Calibri per il cinghiale
- Scritto da Redazione
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Cacciare il cinghiale significa sapere d’aver a che fare con un animale robusto, coriaceo ed in grado d’assorbire molto bene le fucilate.
Questa è una ragione per cui la scelta di armi e munizioni deve essere molto accurata, essendo il rischio di ferirlo in maniera non mortale piuttosto elevato, costringendo così cani e canettieri a lunghi e pericolosi (specialmente per gli ausiliari quattro zampe) inseguimenti, e lo dimostrano quei verri che riescono a “sfondare” le poste e filarsene via con un bel po’ piombo in corpo!
Il cinghiale lo si può cacciare in braccata, con l’ausilio di una muta di cani, in girata, con uno o due ausiliari, oppure di selezione, appostandosi in qualche punto propizio, e confidando nell’uscita allo scoperto degli animali.
Lo si caccia tanto con il fucile ad anima liscia, il classico calibro 12 con canna slug, o comunque senza strozzatura e “palla asciutta” come la tipica Brenneke, oppure con l’arma rigata, utilizzando carabine semiautomatiche, bolt-action e basculanti.
Detto che l’anima liscia è da usarsi esclusivamente in braccata o girata, e comunque per tiri che vanno dai pochi metri ai 60/90 al massimo, concentriamoci ora sul rigato e vediamo quali siano i calibri più indicati per il…setolone!
Quando lo si caccia di selezione, all’aspetto, arma d’elezione è certo la bolt-action anche perché si spara su animali che spesso sono fermi, tranquilli e quindi offrono la possibilità di piazzare la palla.
Proprio la possibilità di dover doppiare velocemente il colpo le rende preferibili ai leggeri e agili basculanti, o “kipplauf” che dir si voglia, più lenti nel riarmo.
I tiri possono essere medio-lunghi, e dunque una certa radenza e velocità possono andare bene, specialmente se lo si caccia in montagna, ma vi sono viceversa i cultori del “lento e pesante” che preferiscono calibri più tranquilli, e magari ogive più sostanziose.
Veniamo comunque ai calibri più indicati.
Sebbene alcuni usino calibri inferiori al 7 mm, come gli ottimi e precisi 243 W, il 6,5x55 ed altri ancora, ci sentiamo di sconsigliarne la scelta, preferendo salire un po’, e questo non perché con essi non si possa realizzare l’abbattimento pulito di un cinghiale di media dimensione, ma perché su grossi verri può essere un tantino scarso.
Un 7 mm tranquillo, come l’affidabile 7x64 o il 7x57, che riteniamo preferibile al muscolare 7 mm RM, abbastanza scalciante, piuttosto che alla moderna schiera di short e ultra-magnum, e con una palla medio-pesante può essere una medicina efficace anche per un robusto verro; nemmeno da dimenticare l’americano 270 Winchester, cugino stretto del 7x64, e forse meno indicato di questo per i cinghiali di maggior mole.
Bisogna però salire ai calibri .30”, trenta centesimi di pollice, per trovare i campioni di questa categoria, cominciando con il 308 Winchester, evoluzione civile del militare 7,62x51 NATO, parente stretto dell’altro “gioiello” di cui parleremo dopo: il 30-06 Springfield.
Il 308 ha bossolo più corto dell’altro campione USA, potendosi dunque usare nelle azioni corte e, vedremo dopo, nelle carabine semiautomatiche. E’ molto preciso e facile da ricaricare, con una traiettoria non troppo tesa.
E veniamo al 30-06, nato nel 1906 è uno dei più diffusi calibri al mondo, insieme al 7 mm RM, ed uno dei calibri più polivalenti, potendo montare una gran varietà di palle, sino ad arrivare alle “pesantissime” da 220 grani. Resta il fatto che con palla da 180 il 30-06 risulta essere scelta eccellente per i grossi cinghiali, se non la migliore in assoluto.
Oltre ai due magnifici americani, super classici assoluti per i nostri cinghiali, possono essere scelte armi camerate in 8x57 JS oppure, se si opta per i basculanti, anche in 30R.
Il cinghiale però lo si caccia molto più spesso in battuta, e anche qui la canna rigata fa la sua parte, con le agili semiautomatiche che paiono appositamente nate per questo tipo di caccia.
Qui non c’è molto da discutere, e la parte del leone la fanno i due cugini “stelle e strisce”, il 308 W e il 30-06, in grado di offrire buona precisione, potenza a sufficienza e, quando si sceglie la palla giusta, capacità di “sfrascare” tra il folto ove si muove la preda.
La quasi totalità delle carabine semiauto in commercio sono camerate in questi calibri, cui s’aggiungono il già citato 7x64, il poderoso 9,3x62 e il 35 Whelen.
Gli amanti degli express possono consolarsi con gli ottimi 8x57 JRS e 9,3x74R.