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Capanno: Un'annata anomala 2 parte

Capanno: Un'annata anomala 2 parte

Dal diario 2018

Domenica 21 ottobre

Dopo una serie infinita di giorni di tramontana tesa, che sul crinale dell’Appennino Toscano sono assolutamente deleterie, finalmente, ieri il vento ha cominciato a calare e mutare direzione. Le previsioni del tempo lo avevano annunciato e tutti aspettavamo con ansia. Ieri mattina c’era stato un bel movimento, una di quelle mattine di passo in cui non si vede molto nelle prime ore e tutto d’un tratto, ecco che arrivano, continuando a passare fino a mattinata inoltrata. Segno inequivocabile che, dopo un periodo di passo fermo finalmente la situazione comincia a sbloccarsi. Purtroppo, devo basarmi sui racconti degli amici, perché, causa impegni lavorativi, ho dovuto lasciare l’appostamento molto presto. Domenica mattina, quindi, pieno di fiducia mi reco all’appostamento con richiami e cane. Arrivo naturalmente quando è ancora buio e, scaricata l’attrezzatura, apro il capanno per riporre all’interno fucili, munizioni e il cane. Visto che è presto, approfitto per svolgere le pratiche burocratiche. Quest’anno ho voluto provare il tesserino elettronico, quindi la marcatura è un’incombenza decisamente veloce, basta aprire la giornata con l’applicazione sul telefonino ed il gioco è fatto. Ma con i fogli non è finita, infatti, per il secondo anno di fila ho deciso di aderire al monitoraggio dei carnieri degli appostamenti fissi promosso dalla Regione Toscana e quindi devo aggiornare anche questo registro, un sacrificio modesto per aiutare la scienza. L’alba si avvicina e quindi mi affretto ad appendere i richiami, ognuno al suo posto, guai cambiare una volta trovata la posizione gradita al nostro piccolo amico. Generalmente attacco i merli, 2-3, più lontani possibile e in una posizione in cui non si vedono l’uno con l’altro. I tordi cerco di metterli più in alto, riservando i posti con più visuale agli zirli, che devono avvertirci per tempo dell’arrivo dei consimili. Rientro nel capanno e carico le armi. La dotazione usuale è fatta da 3 fucili, un combinato .410/8, un sovrapposto calibro 28 e un semiautomatico calibro 12.

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Da due tre anni, uso in modo massiccio le silenziate, munizioni subsoniche che associano ad una buona efficacia una bassissima rumorosità. Ormai le ho provate tutte, sia in calibro .410 che 28, e il livello di eccellenza raggiunto è davvero eccezionale anche se fra tutte svettano tre case: Fiocchi, Cheddite e Danesi. Finalmente arriva l’alba di una bellissima giornata, con assenza di vento e un orizzonte sgombro da nubi. Una di quelle mattinate limpide come possiamo avere solo dopo una forte pioggia o alla fine, come in questo caso, di un periodo di forte tramontana. Piano piano il sole comincia a far capolino, e la luce aumenta in direzione del Passo della Collina, segno che tra poco sarà giorno davvero. Gli uccelli cominciano a cantare e, come sempre, è il merlo vecchio ad aprire le danze, seguito dal tordo strano che mi ha dato Francesco Pasquinelli uccellaio che abita a cavallo delle Province di Pistoia e Pescia. Si tratta di un soggetto curioso che, oltre a emettere il canto primaverile del tordo bottaccio, se ne esce ogni tanto con quello del tordo sassello. Poi, piano piano, a seguire arrivano tutti gli altri, finché l’orchestra suona al completo. Non è ancora completamente giorno, quando due bei merli vengono a farmi visita. Stamattina non sono solo nel capanno, quindi ci scappa una bella coppiola. La mattinata continua così, con le catture che si susseguono regolari, tanto che alla fine il carniere è di tutto rispetto. Quest’anno è la prima volta che ci scappa la quota, era ora…

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