Trittico del Postaiolo (parte II)
- Scritto da Michele Bottazzi
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Legalità, diritti e doveri - Attrezzi, viatico e superfluo - Comportamento alla Posta.
Questo articolo, come già preventivato e palesato sullo scorso numero, è il naturale seguito allo stesso, un pezzo scindibile dal primo ma essenziale nel complesso dell’opera raffigurata e determinante per l’ottenimento di un lavoro ben fatto, apprezzabile ed utile a tutti.
Chi mi segue da più o meno tempo sa quale sia la mia professione, agli altri, coloro che hanno cominciato a leggermi su Diana, devo confidare ciò che a loro parrà un segreto, una confessione a cuor pesante come quando si conosceva una ragazza e, se si avevano intenzioni degne di nota o più di un semplice interesse da maschio dominante di qualsivoglia specie in tempo di estro, dopo un po’ toccava confessarle, indagando sui gusti e prendendola alla lontana, che s’era cacciatori e non avremmo mai rinunciato al nostro credo per nessuna ragione.
Ebbene, io appartengo a quella categoria, un tempo rinomata, apprezzata e stimata, di mestieranti che, al sol sentirne parlare, per paura di tirarvela ed averne necessità futura, vi toccate i più sacri gioielli di famiglia; sono uomo di quella legge che agli antipodi aveva parvenza di giustizia e che ora, grazie ad incapaci e parassiti del sistema, nessun rispetta e qualsiasi cialtrone ben equipaggiato di pecunia o spalleggiato da maneggioni “poltronisti” può piegare al proprio bieco volere.
Detto ciò, compari di questa pereunta malattia, poiché combattiamo la stessa battaglia, sarò il vostro negromante e vi svelerò i trucchi per certare con chi travalica il potere concessogli dalle istituzioni e l’esercito del male (anti e vegani), permettendovi d’averla vinta ogni qualvolta siate dal giusto sostenuti e vi venga fatto un torto.
Un Fatto ad esempio: Notizia uscita sul un quotidiano della provincia cui accadde il fatto; cito testualmente.
-PIEVE DEL CAIRO. «Mi date tremila euro e strappo i verbali». Sarebbe stata la richiesta di una guardia faunistico-venatoriadell’amministrazione provinciale, a tre cacciatori. Loro si sono rivolti ai carabinieri e così la guardia è stata arrestata in flagranza di reato. Secondo l’accusa aveva appena intascato il denaro e aveva strappato i verbali di sequestro di un fucile e di un’auto. L’accusa è di estorsione e, forse già oggi, sarà interrogato dai magistrati della procura della repubblica di Vigevano. I dirigenti della provincia lo hanno subito sospeso dal servizio in attesa della conclusione dell’inchiesta giudiziaria.
La vicenda è avvenuta alcuni giorni fa nelle campagne vicino alla cascina La Mercurina. Un guardiacaccia e due amici sono stati fermati dalla guardia provinciale con tanto di automobile di servizio. «Cosa state facendo?», avrebbe chiesto la guardia. Il guardiacaccia e gli amici hanno risposto che stavano facendo un giro ma la guardia provinciale ha preteso di controllare il porto d’armi per il fucile. Il guardiacaccia ha mostrato il documento rilasciato dalla questura di Pavia, un porto d’armi che non avrebbe convinto la guardia. Sull’auto di uno degli amici c’era un secondo fucile e così la guardia avrebbe deciso di sequestrare sia l’arma che l’auto. E ha compilato un verbale che i cacciatori si sono rifiutati di firmare. «Il documento della questura è valido», si sarebbe difeso il guardacaccia. Ma non c’è stato niente da fare. I verbali di sequestro sono stati preparati ma non sarebbero stati consegnati ai cacciatori. Poi l’imprevisto. «Se mi date tremila euro li potremo eliminare», avrebbe detto il dipendente della provincia.
I cacciatori sarebbero rimasti sul vago e avrebbero preso tempo per decidere cosa fare. Si sono fatti lasciare il numero del telefono cellulare con la promessa di richiamare la guardia della provincia. Il giorno dopo sono andati alla caserma dei carabinieri di Pieve del Cairo dove hanno raccontato la vicenda e hanno sporto denuncia. Hanno ricontattato il guardiano e si sono dati appuntamento per mercoledì mattina sempre nelle campagne intorno alla cascina La Mercurina.
Il guardiacaccia ha portato tremila euro in contanti. Il denaro era stato segnato in modo che le banconote potessero essere riconosciute. Il dipendente della provincia si è presentato all’appuntamento sull’auto di servizio e ha intascato il denaro. Ha strappato i verbali ma ad aspettarlo c’erano i carabinieri di Voghera che lo hanno arrestato. L’accusa è pesante: estorsione aggravata. I carabinieri hanno preso in consegna l’auto di servizio che sarà riconsegnata all’amministrazione provinciale.-
Mesi dopo, accadde:
-PIEVE DEL CAIRO Un anno e 10 mesi per concussione: la pena patteggiata dalla guardia faunistico-venatoria provinciale, accusata di aver chiesto tremila euro a un guardiacaccia e due cacciatori per stracciare un verbale.-
I buoni non sono sempre loro ed i cattivi sempre noi!
Bene, detto questo, andiamo a vedere ciò che sovente crea screzi tra i cacciatori e coloro che dovrebbero controllare, accertare e, eventualmente ne esista necessità, sanzionare il comportamento scorretto.
1) Proiettili o cartucce nel serbatoio: I fucili a canna liscia possono avere due colpi nel serbatoio (ed uno in canna; con alcuni vecchi fucili, di cui non faccio nomea, era, ed è tutt’ora possibile, mettere un colpo in più senza agire sul riduttore ma ciò non è legalmente concesso e, pertanto, sanzionato), il numero dei proiettili contenuto nei diversi caricatoi delle carabine varia a seconda dell’omologazione che ha avuto la stessa arma nel nostro Paese; se un fucile viene omologato con un caricatore da due ed un caricatore da dieci potrà, in questo secondo caso, contenere fino a dieci munizioni senza alcun problema.
Mai, in nessun caso, modificare la capacità del caricatore, nemmeno in peius, per variarne le capacità di contenimento dello stesso.
Rammentate che, se l’arma (parliamo sempre di carabina) è omologata per portare un serbatoio, appendice o meno che sia, a due colpi e ne montiamo uno da dieci, anche se in esso sono presenti solo due munizioni, saremo passibili d’ammenda e delle conseguenze ad esse connesse; stesso ragionamento da fare per i canna liscia ex. Bernardelli e Franchi.
Meritano uno spaccato a parte gli “ibridi” e cioè i fucili semiautomatici aventi canna rigata; questi, a parer mio, fondato sulla giurisprudenza inerente la complessa materia, devono essere equiparati alle carabine e, come tali, non essere soggetti a limitazioni di colpi.
Detto ciò, voglio comprendiate che, non c’è sapere che possa colmare l’ignoranza perciò, nel caso in cui abbiate ad incorrere in un controllo, a meno di essere fortunati ed avere a che fare con un uomo colto e consapevole, avrete da discutere tanto ed il verbale vi sarà comunque elevato.
A voi la scelta.
2) Radio e cellulari: Ciò che molti non sanno è che il pagamento di una tassa da radioamatore non è sufficiente a scongiurare sanzioni derivanti dall’utilizzo del medesimo apparecchio.
La sanzione che vi possono elevare, tanto nel succitato caso quanto in quello di un apparecchio di libera vendita non soggetto a tassa di sorta, è legata al fatto di parlare di caccia, dell’azione di caccia in corso, ed essere colti in flagranza di reato; essendo fatto divieto assoluto e tassativo di utilizzare qualsiasi strumento idoneo a comunicare l’andamento della battuta, da ciò si evince che anche con il cellulare, nel caso in cui veniate colti a parlare di caccia, durante la battuta, ben s’intende, sarete sanzionabili.
Ricordatevi sempre che il verbo vola!
A buon intenditor poche parole.
3) Munizione spezzata: A - Non portatevi cartucce caricate a pallini quando partecipate a battute al cinghiale.
B - Mai e sottolineo mai portarsi appresso i famosi e famigerati pallettoni ( 9 -11 – sfere – biglie – chiodi ed ogni altra fantasia che vi passi a trovare in un giorno di noia), la sanzione pecuniaria sarà vostra da pagare ma quella amministrativa (ex. sospensione della squadra) se la dovranno grattare tutti coloro che sono iscritti in squadra, fossero anche non in distinta quel giorno; il provvedimento grava sul collettivo e non sul singolo reo.
C - Nel malaugurato caso, tocchiamoci tutti, ognuno i suoi, mi raccomando, si verifichi un incidente, l’assicurazione avrà dalla sua ogni espediente per non risarcire il ferito o peggio, sia esso un cane, un compagno d’avventura o un malcapitato “intruso”.
Il caposquadra ed i vice sono i primi a dover vigilare sul comportamento e munizionamento dei propri uomini sia per tutelare sé stessi, corresponsabili per mancato controllo, sia ogni singolo membro della squadra che dirigono ed a loro s’è affidato.
4) Materiali ad alta visibilità: Mettetevi il giubbino, compratelo, fatevelo prestare o fregatelo a qualche collega antipatico ma indossatelo e, quando lo fate, guardate e controllate sia a norma.
L’effetto visivo sarà determinante ugualmente, non è un’omologazione a far la differenza reale ma, nel caso in cui (toccamento) si verifichi un nefasto accadimento, abbiate o meno sottoscritto polizze plurime ed onnicomprensive, la compagnia s’attaccherà al cavillo come una zecca tra le dita del cane e rimarrete tutti con un pugno di mosche, tanto chi ha subito il danno quanto chi l’ha generato e si troverà a risarcire personalmente la vittima o i di lei congiunti.
La legge non è buona né giusta ma va rispettata da tutti, anche da coloro che la citano per sentirsi più potenti di voi o, come spesso accade, per fare il loro sudicio interesse.
Seguite queste poche basilari regole e nessuno vi romperà le uova nel paniere; se lo faranno sapete dove trovarmi.