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Caccia da capanno: si comincia!

Caccia da capanno: si comincia!
 
 
Ci siamo quasi, ottobre è ormai giunto, tutto è preparato a dovere, il capanno è sapientemente infrascato, i balconi e i secchi sono al loro posto e le piante di buttata sono sapientemente potate e i richiami sono al loro massimo splendore. Ma quanto tempo e quanta fatica è costato raggiungere questo risultato… Ripercorriamo insieme le tappe in cui si è svolta la preparazione della più specialistica delle cacce moderne. 
 
Realizzazione dell’appostamento
 
La prima cosa da considerare, per realizzare un appostamento, è la scelta del sito. Il capanno va posto o su un “affilo di passo” o in mezzo alle pasture, in modo da garantirci la maggiore presenza possibile di selvatici. Realizzeremo l’appostamento all’interno del bosco o sul suo limitare per insidiare bottacci e merli e in aree più aperte per sasselli e cesene. Molto importante evitare di orientarlo verso il sorgere del sole, per non essere disturbati dai raggi nascenti, e sono da sfuggire le zone battute da forti venti prevalenti (che soffiano per la maggior parte del tempo). Dinanzi al capanno dovranno esserci grandi piante di buttata, che una volta sfoltite e corredate di secchi e balconi serviranno, insieme ai richiami, da trappola irresistibile per i nostri amici alati. Infinite sono le migliorie che si possono realizzare sul sito e sull’appostamento vero e proprio. Il sito può essere migliorato con piantumazione di essenze di pastura, potature, sfalcio dell’erba, collocazione di secchi e creazione di piccole aree aperte per separare le piante di buttata dal bosco. Il capanno, sia che sia costruito con semplici frasche che addirittura in muratura, mantiene sempre la sua funzione di base che è quella di essere un nascondiglio con feritoie che consente di sparare agli uccelli senza essere visti. L’unico limite al progredire da questo, chiamiamolo modello base, è la fantasia. Possiamo rivestire l’interno in moquette che isola dal freddo e attutisce i rumori, dotarci di fornelletti per fare il caffè, di mensole e stipetti per riporre l’attrezzatura e di sportelli per chiudere le feritoie. L’esterno dovrebbe essere tinteggiato nel modo più mimetico possibile e mascherato con vegetazione morta o viva (piantumata attorno al capanno). Il gioco all’esterno può essere arricchito con bresciane contenenti uccelli vivi e con stampi, utili soprattutto per le cesene.
Cura dei richiami
 
La parte più importante della caccia da appostamento fisso è sicuramente la cura dei richiami, possedere una buona batteria è il fondamento della riuscita della caccia da capanno. I segreti principali sono una corretta composizione della batteria, una buona cura dei richiami durante il corso dell’anno e una corretta disposizione degli stessi una volta raggiunto l’appostamento. 
La composizione della batteria varia in base a diversi parametri, se ci concentriamo solo su tordi bottacci e merli avremo un tipo di batteria, se vogliamo insidiare anche sasselli e cesene, magari per tutta la durata della stagione venatoria, dovremo pensare molto più in grande. Teoricamente la base minima per chi inizia a mettere su una batteria di uccelli cantori, prevede l’utilizzo di un paio di merli, da mettersi più lontani possibile per evitare gelosie; per insidiare i bottacci invece avremo bisogno di due tipi di tordi, almeno un paio di cantori e un paio di tordi giovani o femmine da usare come zirli. Chiaramente aumentando il numero di cantori e zirli il risultato migliora ma dipende dal posto che abbiamo a disposizione per ricoverare la batteria e anche delle nostre disponibilità economiche (nota bene prima di azzeccare quelli che cantano nel modo giusto, se non acquistate costosi richiami già collaudati, dovrete acquistare ben più di due merli e quattro tordi). Le cose si complicano notevolmente, invece, se intendiamo insidiare anche sasselli e cesene. Per questi uccelli, fortemente gregari, avere un buon numero di richiami cantori è quasi d’obbligo, infatti, l’effetto coro attrae fortemente i branchi di uccelli in transito.
La salute dei richiami, oltre a essere un obbligo di legge, è anche garanzia di maggior successo. Richiami ben tenuti e idoneamente alimentati saranno senza dubbio più performanti di altri che hanno passato periodi di sofferenza. I ritrovati attuali, comunque, hanno facilitato molto le cose, mi riferisco ai mangimi che ormai hanno raggiunto grandi livelli di eccellenza e all’ormai sempre maggiore diffusione della pratica del fotoperiodo che garantisce un notevole incremento dello stato di benessere dei nostri richiami. Oltre a questo che aggiungere…se se ne ha la possibilità sarebbe sempre bene far trascorrere, ai nostri amici pennuti, la lunga stagione di riposo in gabbie più ampie di quelle usate a caccia, o ancora meglio in ampie voliere, ma sappiamo bene che non tutti hanno una simile possibilità. Nei momenti di maggiore fatica, la muta e il canto, sarà utile integrare i mangimi specifici per il periodo in oggetto con pastoncini e camole della farina; i mangimi sono già ampiamente sufficienti, ma i nostri piccoli amici si meritano di essere viziati un po’. Detto questo ricordatevi di mantenere i vostri richiami in luoghi non troppo caldi, umidi o con assenza di ventilazione e vedrete che tutto andrà bene. Una volta giunti al capanno con la nostra batteria, come allestiamo il gioco? Sasselli e cesene, uccelli gregari anche sui siti di nidificazione vi creeranno ben pochi problemi di gelosie, ma con i bottacci e soprattutto con i merli il discorso cambia.  Pertanto quando andrete a preparare i paletti, o cos’altro userete per appenderli, ricordatevi di disporre i merli in modo che non si vedano fra loro e più lontani possibile e di disporre i bottacci cantori intramezzati da zirli o da uccelli di altra specie, usando magari i corpi dei tronchi degli alberi per nasconderli l’un l’altro. Io uso mettere zirlatori e strisciatori più in alto perché hanno la funzione di “avvistatori”. Un’accortezza da non sottovalutare è sicuramente quella, una volta trovate quelle ideali, di mantenerli sempre nelle stesse posizioni. Spesso, la collocazione in un punto sgradito a un richiamo, causa mutismo dello stesso e quindi una volta trovata una posizione gradita è sicuramente conveniente mantenerla sempre. Sempre che una causa di forza maggiore, ad esempio un forte vento, non ci costringa a cambiarla. Nei limiti del possibile sarebbe sempre opportuno piazzarli in modo che non ostacolino il tiro, o altrimenti proteggerli con fogli di lamiera tinta di verde.
 
Armi e munizioni
 
La caccia dal capanno è la culla dei piccoli calibri. Quasi tutti in questa caccia usiamo fucili basculanti di piccolo calibro: sovrapposti, doppiette e monocanna di calibri “antichi” come il 24 o il 32 oppure tornati recentemente alla ribalta come il 28 e il 410. Spesso si usano fucili combinati, generalmente sovrapposti con canne di calibro diverso. In questa caccia lo sparo avviene a fermo e a distanze contenute, quindi non c’è bisogno di usare il calibro 12, spesso come calibro massimo è usato il 20 e solo per i tiri più lunghi o per bersagli infrascati. Assolutamente sconsigliati sono i fucili semiautomatici e i basculanti con estrattori automatici, in un ambiente chiuso l’espulsione automatica dei bossoli è solo un fastidio. Molti di noi si recano al capanno con una vera e propria batteria di fucili, la mia dotazione comprende un calibro 20, un calibro 28 e un combinato 8-410. Questi fucili acquistati nel corso degli anni mi consentono di insidiare gli uccelli buttati a tutte le distanze possibili, tenendo il calibro maggiore per eventuali tiri fuori dal gioco delle piante di buttata.
 Adesso con il risveglio dell’attenzione verso i piccoli calibri, che ha portato alla produzione di 410 e 28 camerati 76 mm, abbinati alla enorme scelta riguardo a grammature e prestazioni delle cartucce, molto probabilmente una doppietta 28 o 410 dotata di strozzatori, può essere più che sufficiente per affrontare ogni tipo di situazione si presenti. Se pensate che vi sono in commercio cartucce del calibro 410 che vanno da 12 a 24 grammi e che le cariche del 28 arrivano tranquillamente ai 28 grammi, con uno di questi due fucili potremmo tranquillamente riunire le prestazioni di un “arsenale” come il mio.
 
 
Armi
 
 
Un piccolo calibro di gran classe: La Doppietta Anson prodotta dalla VI-MA armi  
Se volete procedere all’acquisto di un piccolo calibro posso consigliarvi la doppietta Anson della VI-MA armi di Gardone Val Trompia. Classica ed elegante, dalle forme arrotondate che la rendono molto piacevole oltre che alla vista anche al tatto è realizzata con materiali accuratamente scelti in funzione delle loro più spiccate caratteristiche tecnologiche metallurgiche. Le dimensioni di tutti i particolari sono scelte in funzione dell’impiego degli stessi e del calibro dell’arma. Con lo stesso criterio sono costruite le canne integrali assemblate a coda di rondine. Queste peculiarità danno a questa doppietta la giusta maneggevolezza e il giusto bilanciamento. La ramponatura a tre giri di compasso, ottenuta mediante moderne e speciali attrezzature, può essere corredata di estrattore manuale o a richiesta automatico, entrambi ricavati dal pieno, comandato quest’ultimo, con un sistema innovativo. Calcio all’inglese finemente zigrinato e guardia lunga, donano a quest’arma una linea filante ed elegante.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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