Stampe e...stampi
- Scritto da Vito Moretti
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Divenuti eleganti soprammobili gli stampi che un tempo si facevano a mano, spesso con un’abilità estrema da sapienti artigiani, e con il sughero, sono oggi realizzati in gran parte con la plastica; perfettamente sagomati ad imitare le varie specie, con colori perfetti e carenati per evitare di rovesciarsi, dotati dell’apposito gancio sotto il petto per l’ancoraggio a fondo.
Ne esistono di leggermente maggiorati nel volume ad evitare che le onde, in caso di vento, ne annullino la visibilità.
I passi avanti rispetto ai vecchi stampi, rappresentati su suggestive stampe d’epoca in carta pregiata, e che per secoli hanno compiuto egregiamente la loro funzione tra la vegetazione palustre, sono stati giganteschi; ma i problemi, insoluti ed insolubili, restano, e non possono essere eliminati dalla loro perfezione.
Lo stampo rappresenta pur sempre un…simulacro, per quanto ben fatto esso sia.
Volete la riprova? È molto difficile, sia al primissimo mattino, sia ancor di più a giorno ormai pieno, che un’anatra si posi in mezzo agli stampi, soprattutto se si tratta di anatre di superficie.
La situazione si accentua ulteriormente se si tratta di un piccolo gruppo di uccelli.; ancor più difficile che si posi tra stampi ed appostamento.
Principi generale: il selvatico si posa sempre oltre gli stampi. È più facile invece che l’anatra tuffatrice (moriglioni, moretta) si posi in mezzo, ma anche di primo mattina si accorgerà immediatamente dell’inganno e pur essendo confidente inizierà subito a nuotare allontanandosi da questa, volgendo lo sguardo all’indietro.
Questo è un principio che va sempre tenuto presente: gli stampi attirano ma fino a un certo punto e ad una certa distanza; dopo, soprattutto se vi è calma di vento, si crea immediatamente allarme.
In questa situazione si cerca di far muovere tramite delle anatre da richiamo, ed infatti qualsiasi uccello posato sull’acqua cercherà di avvicinarsi a nuoto all’animale vivo.
Se invece vi è un minimo di brezza la situazione migliora leggermente, ma resta sempre il principio del "posarsi al di là degli stampi". Questo va sempre tenuto presente, al fine di sapere bene dove mettere gli stampi, vale a dire a quale distanza dall’appostamento.
In zone dove esistono selvatici ormai stanziali sarebbe molto meglio, specie durante l’inverno, non mettere stampi, ma quattro, cinque anatre germanate e fare con queste il "gioco".
Nel prossimo articolo tratteremo la posa e numero degli stampi.
Un cordiale nel becco dell’anatra.
Alla prossima
Vito
Ne esistono di leggermente maggiorati nel volume ad evitare che le onde, in caso di vento, ne annullino la visibilità.
I passi avanti rispetto ai vecchi stampi, rappresentati su suggestive stampe d’epoca in carta pregiata, e che per secoli hanno compiuto egregiamente la loro funzione tra la vegetazione palustre, sono stati giganteschi; ma i problemi, insoluti ed insolubili, restano, e non possono essere eliminati dalla loro perfezione.
Lo stampo rappresenta pur sempre un…simulacro, per quanto ben fatto esso sia.
Volete la riprova? È molto difficile, sia al primissimo mattino, sia ancor di più a giorno ormai pieno, che un’anatra si posi in mezzo agli stampi, soprattutto se si tratta di anatre di superficie.
La situazione si accentua ulteriormente se si tratta di un piccolo gruppo di uccelli.; ancor più difficile che si posi tra stampi ed appostamento.
Principi generale: il selvatico si posa sempre oltre gli stampi. È più facile invece che l’anatra tuffatrice (moriglioni, moretta) si posi in mezzo, ma anche di primo mattina si accorgerà immediatamente dell’inganno e pur essendo confidente inizierà subito a nuotare allontanandosi da questa, volgendo lo sguardo all’indietro.
Questo è un principio che va sempre tenuto presente: gli stampi attirano ma fino a un certo punto e ad una certa distanza; dopo, soprattutto se vi è calma di vento, si crea immediatamente allarme.
In questa situazione si cerca di far muovere tramite delle anatre da richiamo, ed infatti qualsiasi uccello posato sull’acqua cercherà di avvicinarsi a nuoto all’animale vivo.
Se invece vi è un minimo di brezza la situazione migliora leggermente, ma resta sempre il principio del "posarsi al di là degli stampi". Questo va sempre tenuto presente, al fine di sapere bene dove mettere gli stampi, vale a dire a quale distanza dall’appostamento.
In zone dove esistono selvatici ormai stanziali sarebbe molto meglio, specie durante l’inverno, non mettere stampi, ma quattro, cinque anatre germanate e fare con queste il "gioco".
Nel prossimo articolo tratteremo la posa e numero degli stampi.
Un cordiale nel becco dell’anatra.
Alla prossima
Vito