A caccia di acquatici nella Maremma Laziale 3 parte
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A caccia di acquatici nella Maremma Laziale
Testo e foto di Paolo Bocchini
Una tipologia di caccia praticata ampiamente in toscana, ma anche sul litorale della maremma laziale ha trovato molti estimatori fino agli anni 80: la caccia in mare con la barca o pattino.
Nel periodo di ripasso era comune vedere al largo, a qualche centinaio di metri dalla battigia, le barchette circondate da cannucce di palude, stuoini di canna o occultate da vegetazione e circondate da centinaia di stampi.
Erano proprio i barchini a dare inizio alle raffiche di colpi che preannunciavano il passaggio dei branchi di anatre in migrazione.
Oggi, nel tratto di costa della Maremma Laziale, le cose sono molto cambiate.
Le zone umide presenti e abbondanti fino agli anni ’50 sono scomparse. L’antropizzazione della linea di costa ha determinato una riduzione progressiva di presenze di uccelli migratori.
Anche il passo autunnale pare essere cambiato e per diversi motivi concomitanti: carenza di habitat per gli uccelli acquatici, modifiche al clima che tengono sempre di più a latitudini settentrionali i contingenti dei migratori, parco mania dilagante, ma anche la ormai diffusissima pasturazione delle grandi valli venete che tengono ferme centinaia di migliaia di anatre, ma queste sono alcune delle variabili che incidono sulla caccia dei giorni nostri.
Fino a dieci anni fa si aveva la percezione del passo.
Tra ottobre e novembre, quando iniziavano a soffiare i venti dal quadrante nord, sul mare si poteva assistere a spettacoli eccezionali.
Ogni tipo di uccello acquatico e non transitava lungo la battigia per spostarsi verso sud.
I cacciatori specializzati nella caccia in mare riuscivano a fare bei bottini di anatidi.
Oggi purtroppo la tramontana tesa sembra scomparsa.
Lungo la spiaggia sono pochissimi i posti dove si può cacciare: campeggi, chioschi, strade fino a riva al mare, pescatori senza rispetto per i cacciatori, ma anche normative della capitaneria di porto che limitano di molto anche la caccia sulla spiaggia costringe i cacciatori a trovare alternative nell’entroterra o lungo i corsi d’acqua.
Le tante difficoltà che si incontrano il più delle volte fanno passare la voglia a chi vuole cimentarsi in questa difficile arte.
Al giorno d’oggi l’impianto degli appostamenti fissi è quello che rende maggiormente in termini di catture, i gestori e titolari di questi piccoli gioielli dell’ambiente spesso riescono a vivere belle giornate di caccia così da essere ripagati dai tanti sacrifici, in termini di tempo e denaro, che compiono durante l’interno anno e non solo per i quattro mesi di caccia aperta.
L’amministrazione pubblica dovrebbe ampliare la possibilità di creare questi appostamenti, soprattutto perché sono fonte di reale biodiversità a costo zero per lo stato, e non come le oasi, ambienti cristallizzati e non fruibili da nessuno che costano milioni di euro l’anno.
I cacciatori di acquatici della maremma laziale sono costretti ad una forzata specializzazione, dedicandosi per la maggior parte dei casi solo a questa tipologia di caccia.
In questo modo si riesce ad avere risultati accettabili anche se i “tempi” sono molto cambiati rispetto gli anni in cui la generazione dei nostri padri o nonni frequentava questo litorale.
Ormai belle cacciate si riescono a fare quasi esclusivamente quando arrivano i grandi freddi siberiani che fanno scendere le temperature abbondantemente sotto lo zero e costringono le anatre a spostarsi.
La migrazione post nuziale pare che sia stata soppiantata dagli spostamenti erratici degli uccelli in cerca di quelle sostanze trofiche che il ghiaccio non gli permette di reperire al nord Europa/Italia.
Ormai siamo costretti a monitorare costantemente tutti i bollettini meteo, o i siti web specializzati, invocando un freddo e la tramontana che ormai sempre più raramente si affaccia sulla costa tirrenica.
Ma cerchiamo di essere ottimisti e fiduciosi: continueremo a sognare i branchi di anatre in arrivo sui nostri giochi, ma qualche volta il sogno diventa realtà e tutte le delusioni vengono cancellate immediatamente.
Spesso si rimpiange il passato venatorio, ma occorre a tutti i costi impegnarsi affinché il futuro nostro e dei nostri figli ci regali ancora quelle giornate eccezionali trascorse nella Maremma Laziale dei nostri padri.