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Una passione senza tempo

Una passione senza tempo
La caccia al valico, tipica del mese di ottobre e della prima quindicina di novembre, è fatta di sacrifici, partenze nel cuore della notte, tanta pazienza, costanza e soprattutto consapevolezza che  spesso, il giorno migliore è proprio quello che abbiamo deciso di saltare...
La caccia al passo è davvero particolare, vecchia come il tempo e fatta di sensazioni, di conoscenza perfetta delle zone di caccia e delle abitudini dei selvatici, ma come tutto quello che ci circonda, deve confrontarsi anch’essa con i mutamenti avvenuti nel tempo, sia ambientali che meteorologici e soprattutto legislativi. Fino a quando era consentita la caccia ai piccoli uccelli, al passo si andava soprattutto per quelli, che erano attesi al valico da numerosissimi cacciatori che dopo la prima mezz’ora di tordi e merli iniziavano a sparare con una certa continuità.
I colombacci erano uccelli per pochi in quanto quasi sempre spaventati dagli spari continuati che provenivano da quasi tutti i valici appenninici e spesso venivano abbattuti non nel passo principale ma su qualche affilo laterale poco disturbato e soprattutto in condizioni meteo particolari. Dopo qualche anno con una mini deroga al fringuello concessa in alcune Regioni per un limitato arco temporale, la caccia ai piccoli uccelli migratori non è oggi più consentita dalla Legge.
Oggi si sale su un passo appenninico per sparare a tordi, merli, sasselli, cesene e colombacci. Questa poca varietà di uccelli cacciabili comporta naturalmente la necessità, per l’appassionato migratorista, di accaparrarsi il punto migliore, quello che in condizioni normali consente a chi lo occupa di sparare di più e meglio degli altri posizionati altrove. 
E’ normale quindi che in queste occasioni occorre preparare bene la strategia di caccia fin da questa stagione con un po’ di  scouting. L’estate è il momento migliore per cercare nuovi punti dove appostarsi e per verificare se la copertura delle piante ci offre o meno la possibilità di sparare. Se ripensiamo alle giornate trascorse sul passo ci vengono certamente in mente voli di colombacci, tordi e merli solitari o qualche branchetto di sasselli e cesene passare in lontananza sfiorando il crinale sempre negli stessi posti. Quelli sono i punti che dovremo andare a cercare e che se fate attenzione, sono sempre caratterizzati da qualcosa: qualche albero sempreverde nel caso dei colombacci, oppure una leggera depressione del crinale con relativa goletta esposta a nord per gli uccelli, magari costretti da un particolare vento a fiancare il crinale fino al punto più propizio per valicare. Con tanta concorrenza, conoscere bene diversi di questi posti, oltre a permetterci sempre di trovare un punto dove piazzarsi, ci consente di scegliere dove mettersi in base alle condizioni meteo del momento. Già, il meteo, il principale alleato o nemico del cacciatore per tutto il periodo del passo. Venti da sud, sud ovest ed ovest indirizzano tutti gli uccelli verso i valici appenninici ma li invogliano, a causa delle condizioni favorevoli per lunghe traversate, a tirare diritto senza fermarsi nell’entroterra. 
Per i cacciatori Appenninici il vento da nord è invece il nemico numero uno, solo pronunciarne il nome è quasi un sortilegio. Con questo vento gli uccelli tendono a scorrere lungo la costa tirrenica ed a disertare del tutto i valici appenninici. Quindi, tutti verso il mare oppure se siamo a conoscenza di qualche affilo dove gli uccelli già entrati tendono a rimontare, è il momento di andarci, con concrete possibilità di realizzare carnieri importanti. Comunque con venti forti da nord, nord est il non plus ultra è proprio riuscire a passare una bella giornata di caccia sul mare, dove rispetto alla caccia ai valici appenninici tutto è diverso, dal bosco alle poste, dai tiri alla possibilità, in giornate particolari, di fare davvero ottimi carnieri. Spesso le migliori parate sono modellate da tempo immemore tra corbezzoli, mirto e scope e sono a distanza regolare una dall’altra in modo da formare una linea di “fuoco” che nelle giornate di migliori “canta” che è un piacere.
Tordi e merli passano bassi e veloci e chi ha le orecchie buone è molto avvantaggiato in quanto riesce a sentirli arrivare prima di vederli, quando potrebbe essere troppo tardi per avere il tempo di imbracciare, mirare e sparare…
Anche i colombacci in condizioni di forte vento tendono a strisciare sulla macchia quindi non è assolutamente remota la possibilità di sparare a brevi distanze. Più cala il vento, più la quota di transito dei volatili si alza, obbligandoci a scelte diverse sia per i fucili che per le cartucce. Il giusto compromesso è comunque rappresentato da un fucile semiauto in calibro 12 o 20 con canna da 65 cm e strozzatori intercambiabili, compresa una prolunga da 5 o 10 centimetri strozzata ad una o due stelle.
Come cartucce conviene averne con noi di diversi tipi e grammature: dalle dispersanti a piombo 12 alle semi magnum a piombo 4, passando per bior, semi corazzate e corazzate. La temperatura e la distanza di tiro media ci imporranno scelte precise e quindi conviene essere pronti ad ogni evenienza, compresa una giornata di passo da ricordare. Se mai ci capitasse una fortuna del genere, assisteremo ad uno spettacolo unico nel suo genere con uccelli di tutti i tipi che in maniera massiccia e furiosa fin dalle prime luci dell’alba inizieranno a sorvolare la nostra postazione. In queste giornate la macchia sembra tuonare, gli spari echeggiano uno dopo l’altro e le scariche ai branchi di colombacci sono musica per i nostri orecchi. In questi frangenti, ve lo dico per esperienza personale, occorre non farci prendere dalla bramosia e dalla smania di sparare: meglio scegliere gli uccelli a tiro sicuro, mirarli bene e soprattutto fare molta attenzione a dove cadono per poi andare subito a raccoglierli, specie se non abbiamo con noi un cane. 
 
TORDI E MERLI 
 
 
 
 
Per quanto riguarda i turdidi, purtroppo questi tendono sempre a passare nel centro del valico o tuttalpiù sui due lati, ma solo in condizioni di cielo sereno e brezza favorevole. Quindi se cerchiamo qualche radura dove appostarci lontano dagli appostamenti fissi o dai passi veri e propri, oltre ad essere certi di essere su un affilo, privilegiamo zone di pastura caratterizzate dalla presenza di arbusti ed alberi con frutti graditi agli uccelli. In questo caso oltre ai soliti tiri mattutini potremo anche sperare in qualche fucilata tirata ad uccelli in arrivo dal bosco per cibarsi. Naturalmente anche la presenza di nebbia o di venti particolari sono fattori che devono giocare a nostro favore. La coltre grigia che chiuse un passo principale in una giornata di gran transito di uccelli, li porta spesso a prendere piccole gole laterali e quindi a valicare i monti in passetti secondari che in queste situazioni diventano postazioni da mille ed una notte. Stessa cosa la può fare un determinato tipo di vento. Tenendo conto che agli uccelli in migrazione piace sempre volare con il vento nel becco, dovremo scegliere la nostra “parata” proprio in funzione di questo, in modo da poter sperare di sparare ad uccelli a tiro.
 
 
 
 
Pubblicato su CACCIARE.TV Magazine n. 4/2016
testo di Giuliano De Capecchi 
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