dovuta all’estate siccitosa e alla primavera fredda che ha di fatto rovinato molte culture e piante selvatiche non ha fatto trovare cibo agli uccelli che quindi dopo poco tempo si sono spostati verso sud alla ricerca di zone più ospitali e ricche di cibo. A questo sono quindi seguiti mesi di novembre e dicembre molto difficili soprattutto per i cacciatori di turdidi e colombacci, che difficilmente hanno ricordato una stagione con così pochi uccelli raffermi. Dopo la prima decade dell’ultimo mese dell’anno e in gennaio le cose sono andate un pochino meglio grazie soprattutto alla maturazione dei frutti dell’edera e al freddo e alla neve che in vari momenti hanno letteralmente attanagliato alcune zone d’Italia (soprattutto la pianura padana e il Nord Italia) generando fenomeni di erratismo meteo - alimentare che hanno favorito i cacciatori soliti frequentare le zone teatro dell’arrivo di questi contingenti di uccelli. Tanto per fare un esempio, in alcune grandi riserve o zone di divieto della Toscana centrale famose per la grande presenza di colombacci tutto l’anno, fino ad allora invece quasi deserte vista l’assenza sia della ghianda di quercia che di quella di leccio, si sono visti arrivare, da un giorno all’altro, grandi voli di uccelli blu attratti proprio dalla massiccia presenza di bacche di edera mature, consentendo agli appassionati di poter almeno sperare in qualche altra bella giornata di caccia. Naturalmente ghiaccio, neve, venti freddi e scarsità di cibo hanno determinato lo spostamento anche di altre specie come cesene, sasselli, bottacci, anatidi, limicoli etc… ma non determinando situazioni eccezionali.
Per quanto riguarda i contingenti svernanti, sempre sentendo alcuni amici, le cose sembrano invece essere andate un po’ meglio verso il Sud Italia dove pur non avendo avuto una stagione da libro dei ricordi, almeno sono rimasti su standard accettabili, sempre naturalmente con risultati legati principalmente alla presenza o meno di ricche e abbondanti pasture.
Il futuro
E’ ormai certo che la raccolta di firme per il referendum sull’abrogazione della Legge 157/92 non è andata bene in quanto ne sono state annullate più di 100,000, ma questo non deve far dormire, al mondo venatorio, sonni tranquilli. Occorrerà certamente compattarci ancor di più a difesa delle nostre tradizioni e del nostro ruolo, che oggi più che mai deve essere presentato a chi di caccia non ne sa niente con grande impegno, ponendo sempre l’attenzione sulla profonda differenza che c’è tra un cacciatore e un bracconiere.
Da parte mia, e questo l’ho scritto molte volte, sarebbe importantissimo legittimare la certezza del diritto di chi, super controllato in fase di rilascio di porto d’armi, pagando tutte le tasse necessarie nei tempi e nei modi richiesti, pratica la caccia seguendo le regole imposte dalle Regioni, dallo Stato e dalla Comunità Europea. Troppe volte ormai si è arrivati a due giorni dall’apertura ed ecco che spunta la sorpresa di un Tar che accoglie la sospensiva al calendario venatorio regionale……
Anche questa stagione è finita, per qualcuno è andata benissimo, per altri bene e purtroppo per molti le soddisfazioni e risultati non sono stati in linea con le aspettative, ma cari amici, anche solo svegliarsi nel cuore della notte, sempre con la speranza che l’alba porti una gran bella giornata di caccia in mezzo alla natura è una cosa che non ha prezzo e che solo noi cacciatori e gli altri frequentatori di boschi e campagne come tartufai e cercatori di funghi siamo in grado, probabilmente, di apprezzare.

 Il grano seminato da poco colora di verde la campagna toscana.

 

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Anche il migratorista più puro non disdegna qualche uscita alla stanziale con gli amici, magari all'inizio della stagione.

 

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Un meraviglioso paesaggio della toscana centrale, nella zona prossima alla Maremma. Un ottimo territorio di caccia sia per la stanziale che per la migratoria.

 

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