8x68S, il calibro per tutte le stagioni
- Scritto da Sergio Facchini
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Pochi mesi prima del 1° settembre 1939, data infausta che segnò l'inizio della Seconda Guerra Mondiale, in cui otto milioni di Tedeschi dei sedici in armi perirono, come decine di milioni di loro avversari, un non ben identificato Ing. Von Baldur diede la notizia, apparsa su di una rivista venatoria del tempo, che, dopo prove e studi protrattisi per oltre due anni, era stato messo a punto un nuovo calibro: l'8x68S. Questo nuovo parto, frutto di diverse menti che operavano alla RWS (Reinische Westfaliche Sprengstofffabrik), la maggiore industria di munizioni assieme alla DWM, aveva caratteristiche di vertice assoluto nel gruppo degli 8 mm per velocità, potenza e tensione di traiettoria.
I vari 8x57JS, 8x60, 8x64 e 8x75RS, se paragonati al nuovo 8x68S, apparivano del tutto superati e destinati ad una sicura obsolescenza, un processo di logico assestamento commerciale che si verificò parzialmente al termine del Secondo Conflitto Mondiale. Molto astutamente questo calibro, fortemente voluto dalle alte sfere della Wehrmacht, era stato fatto credere e interpretato dai più come una novità sbalorditiva per utilizzo venatorio. In realtà le sue strabilianti qualità per l'epoca, visto l'approssimarsi inevitabile del conflitto, erano destinate ovviamente ad uno specifico uso militare come calibro da cecchinaggio blocca automezzi medio-leggeri, quali camion per trasporto truppe e simili.
Di pari passo allo sviluppo dell'8x68S procedette anche lo studio di particolari ogive che potessero perforare i motori dei veicoli nemici e ciò fu ottenuto utilizzando palle dotate di nucleo al carburo di tungsteno, con capacità di perforazione straordinaria. Di conseguenza le armi destinate ad un calibro che spingeva palle di circa 13 g (200 gr) a velocità prossime ai 1000 m/s con energie comprese tra i 550 ed i 600 kgm, dovevano essere estremamente robuste, dotate di canne tronco-coniche molto lunghe (oltre i 70 cm), con un passo di rigatura per stabilizzare palle lunghe e pesanti e finito impeccabilmente. Carabine non leggere in quanto su di esse erano applicate le migliori ottiche in acciaio a medio-basso ingrandimento (Ajack, Zeiss e Kahles, tanto per ricordare le più famose), per facilitare il compito dei tiratori scelti a cui erano destinate. Di queste armi in calibro 8x68S non si conosce molto ed è quindi logico supporre che furono prodotte in quantità esigue. Parimenti non è noto il nome dei progettisti che tradussero in realtà l'idea di un nuovo 8mm semplicemente portentoso. E' assodato comunque che questo calibro nacque per merito degli ingegneri della RWS che, in poco più di due anni, lo realizzarono, sollecitati dalle sempre più pressanti esigenze della Wehrmacht che, entro pochi mesi, avrebbe invaso mezza Europa.
Dato che il calibro venne denominato 8x68S, in un primo tempo si dette credito all'ipotesi che la lettera "S" fosse,come supponeva F. Barnes, l'iniziale del cognome di August Schuler, famoso progettista di calibri tra le due guerre, padre del 12,7x70, o 12,5x70, meglio noto come 500 Jeffery, forse il migliore "stopper" per elefanti nato nel 1926 alla fine dell'epoca d'oro della caccia all'avorio. Non si è comunque a conoscenza che Schuler abbia collaborato con la RWS, né tanto meno che abbia contribuito alla nascita dell'8x68S. Senza fondamento appare anche la presunta cooperazione di E. A. vom Hofe o di altri famosi tecnici tedeschi. Forse l'unico e logico significato di quella "S", posposta alla denominazione del calibro in mm, riguarda la misura reale degli 8 mm della Mauser che, inizialmente, come l'8x57 avevano valori pieno-vuoto di rigatura di 7,80/8,07 mm e successivamente come l'8x57 IS di 7,89/8,20 mm, variazioni che causarono confusione nell'utilizzo dei due calibri ed anche incidenti. Fenomeno oggi cessato in quanto l'8x57 IS monta palle di 8,22 mm o 323 millesimi di pollice come, appunto, l'8x68S.
Al termine della Seconda Guerra Mondiale, periodo in cui i popoli d'Europa avevano problemi insormontabili da risolvere e la pratica della caccia era un lontano ricordo, le industrie ripresero vita molto lentamente e gli appassionati tornarono ad interessarsi delle armi da caccia e delle prime novità del settore. Ma nel dopoguerra gli Americani ingiunsero un veto ai costruttori tedeschi di armi da caccia rigate che imponeva loro la costruzione in numero limitato di armi in calibri con velocità medie, quali il 7x57 ed il 7x64. Con questa imposizione, che si protrasse fino alla metà degli anni '50, l'8x68S ed il 6,5x68, fratello minore del precedente ma ugualmente dotato di velocità straordinaria, dovettero rimanere per circa un decennio in una sorta di letargo forzato, alla fine del quale però si fecero subito apprezzare.
L'8x68S per l'efficacia sulla grande selvaggina ed il 6,5x68 per i tiri a lunghissima distanza sui selvatici alpini, specialmente sul camoscio. Da allora l'8x68S ha sempre goduto della medesima stimano nonostante l'agguerrita concorrenza dei calibri americani, soprattutto del 300 Weatherby Magnum, del 300 Winchester Magnum e dei recentissimi 300 WSM, 300 Remington SAUM e 300 Remington Ultra Magnum. Il 6,5x68, invece, dopo una prima fase di ampi consensi, è rimasto un po' in ombra fino all'inizio degli anni '90 per riprendere quota successivamente grazie ad una nuova palla KS da 127 gr, impiegabile con ottimi risultati su tutti gli ungulati alpini. Si tratta comunque di numeri limitati di vendite che non possono competere con lo strapotere dei calibri americani come il 7 mm Remington Magnum. L'8x68S, padre del 6,5x68, a onor del vero è servito anche come base per lo sviluppo del 277 GS, studiato e realizzato secondo le norme C.I.P. da Vittorio Giani ed Emanuele Sabatti, verso la fine degli anni '90; un calibro di ottima potenza ed elevata tensione di traiettoria che monta tutte le palle di 7,06 mm o 277" millesimi di pollice, tipiche dei calibri 270" (Winchester, Weatherby Magnum e WSM). Pur vantando qualità balistiche sorprendenti, il 277 GS finora non ha avuto il successo che avrebbe giustamente meritato,ma entro poco tempo potrebbe avere migliore fortuna, perché questo bel calibro italiano, l'unico dopo il famoso '91, deve essere valorizzato.
Tornando all'8x68S è bene sottolineare che, all'infuori di una ristretta cerchia di facoltosi appassionati che poterono provarlo su grossi cervi e cinghiali nell'area carpatica danubiana, molti lo ritenevano eccessivamente potente per gli ungulati medi, anche se questo calibro usato su daini, mufloni e camosci non provoca danni alla spoglia più gravidi quelli causati da molti 7 mm ipertrofici. Al contrario, nella maggioranza dei casi si rivela poco devastante utilizzando palle di struttura piuttosto dura quali le Ks e le H-Mantel prodotte dalla RWS. Trascorso questo breve "periodo di assimilazione" da parte dei cacciatori europei, tedeschi e francesi in prima linea, l'8x68S dimostrò su tutti i grandi selvatici a pelle tenera del Continente Antico, Europa, Asia ed Africa, le sue eccezionali potenzialità con orsi bruni, maral, alci, argali, stambecchi e pecore di Marco Polo, nonché con tutte le massicce antilopi africane oltre che con le grosse specie nord-americane, orso bianco e kodiak compresi. Talvolta, con palle Vollmantel, è stato impiegato con ottimi risultati sul bufalo cafro come sul leone, ma si tratta pur sempre di casi rari dettati piuttosto da impellenti necessità in incontri fortuiti e non da un uso generalizzato e consolidato, in quanto queste prede pericolose necessitano di calibri che spingano palle ben più pesanti delle 224 gr dell' 8x68S, peraltro molto efficaci. In America, però, essendo del tutto assente una cultura degli 8mm, ad eccezione del fantomatico 8 mm Remington Magnum, regnano incontrastati i calibri 300 con un'infinità di munizioni e, marginalmente, i 338-340, graditi ad un numero molto più ristretto di cacciatori che li preferiscono per i kodiak, i grizzly e le super alci dello Yukon e dell'Alaska.
Inconfutabilmente però, ai quattro angoli della terra, l'8x68S ha dato sempre prova di assoluta affidabilità creandosi una schiera di fedelissimi estimatori che non vi rinuncerebbero mai, ovunque essi si rechino, dalle tundre alle savane. Anche per le cacce alpine l'8x68S è stimato come uno dei migliori calibri in assoluto e molti lo preferiscono ai super-calibri americani di nascita recente, che talvolta non mantengono quanto promesso. Un cervo, anche di notevole mole, una volta colpito nella gabbia toracica da una palla dell' 8x68S, di norma si accascerà pesantemente al suolo senza riuscire a rialzarsi e fuggire, evitandoci lunghe e faticose ricerche col cane da traccia. In sintesi, per tiri lunghi a cavallo dei 300 m con cervi kapital, l'8x68S è una certezza, specialmente con una palla Premium da 200 gr di ultima generazione.
Armi in questo classico calibro europeo sono state costruite da tutte le grandi Case austriache, tedesche, belghe e italiane, sia a livello industriale che artigianale. Chi non ricorda le raffinate Mannlicher-Schönauer, le famose Mauser Europa 66, le Sauer 80 e 90, le Dumoulin, le Heym, tanto per citare alcune aziende rinomate, o ha almeno sentito parlare delle celeberrime bolt-action di Johann Fanzoj, Franz Sodia, Benedikt Winkler, Koschat, Outschar, Ollendorf e Just della scuola carinziana di Ferlach, senza dimenticare i nomi dei valenti maestri armaioli tedeschi quali Max Ern, Wolf Dieter Gisske, Reimer Johannson, Theo Jung, Oliver Kratochwil, Cristhof Kuchenreuter, Thorsten Retz, Heinrich Schiller, Jens Ziegenhahn, eredi della celebrata scuola di Suhl, cuore della Turingia? Ancora oggi questi superbi testimoni di un'antica tradizione costruiscono pezzi unici indiscutibili sotto ogni profilo, eseguiti solamente su ordinazione dei loro esigenti committenti che amano e possono permettersi vere e proprie opere d'arte. Ma anche da una buona Voere Titan 2, dotata di ottica Swarovski 6x reticolo n. 4, ho avuto belle soddisfazioni sia con i camosci che con i cervi, in anni indimenticabili e purtroppo irripetibili, in cui sognavo di possedere una carabina di Casartelli o di Perugini o addirittura un basculante di Concari.
Le armi prodotte attualmente sono piuttosto pesanti, da 3,5 a 4 kg, e ciò è logico perché l' 8x68S rincula vigorosamente, soprattutto sulla spalla di persone esili che possono risolvere il problema con un buon freno di bocca e con l'applicazione di un calciolo morbido di spessore adeguato. Massa, piega e vantaggio del calcio, oltre ad una collocazione corretta dell'ottica, possono trasformare un attrezzo nervoso in un'arma gestibile senza alcuna remora.
Caratteristiche e misure del bossolo
Il bossolo dell'8x68S,come pure del 7 mm SE vom Hofe, ha il collarino leggermente più stretto della parte iniziale del tronco di cono del bossolo, una particolarità che gli Americani definiscono "rebated rimmless". Dato che questo calibro sviluppava pressioni piuttosto alte per spingere palle di circa 13 grammi ad oltre 900 m/s, il bossolo doveva possedere doti di robustezza superiori a quelle dei calibri in 8mm allora utilizzati.
Per questo motivo il collarino e le pareti furono realizzati con uno spessore maggiore anche dei più recenti 300 Weatherby e 300 Winchester Magnum, con conseguente diminuzione della capacità di carica del bossolo; modifica che però non influì negativamente sulle prestazioni balistiche dell'8x68S. Le misure del bossolo sono le seguenti: lunghezza mm 67,50 – lunghezza all'inizio del colletto mm 59 – lunghezza all'inizio della spalla mm 53,20 – diametro del fondello mm 12,80 – diametro sopra la gola mm 13,30 – diametro alla base della spalla mm 12,15 – altezza della spalla mm 5,8 – altezza del colletto mm 8,5 – pieno e vuoto di rigatura mm 7,89/8,20 – diametro della palla mm 8,22 (.323") - passo di rigatura mm 280 – massima lunghezza della munizione completa (Oal=bossolo con palla inserita) mm 87 – free bore corretto mm 3 o maggiore – massima pressione di utilizzo 4.400 bar. Per quanto riguarda il passo di rigatura di 280 mm risulta evidente che esso è notevolmente più lungo di quello dell'8x57IS che è di 240 mm. Molto probabilmente questa variazione di misura fu applicata all'8x68S per consentire alla palla di migliorare la massima velocità raggiungibile all'uscita dalla canna e, teoricamente, per diminuire o, per meglio dire, tenere sotto controllo l'elevata pressione, già mitigata dall'elevata lunghezza delle canne utilizzate, difficilmente inferiori ai 70 cm. Inoltre l'8x68S, calibro che pur non portando la denominazione ufficiale di "Magnum" lo è a tutti gli effetti balistici, è privo del "belt" o cintura di rinforzo sopra la gola del bossolo, un vero e proprio orpello costruttivo che non serve assolutamente a nulla, se non a soddisfare il piacere di constatarne l'esistenza, un gusto particolare degli Americani che non riescono a concepire un Magnum privo di cintura. Dopo cinquant'anni anni però hanno finalmente compreso che i "bossoli belted" possono essere abbandonati totalmente e la dimostrazione più evidente è stata fornita dalla Remington che per i suoi recenti "Ultra Magnum", dal 7 mm al 375 R.U.M., passando per il 300 ed il 338 R.U.M., ha optato per bossoli senza cintura. Calibri esasperati che bruciano quantità impressionanti di polvere sviluppando pressioni assai... generose per migliorare del 10% le già ottime prestazioni dei Magnum tradizionali!?! Ne valeva davvero la pena?
Prestazioni del calibro.
Fin dalla sua nascita l'8x68S è stato un calibro di punta della RWS, le cui munizioni commerciali sono conosciute in tutto il mondo per la loro alta qualità. Attualmente anche la BLASER, la BRENNEKE e la HIRTENBERGER lo hanno in catalogo. Le palle utilizzate, tutte molto efficaci sulla più grossa selvaggina, spaziano dai 180 ai 225 gr. La RWS vanta ben cinque caricamenti con palle Ks da 180 gr, Doppelkern da 185, H-Mantel da 187, Id Classic da 198 e Ks da 224 gr. La BLASER uno con la palla Cdp da 196 gr. La BRENNEKE due, una con palla Tig da 198 gr e l'altra con palla Tog da 220 gr., e per finire la HIRTENBERGER con tre caricamenti, uno con palla Sierra da 175 e due con palle da 200 gr, rispettivamente Abc e Nosler Partition. Per sintetizzare i dati balistici riportiamo i valori della RWS con palla H-Mantel da 187 gr e della Blaser con palla Cdp da196 gr:
RWS H-Mantel 187 gr
Velocità 0-100-200-300 m = 970-870-777-690 m/s
Energia 0-100-200-300 m = 5692-4579-3653-2880 Joule.
Blaser Cdp 196 gr
Velocità 0-100-200-300 m = 950-857-769-687 m/s
Energia 0-100-200-300 m = 5731-4659-3757-2949 Joule.
Per dare un'idea della potenza dell'8x68S basta un semplice paragone:
a 100 m il calibro 308 Winchester con palla RWS H-Mantel da 180 gr sviluppa un'energia di 2867Joule contro i 2880 Joule dell'8x68S con palla H-Mantel da 187 gr a 300 metri! Da questa comparazione si può dedurre che l'8x68S ha energia da vendere e che è realmente efficace sui grandi ungulati anche a distanze intorno ai 400 m.
Il tiro a lunghissima distanza, però, deve essere condannato sempre, perché gli animali selvatici non sono bersagli da poligono, ma meritano rispetto e protezione da quei killer, con quoziente intellettivo non superiore a quello di un celenterato, che vagano indisturbati tra monti e valli... Riguardo alle parabole non si possono che sottolineare le ottime traiettorie di tutte le palle utilizzabili; in fase di puntamento dei selvatici, infatti, con un'ottica di assoluta qualità e di buon ingrandimento fino a 10-14x, non si presentano particolari difficoltà se non quella di trovare un appoggio stabile. Tenendo a mente che a 300 m la caduta delle ogive è compresa tra i 20 ed i 30 cm, sarà, di norma, meno impegnativo piazzare correttamente i nostri colpi a distanze inferiori. Qui di seguito annotiamo le parabole delle munizioni con la traiettoria più tesa e con quella meno marcata, mantenendo la misura classica di +4 cm a 100 m per sfruttare meglio il metodo diffusissimo di taratura con la Gee, acronimo di Gunstigste Einschiess Entfernung ovvero distanza di regolazione più favorevole.
Traiettoria palla Ks da 180 gr (Gee 202 m)
a m 50 100 150 200 250 300
cm +0,9 +4 +3.9 +0.3 -7.3 -19,4
Traiettoria palla Ks da 224 gr (Gee 178 m)
a m 50 100 150 200 250 300
cm +1,3 +4 +2,7 -3,1 -13 -30,4
Come possiamo notare, con cadute dei proiettili a 250 m di 7,3 cm e di circa 13 cm, oltre ai 19,4 e 30,4 a 300 m, siamo in presenza di valori non riscontrabili in tutti gli altri calibri della medesima classe e difficilmente raggiungibili da altri impianti spinti come il 300 Weatherby Magnum ed il 300 Winchester Magnum. Dobbiamo ricordare giustamente che le prestazioni dell'8x68S sono raggiunte con palle decisamente pesanti di 180, 200 e 224 gr e che soprattutto le più pesanti evidenziano una netta superiorità rispetto alle loro concorrenti americane.
Le virtù dell'8x68S sono senza dubbio la velocità, la potenza, l'ottima precisione, la costanza e l'efficacia su qualsiasi selvatico, "big four" esclusi, ovviamente, poiché il leopardo è certamente alla sua portata. Con i 5.700 Joule alla bocca e 4.600 Joule a 100 m possiamo considerarci al sicuro, dato che le energie evidenziate sono sovrapponibili a quelle del blasonato, immortale ed ancora amatissimo 375 Holland& Holland Magnum, le cui palle arrivano però a 300 e più gr, con tutto ciò che ne consegue.
Epilogo
Al termine di queste note su di un calibro tanto affascinante quanto eclettico per la poliedricità del suo impiego su ogni ungulato, posso affermare con assoluta tranquillità confortata dai fatti che, in quasi trent'anni di utilizzo sui selvatici più diversi, l'8x68S non mi ha mai tradito, neppure una volta. Nessun animale è riuscito a sottrarsi al suo destino, una volta colpito da una Ks da 180 gr, una munizione semplicemente unica per letalità su grossi esemplari di cervo, opinione peraltro condivisa da molti.
I ricordi dei bei cervi maschi caduti grazie all'8x68S e soprattutto per merito degli amici che mi accompagnano pazientemente da molti anni, sono numerosi, ma il primo grande cervo che, nel gennaio del 1987, si accasciò in un manto di neve fresca alta più di un metro è impresso nella mente come un momento magico della mia vita di cacciatore.